di Alessandro Nizegorodcew (in esclusivsa per il quotidiano Il Tempo dell’11/09/14)
L’incubo è finito, Simone Bolelli è tornato grande. A poche ore dal via della semifinale di Coppa Davis tra Svizzera e Italia, l’allievo di Umberto Rianna e Giancarlo Petrazzuolo racconta il proprio 2014 tra imprese sfiorate e una ritrovata continuità, con un sogno chiamato finale. Grazie a 291 posizioni guadagnate dal mese di aprile a oggi il ventottenne di Budrio, dopo il delicato intervento al polso destro, è tornato al numero 76 del ranking Atp.
Terzo turno a Wimbledon e un grande ma sfortunato match contro Robredo a Flushing Meadow. Un Bolelli tornato finalmente ai livelli che gli competono?
«In questo periodo mi sento particolarmente bene. Sto continuanando a lavorare con volontà e determinazione per migliorare il mio tennis. Le ultime partite mi hanno dato grande sicurezza e mi sento fiducioso per il finale di stagione, compresa la Davis. Ho iniziato il 2014 senza particolari aspettative: sono stato fermo 9 mesi lo scorso anno a causa dell’intervento subito al polso e mai mi sarei aspettato di rientrare così celermente nei primi 100 giocatori del ranking mondiale. Vedevo quell’obiettivo molto lontano, ma il lavoro evidentemente paga. Mi sono sempre allenato tantissimo, riuscendo a tenere una buona condizione psico-fisica».
Veniamo alla sfida contro la favoritissima Svizzera. Quali sono le vostre aspettative?
«La Svizzera di Federer e Wawrinka è molto molto forte e sarà una sfida difficilissima anche perché in trasferta. Ma noi siamo venuti qui a Ginevra per vincere e ce la metteremo tutta. L’Italia ha dimostrato di essere un grande gruppo da qualche anno ed è certamente uno dei nostri segreti».
Pronto a giocare sia singolare che doppio?
«Sono prontissimo. Mi sto allenando per scendere in campo sia venerdì in singolare che sabato in doppio. Sarà capitan Barazzutti a decidere, ma io sono pronto».
In questi mesi c’è stata una partita della svolta?
«Sicuramente il match, seppur perso, contro Nishikori a Wimbledon, durante il quale credo di aver espresso un ottimo tennis. In quella circostanza ho capito che stavo ritrovando finalmente il livello dei giorni migliori. Peccato averlo perso…».
La nuova racchetta quanto ha inciso?
«La racchetta è fondamentale per qualsiasi tennista e cambiare attrezzo è quanto mai complicato tecnicamente e mentalmente. Dopo il problema al polso ho dovuto forzatamente cambiare perché sentivo dolore. Per fortuna le cose sono andate molto bene e ora mi trovo benissimo».
Oltre alla Davis, quali sono gli obiettivi per questi ultimi mesi dell’anno?
«L’obiettivo di tornare nuovamente tra i top-100 è stato raggiunto, ma non mi voglio accontentare e cercherò di portare a casa il maggior numero di punti possibile. E chissà che non arrivi la mia prima vittoria a livello Atp. Lavoro per questo obiettivo».
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