(Dario Bellino e Massimo Ardinghi)
di Remo Borgatti
Ultimi bagliori di questo intenso 2010 per quanto riguarda il circuito ITF Futures che, a differenza di quello principale, non è ancora andato in letargo. Nelle prossime settimane però l’attività andrà scemando, per poi riprendere a pieno ritmo l’anno prossimo.
Nei futures sono impegnate, in buona parte, le italiane del futuro; quelle che, tanto per intenderci, dovrebbero garantire continuità al movimento quando le attuali punte di diamante (Schiavone, Vinci e Pennetta, in particolar modo) appenderanno la racchetta al chiodo.
Ci è sembrato allora molto interessante interpellare due tecnici che con alcune di queste giocatrici lavorano a stretto contatto per fare un breve sunto della stagione che si sta per chiudere. I coach interpellati sono Dario Bellino, capitano della squadra Le Pleiadi Moncalieri nonché allenatore di Giulia Gatto-Monticone, e Massimo Ardinghi, direttore tecnico della Firenze Tennis Academy, che segue un nutrito gruppo di ragazze di cui fanno parte, tra le altre, Clerico, Caciotti e Bigi.
In una sorta di intervista doppia, ad entrambi abbiamo sottoposto le stesse domande. Eccole, con le relative risposte.
Come è stato il 2010 delle vostre allieve?
Bellino – “Io, come detto, seguo solo Giulia a livello di futures e il voto complessivo per questa stagione penso sia un bel 8. C’è stato un ottimo inizio, con tre finali in quattro settimane (Madrid, Amiens e Gonesse, ndr), che hanno consentito a Giulia di prendere subito confidenza con i match, giocare diverse partite e racimolare qualche punto. Credo però che la vera svolta si sia avuta a Bari, dove ha raggiunto la semifinale in un 25 mila dollari partendo dalle qualificazioni ed eliminando tutte giocatrici con ranking più alto, Anna Floris su tutte. Poi, nonostante la sconfitta, un ottimo incontro con la Ondraskova, finito con un doppio 7-5 per la ceca. Un’altra bella esperienza è stata quella di Roma, dove Giulia ha tentato le qualificazioni e ha perso con una giocatrice del calibro della Amanmuradova. Da quel momento la classifica ha permesso a Giulia di entrare sempre in tabellone nei 25 mila $ e questo, insieme ad alcuni importanti piazzamenti (quattro volte nei quarti e due in semifinale, ndr), le ha permesso di accumulare punti importanti. Una punta di rammarico per un paio di partite che, fossero andate diversamente, forse adesso Giulia avrebbe il ranking per tentare la carta delle qualificazioni agli Australian Open. Mi riferisco alla sconfitta nei quarti a Campobasso contro un’ottima Barbieri e quella nelle qualificazioni di Palermo, 7-5 al terzo, con la Dentoni che poi ha superato un turno battendo la Camerin. Comunque, non posso che elogiare il comportamento di Giulia, che deve sempre fare i conti con gli inconvenienti fisici (una tendinopatia alla spalla destra che la costringe a calibrare la preparazione) e con un budget economico certamente non illimitato. Adesso stiamo lavorando sul potenziamento muscolare, compatibilmente con la sua presenza costante nella squadra di A1 per tutto il mese di novembre, che dovrebbe servirle a far fruttare il suo gioco fatto di talento e anticipo puro. In secondo luogo stiamo facendo un lavoro di prevenzione per la sua articolazione in aggiunta a lavori di postura che tenderebbero a limitare gli infortuni. L’obiettivo per il 2011 è cercare di entrare nelle prime 200 della classifica mondiale. Potrebbe riuscirci, se teniamo presente che da diversi anni Giulia migliora, sia pur lentamente, il suo ranking con molta costanza. Tutto ciò potrebbe aiutarla ad aumentare la consapevolezza di poter diventare una giocatrice da tornei dello Slam.”
Ardinghi – “Il 2010 è stato un po’ al di sotto delle mie aspettative di inizio anno. Purtroppo nel tennis, oltre ai problemi tecnico-fisici e mentali, ci sono altri variabili che possono incidere sul rendimento di un’atleta e noi, in questo senso, abbiamo avuto qualche infortunio di troppo proprio nei momenti migliori. Questo discorso vale per Martina Caciotti, che è stata ferma quasi tre mesi a causa di un’infiammazione al polso, e per Ksenia Palkina, la cui gestione risulta complicata a causa dei visti di permesso di soggiorno. Nicole Clerico ha interpretato una stagione quasi analoga a quella precedente anche se devo dire che nel suo caso ho visto dei grandi passi avanti di gioco a livello tecnico fisico; per l’aspetto mentale stiamo ancora lavorando duramente. Stanno invece salendo bene le più giovani: Indra Bigi e Maria Masini. La Bigi è riuscita ad ottenere la classifica mondiale e ora ha quattro tornei con punti, quindi è stata una discreta annata visto che quando l’ho presa era una 2.6 con un discreto potenziale ma molto incerta e insicura; ritengo che su di lei sia stato fatto un ottimo lavoro. Maria Masini, classe 94′, sta crescendo bene e sta migliorando molto anche da un punto di vista fisico/mentale (anche se siamo ancora lontani da quello che desidero da lei) e quest’anno ha centrato i quarti di finale in un 10.000$ in Italia (Todi, ndr) mostrando un ottimo tennis, sia pur da consolidare e fortificare. Detto questo spero che il prossimo anno porti ancora più soddisfazioni ed essendo un ottimista penso che queste possano arrivare se manteniamo alto l’entusiasmo, la voglia di sacrificarsi e il piacere di fare questo lavoro che è una delle cose più belle del mondo se fatto con il giusto spirito e la necessaria serenità.
L’Italia ha vinto di nuovo la Federation Cup ma com’è la situazione a livello di ricambio generazionale?
Bellino – “Domanda spinosa e dalla difficile risposta. A volte i pareri possono essere fuorvianti perché entrano in gioco questioni politiche che noi tecnici vorremmo sempre evitare. Io credo che i tempi di maturazione delle nostre ragazze siano più lunghi e spesso non ben definiti; chi pensa di avere la verità in tasca mente, e smesso viene smentito. Abbiamo delle seconde linee giovani e di qualità, che dovranno far tesoro di ciò che sta succedendo alle attuali professioniste. Io credo molto nell’interazione tra le campionesse di oggi e le giovani del futuro; sarebbe bello un progetto dove le nostre top, periodicamente, potessero confrontarsi e dedicarsi alle ragazze più giovani e con meno esperienza ad altissimo livello.”
Ardinghi – “Ovviamente fa piacere a tutti che l’Italia abbia vinto la Federation Cup, anche se la finale non l’ho vissuta con grande entusiasmo e questo forse perché il livello delle avversarie non era all’altezza delle nostre atlete, che ormai sono una garanzia di efficienza e costanza veramente considerevole. E poi il look delle americane (anche questo è importante…) era qualcosa di imbarazzante per la vista; quei calzettoni ascellari erano orribili e quindi meglio girare canale su Bart Simpson e farsi due risate che straziare gli occhi davanti alla negazione non dico della classe ma della decenza. A livello di ricambio generazionale, almeno in campo femminile, mi sembra di constatare una certa vivacità. Forse mancano le punte eccellenti che ci possano fare sperare in una top 20 del mondo nei prossimi anni, ma nel complesso il movimento è interessante. Qualche anno fa puntavo molto su Dentoni e Besser; la prima non sta ottenendo quello che il potenziale sembrava garantire, ossia perlomeno una posizione stabilmente sotto gli 80 WTA, mentre la seconda è scomparsa proprio. Quindi ci sono Giovine, Remondina, Mayr; sono queste le ragazze più promettenti di “seconda fascia”, ossia quelle che sono ancora abbastanza distanti dalla centesima posizione però hanno fatto una discreta annata. La Remondina è partita come un razzo e da metà marzo in poi ha scalato posti su posti poi ha avuto un inevitabile calo di condizione nella seconda parte dell’estate e ora sta cercando di raggiungere perlomeno la 220esima posizione per partecipare agli Australian Open. La Giovine è partita benissimo ad inizio anno poi una lunga pausa di risultati, dettati forse anche da qualche problema fisico, poi nuovamente un grande torneo al 100mila dollari di Cuneo e di nuovo qualche pausa. Insomma, alti e bassi che non le permettono per ora di fare un salto ancora più grande, con parziale giustificazione dovuta a qualche problema fisico. La Mayr, che dire… E’ un vero Caterpillar Diesel! E’ partita lenta, poi piano, poi sempre più veloce poi ancora più veloce e ora sembra quasi inarrestabile e se trova davanti a sé un muro, il muro si scansa e la lascia passare perché lei è più tosta di tutti i muri. Questa è la mia sensazione e questa sensazione la dà anche alle sue avversarie che quando devono giocare contro di lei preferirebbero buttarsi dal sesto piano di una casa e atterrare su un materassino chiodato da fachiro. Nel suo genere Julia è veramente in gamba. Mi dispiace un po’ per la sorella Evelyn, che probabilmente anche inconsciamente subisce un po’ questa situazione e non rende come potrebbe perché anche lei ha caratteristiche importanti ma che quest’anno non ha espresso come avrebbe potuto fare. In bocca al lupo ad Evelyn per il prossimo anno. Fra le giocatrici più esperte da notare la solita annata positiva di Anna Floris e quella buona di Giulia Gatto-Monticone.”
Molti appassionati pensano che il tennis sia identificabile con i tornei del circuito maggiore. Potrebbe raccontare per sommi capi cosa significa viaggiare il mondo con ragazze giovani e partecipare ai futures. Lati positivi e negativi.
Bellino – “Beh, il circuito professionistico meno conosciuto è una giungla vera e propria. Ritengo che da una parte sia un bene, in quanto obbliga le giocatrici a diventare subito indipendenti e mi riferisco alle piccole cose: dall’organizzazione della trasferta all’alloggio, alla ripartenza per il torneo successivo, ma anche durante il torneo stesso riuscire ad organizzare e organizzarsi per evitare sprechi e perdite di tempo. Quando si va fuori dall’Italia viene spontaneo il senso di appartenenza alla propria nazione, facendo gruppo con le altre Italiane e anche io quando posso, nei limiti della correttezza professionale, cerco di seguire le ragazze durante la competizione. Per quanto riguarda il livello di gioco, devo dire che non è di molto inferiore al circuito WTA. O meglio, togliendo le wild card e qualche eccezione, lo spirito competitivo è qualche volta addirittura superiore; questo succede sia per la voglia di emergere e sia per il fatto che, spesso, vincere un incontro in più diventa quasi una necessità per il torneo successivo. A livello tecnico trovo solo differenza nelle scelte tattiche, che a livello alto sono più mirate e sopratutto nei punti importanti sono sempre azzeccate. Più si alza il livello e meno occasioni ha la tennista di affondare il colpo o di chiudere la partita. In termini di velocità di palla o di prestanza fisica, non c’e tutta questa differenza abissale, ovviamente escluse le prime 20-30 del mondo.”
Ardinghi – “E’ inevitabile, per chi non vive il tennis in tutta la sua pienezza, identificare il nostro sport solo con i grandi tornei, perché quello è il tennis di punta, la punta estrema di un iceberg dove tutti vorrebbero arrivare ma solo pochissimi ce la fanno. Si può fare un parallelismo con il campionato di calcio: la serie A è quella che conta, ma troviamo squadre e tifosi anche in serie B, C, D e tutte le serie per arrivare fino alle giovanili. Tutto contribuisce a creare ed alimentare il sistema; sono passaggi obbligati che giocatori, allenatori e genitori devono fare, sempre che uno non sia un fenomeno e quindi si ritrovi a saltare buona parte di questa trafila. Tutti gli altri devono fare la gavetta e cercare di saltare gli ostacoli che trovan sul cammino. Per quanto mi riguarda quest’anno ho partecipato a due Slam (Australian Open e Wimbledon), diversi WTA, diversi Challenger e diversi 10.000$; ho avuto quindi l’opportunità di farmi un’idea complessiva della situazione non solo italiana ma mondiale. Per me non ci sono problemi ad andare a fare un 10.000$ o un WTA; ci vado con le stesso spirito e con lo stesso entusiasmo che è poi figlio del grande entusiasmo che riescono a trasmettere le mie giocatrici e comunque la maggior parte delle giocatrici che nutrono dei sogni. Infatti quest’anno mi è capitato di seguire anche per settimane alcune giocatrici non mie e l’ho fatto lo stesso con grande entusiasmo, peraltro imparando diverse cose. Ritengo che chi insegna spesso debba imparare anche dai propri giocatori; è uno scambio reciproco di informazioni che, se elaborate correttamente, possono portare ad ottenere risultati importanti, ognuno naturalmente con il suo bagaglio tecnico e quindi di potenziale massimo che può esprimere che ovviamente non è uguale per tutti. Per chi fa questo lavoro, vedo solo lati positivi; quelli negativi non esistono.”
A livello mondiale quali sono le giocatrici più promettenti?
Bellino – “Mi hanno impressionato notevolmente l’americana STEPHENS la serba KRUNIC, entrambe classe 93. Sono curioso di vedere se riusciranno a entrare tra le prime 100 del mondo il prossimo anno. Credo che abbiano le qualità per poterlo fare.”
Ardinghi – “A livello mondiale di giocatrici promettenti ce ne sono tante, quindi è impossibile fare una scelta precisa. A me ha impressionato una ragazza americana di colore che ho visto giocare al challenger di Caserta: Sloane STEPHENS. Un fisico incredibile, una solidità e proprietà di palleggio molto buona con accelerazioni e forza impressionanti. Insomma io ci punterei forte parecchio ma il tennis è uno sport strano, per non usare un’altra terminologia, e quindi tutto è possibile per il peggio ma non tutto è possibile per il meglio…”
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