di Matteo Mosciatti
Dagli Austalian Open Juniores alla finale di Serie A1, passando per l’All England Club, il Roland Garros, Flushing Meadows, il titolo a Salsomaggiore ed il primo match contro un Top 100: il 2014 di Matteo Berrettini, promettente tennista romano classe ’96, si potrebbe riassumere così. Cresciuto nel Circolo Magistrati della Corte dei Conti, l’attuale allievo di Vincenzo Santopadre si è reso protagonista nelle ultime due stagioni di uno straordinario miglioramento dal punto di vista fisico prima ancora che tecnico, che gli ha permesso di imporsi a livello assoluto tra gli under 18. Assieme al proprio allenatore, a Flavio Cipolla e a Simone Vagnozzi, Matteo sfiderà il TC Genova nell’ultimo atto del Campionato a squadre di Serie A1 dal 6 all’8 dicembre, dopo aver eliminato in semifinale l’altro team genovese, il Park, tra i cui portacolori spicca il nome di Fabio Fognini.
Ciao Matteo, ricordando che l’ultima volta che ti ho affrontato ti ho dato 6/1 6/1 e dunque saresti tu a dovermi intervistare (ma va bene così), sei soddisfatto dei risultati ottenuti quest’anno?
Ciao Matteo, mi sa tanto che hai ragione! Allora cominciamo: com’è andata la tua stagione? A parte scherzi vorrei provare un attimo a spiegare quel 6/1 6/1: diciamo la verità, a 14 anni sbagliavi una palla ogni 3 mesi. Per me eri ingiocabile! Comunque sì, sono molto soddisfatto dei risultati che ho ottenuto e del lavoro svolto quest’anno; giocare i tornei dello Slam è un’esperienza unica e indescrivibile e sono davvero contento di avervi potuto partecipare anche con buoni risultati.
La tua stagione, però, non è ancora finita: sei pronto per la finale di A1?
La stagione non è finita e sono molto felice di poterla concludere con una finale, di serie A1 per di più. Un traguardo tanto meritato quanto sorprendente, considerando che abbiamo superato un girone durissimo (forse il più duro del campionato) e le due partite contro il Park in cui partivamo nettamente sfavoriti. Siamo tutti carichi e pronti per affrontare il TC Genova e proveremo a portare a casa lo scudetto.
In questo campionato a squadre sei stato ogni domenica al fianco di grandi giocatori con più esperienza di te: ti aspettavi di diventare fondamentale e spesso decisivo per l’Aniene?
Stare a contatto con giocatori che hanno tanta esperienza e un livello di gioco così alto ti fa inevitabilmente alzare l’asticella delle tue prestazioni. Così prima di iniziare il campionato mi sono detto che sarei voluto diventare una figura importante per la squadra e che avrei cercato di generare negli agli altri membri del team la stessa fiducia che io provo nei loro confronti. Non perché prima questa fiducia mancasse, ma, al contrario, per far sì che il nostro gruppo diventasse più unito e carico per poter competere anche con squadre sulla carta più forti di noi.
Poche settimane fa hai giocato contro Dustin Brown al Challenger di Ortisei e contro il georgiano Basilashvili ad Andria; ad agosto hai sfidato Trevisan (contro cui hai vinto il primo set) e Giustino. Cosa ti manca per vincere contro giocatori di questo calibro? In quali aspetti, invece, ti senti già pronto per questi livelli?
Este ed Appiano sono stati due futures di livello altissimo. Ad Ortisei ed Andria, essendo challenger, era prevedibile che le difficoltà per me sarebbero state tante, eppure più o meno in tutte le partite ho dimostrato di essere all’altezza della situazione, anche contro Dustin Brown. La cosa che mi è mancata soprattutto negli ultimi due match (Ortisei ed Andria, appunto) è stata la risposta, visto che al servizio me la sono cavata più che bene. Sicuramente la risposta è la chiave per poter fare il salto di qualità soprattutto sulle superfici rapide come il Greenset e il Play-it. Credo di aver disputato dei match di livello e di aver venduto cara la pelle nonostante partissi sempre nettamente sfavorito. Sono state delle buonissime esperienze che sfrutterò per poter migliorare in vista del prossimo anno.
La tua “carriera juniores” volge al termine: qual è il tuo ricordo più bello dei tornei ITF under 18? Negli Slam hai avuto modo di allenarti con qualche campione?
Sono molto soddisfatto della mia “prima carriera”: mi sono tolto grande soddisfazioni. Giocare a Wimbledon è stato un sogno che si è realizzato e proprio lì ho giocato una delle più belle partite dell’anno perdendo 14/12 al terzo con la testa di serie numero 1. Non dimenticherò mai l’atmosfera che si percepisce all’interno di quell’ambiente fantastico. Credo che tuttavia il risultato più importante sia stato arrivare a giocare gli ottavi di finale degli US Open partendo dalle qualificazioni. Sfortunatamente non ho avuto l’onore di giocare con qualche campione, ma sono stato a contatto con loro e posso assicurarti che già questo è incredibile!
A dicembre inizierai la preparazione invernale? Su quali colpi lavorerai maggiormente?
Inizierò la preparazione al termine della serie A1: lavorerò soprattutto sull’aspetto fisico per poi concentrarmi sul servizio e sulla risposta. Farò una preparazione lunga e intensa che mi servirà a rinforzarmi sotto tutti i punti di vista e ogni tanto mi appoggerò al Centro Tecnico di Tirrenia per sfruttare i campi indoor.
Nel 2015 andrai alla ricerca dei primi punti ATP? Cosa prevederà la tua programmazione?
Nel 2015 partirà ufficialmente l’attività futures che credo inizierà all’estero sulle superfici rapide. In primavera credo che giocherò più sulla terra, ma non c’é niente di certo. L’unica certezza è che proverò a innalzare il mio livello di gioco per poter essere competitivo in tutti i tornei che andrò a disputare. Adesso penso alla finale e a far di tutto per poter vincere il titolo: siamo carichi, determinati e pronti!
Conoscendoti, non posso esimermi dall’affrontare l’argomento calcio: come mai la “tua” Fiorentina non decolla? Faccio bene a puntare su Mario Gomez al fantacalcio?
Guarda, devo dire con estrema sincerità che quest’anno non sto seguendo la Viola come negli passati a causa della mia Serie A che occupa gran parte del week-end. Ho visto 6-7 partite e purtroppo mi sono accorto di quanto un giocatore come Giuseppe Rossi possa alzare notevolmente il livello di una squadra. Per quanto riguarda Gomez, per ora ha preso più traverse che gol realizzati e secondo me questo non è un brutto segnale perché vuol dire che la porta la vede. Io continuerei a schierarlo e a fidarmi di lui perché prima o poi si sbloccherà e a quel punto sarà una bella Fiorentina. Spero vivamente che ciò avverrà più “prima” che “poi” sia per noi tifosi sia per te fanatico del fantacalcio. Nel frattempo, palla a Cuadrado e preghiamo!
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