Australian Open… Un po’ di storia

di Marta Polidori

Ho deciso di prendermi questo impegno di ricerca storico-tennistica, e più mi grava e più mi piace, perciò proseguo a testa alta.

Oggi mi sono informata sulla nascita dello Slam a cui abbiamo recentemente assistito. Metto le mani avanti e vi dico direttamente le mie fonti: wikipedia ed il sito ufficiale della Rod Laver Arena (che essendo in inglese è stato più o meno sapientemente tradotto da me).

Se lo sezionassi in capitoli? Perché ci sono diverse questioni che sono state risolte prima che si presentasse a noi in tutto il suo splendore. È un lavoro tutt’altro che semplice e scrivere riportando nozioni che trovi già scritte (e bene) è fuorviante, rischi di non essere molto professionale e ricopiare da capo a piedi. Siccome però io sono solita avere le mie idee bizzarre e non pormi troppi limiti, comincerò come segue…

 

I

C’era una volta, al Warehouseman’s Cricket Ground a Melbourne,  un torneo chiamato Australian Open. In realtà poi, quella prima volta in cui accadde, a differenza delle altre favole, ha anche una data precisa e risale al vecchio 1905.

[…] prima conosciuto come Australasian Championships, poi Australian Championships nel 1927 e l’Australian Open nel 1969. Dal 1905, l’Australian Open è stato organizzato in cinque città australiane e due città della Nuova Zelanda: Melbourne (54 volte), Sydney (17 volte), Adelaide (14 volte), Brisbane (7 volte), Perth (3 volte), Christchurch (nel 1906), e Hastings (nel 1912). Nel 1972 si è deciso di disputare il torneo al Kooyong Lawn Tennis Club di Melbourne perché la località aveva attratto il maggior numero di proventi rispetto alle altre. Melbourne Park (prima conosciuto come Flinders Park) è stato costruito per il torneo del 1988 per soddisfare le esigenze di un torneo che aveva superato la capacità di Kooyong. Il passaggio a Melbourne Park è stato un successo immediato, con un 90 per cento di aumento in presenze nel 1988 (266.436) rispetto all’anno precedente a Kooyong (140.000).

Come ogni favola che si rispetti ci deve essere l’antagonista, quello o quella che mette i bastoni tra le ruote, ergo il nostro è la distanza geografica. Erano infatti veramente pochi i  giocatori stranieri a partecipare. Per non dire che nel 1920 un viaggio in nave dall’Europa all’Australia durava circa 45 giorni.

Ma alcuni tennisti, più belli e valorosi (ed ecco che nella favola arrivano i cavalieri) ad usare l’aereo furono i giocatori della Nazionale di Coppa Davis degli Stati Uniti nel novembre 1946. Ed anche all’interno del Paese in  molti si trovarono nell’impossibilità di spostarsi agevolmente. […] Quando il torneo si è svolto a Perth nessun giocatore si era potuto spostare da Victoria e New South Wales con il treno, perché la distanza tra le coste est e ovest è di circa 3.000 km. Quando si disputò a Christchurch nel 1906, tra i 10 giocatori partecipanti, solo due erano australiani, e il torneo fu vinto da un neozelandese.

Ma andiamo avanti…

A mere supposizioni dominerò il mondo; azzarderei quindi che la soluzione del problema della distanza è nata coi primi aerei di linea. Non ho sinceramente ed ignorantemente idea di quando avvennero i primi voli intercontinentali per l’Australia, ed internet se lo cerco mi propone voli low cost per andare a saltare coi canguri.

 

 

II

 

Benvenuti nella seconda parte. Mi conforta trovarvi qui, perché significa che ancora non state dormendo e di ciò non posso che essere contenta.

Qui parlerò di persone e non di luoghi geografici.

Dobbiamo sapere che dal 1969 ci fu il primo Australian Open a Brisbane; questo torneo era aperto a tutti i giocatori, compresi i professionisti che non erano ammessi nel circuito tradizionale, e comunque l’antagonista (la lontananza, se vi ricordate), eccezion fatta per 1969 ed il 1971, continuò ad impedire a molti dei migliori giocatori di partecipare alla manifestazione fino al 1982. Non era solo questione di kilometri, ma anche la data era scomoda (insomma, Natale e Capodanno…), ed il montepremi non era nemmeno così allettante.

[…]  Nel 1970 il National Tennis League (NTL), che contava tra le sue fila Rod Laver, Ken Rosewall, Andres Gimeno, Pancho Gonzales, Roy Emerson e Fred Stolle, impedì ai suoi giocatori di prendere parte al torneo, perché le garanzie erano insufficienti, e il torneo fu vinto da Arthur Ashe. L’edizione del 1969 a Brisbane rappresenterà la prima tappa del secondo Grande Slam di Rod Laver, che batterà in finale lo spagnolo Andres Gimeno. Tra le donne trionfa ancora una volta Margaret Smith Court che avrà la meglio sulla sua rivale Billie Jean King. L’anno successivo Arthur Ashe interrompe il dominio australiano, aggiudicandosi per la prima volta il major australiano dopo le due sconfitte patite da Roy Emerson nel 1966 e nel 1967. Il dominio della Smith invece andrà avanti fino al 1973 con la sola eccezione del 1972, anno in cui la spuntò la britannica Virginia Wade.

è il 1974 l’anno della svolta, con le vittorie di personaggi come Ken Rosewall e John Newcombe. Irrompe sulla scena un mancino dal rovescio a due mani, James Scott Connors.

Connors batte in quattro set Phil Dent e porta a casa il primo di tre Slam vinti in quell’anno e di otto in totale nella sua straordinaria e lunga carriera, ma significherà molto per molti altri ancora…

Nel 1977 gli organizzatori si svegliano e decidono di spostare il torneo da gennaio a dicembre, nella speranza  di diventare un appuntamento fisso per chi avesse la possibilità di centrare il Grande Slam. Ma le cose non migliorano e se possibile il tabellone si impoverisce ancor di più.

[…] Nella doppia edizione del 1977: una giocata a gennaio e una a dicembre vinceranno Roscoe Tanner su Guillermo Vilas, Vitas Gerulaitis su John Lloyd tra gli uomini, Kerry Reid sulla Balestrat e Evonne Goolagong sulla Cawley tra le donne.Tra il 1978 e il 1982 gli Australian Open vivono il loro momento peggiore. I più forti disertano in massa, Borg fallirà per due volte l’assalto agli US Open, rinunciando alla trasferta australiana e così i suoi diretti antagonisti. Ne approfitta Guillermo Vilas, che fa doppietta tra il 1978 e il 1979. L’argentino, terraiolo puro, centra il bis sull’erba sfruttando l’assoluta povertà del tabellone, tanto che nelle due finali batterà due sconosciuti, quali John Marks e John Sadri. Ancora meno qualificato il torneo femminile che vede vincere due sconosciute come Chris O’Neil e Barbara Jordan.

Il torneo maschile proseguirà nell’ombra per ancora tre anni, quando vincono i modesti Brian Teacher e Johan Kriek (due volte).

Nel 1983, Ivan Lendl, John McEnroe e Mats Wilander disputarono la manifestazione. Wilander vinse il titolo del singolare. A seguito dell’edizione del 1983, l’International Tennis Federation indusse la Lawn Tennis Association of Australia a cambiare il sito del torneo, perché lo stadio Kooyong era inadeguato ad ospitare un grande evento, e nel 1988 il torneo si disputò per la prima volta presso il Flinders Park (più tardi rinominata Melbourne Park) che usava come superficie il Rebound Ace.

 

 

EPILOGO

 

E siamo giunti al capo linea. Un po’ me ne dispiaccio, mentre lo fai ti sembra ‘La storia infinita’, quando lo finisci ti dà l’idea che avresti potuto goderne un altro po’.

Mi congratulo se siete giunti fino a qua. Non so se io abbia sottovalutato più voi o me stessa, ma conoscendomi è la seconda.

Tutta questa lunga e tormentatissima storia, che ci crediate o no, si risolve con il passaggio dai campi in erba a quelli in cemento gommoso (chiamato Rebound Ace), e le tribune non sono più di legno; gli impianti diventano in pratica decisamente “fighi”. Con questa rivoluzione nessuno si sogna più neanche alla lontana di perdersi lo Slam più all’avanguardia dell’anno.

E tutto il resto è storia…

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