di Federico Rossini
Ashleigh Barty. Anagraficamente, sarebbe soltanto una ragazza di poco più di 16 anni. Praticamente, è colei su cui ricadono le speranze del lato tennistico dell’Australia, che vuole vedere un’erede per Samantha Stosur al più presto. E che sta forse trovando la protagonista per questo ruolo: lei, Ash, che nella settimana appena trascorsa ha demolito un discreto campo partecipanti all’ITF da 50mila dollari di Nottingham
All’Aegon Classic, nome ufficiale del torneo, Ash ha partecipato per una regola chiamata Junior Exempt. Breve spiegazione della regola per quelli che non la conoscono: lo Junior Exempt, dal 1997 dalle donne e dal 2007 per gli uomini, è una specie di “Special Exempt” particolare, elargito a chi nel ranking ha terminato l’anno nelle prime dieci. Gli organizzatori di Nottingham hanno così deciso di dare una possibilità alla giocatrice che sta imponendosi come una tra le potenziali stelle del futuro.
E Ash l’ha sfruttata in pieno. Al primo turno, ha facilmente disposto di Chanel Simmonds per 6-0 6-3. Nei tre turni di mezzo, però, ha sofferto parecchio per arrivare a vincere. Al secondo turno, è 6-3 3-6 6-2 su Valeria Savinykh. Nei quarti, rimonta su Madison Brengle, con tanto di 6-1 al terzo. In semifinale, Karolina Pliskova, la migliore delle due gemelle ceche, è sotto 1-5 nel tie-break del terzo set, ma rimonta fino a vincerlo 8-6. “Ho giocato contro sempre nuove avversarie in ogni turno, questa settimana, quindi non mi preoccupo di con chi sto giocando. Scendo in campo e provo a giocare bene”.
In finale, la più “anziana” (1987) tra tutte le avversarie incontrate, Tatjana Malek, è però rimasta travolta dal giovane uragano australiano: 6-1 6-1. Ancora dopo la finale, Ash riafferma l’importanza dell’aver giocato bene nella settimana. E ha ben ragione di dirlo, visto che s’è portata a casa, con Sally Peers, anche il doppio.
Per la protagonista di questo scritto, questo 2012 sta davvero riservando soddisfazioni non da poco. Dopo il titolo junior di Wimbledon 2011, sono arrivati tanti risultati non proprio di secondo piano. Agli Australian Open ha ottenuto la wild card tramite i playoffs organizzati a Melbourne (dei quali si trovano i video delle partite complete su YouTube), in cui ha sconfitto nell’ultimo match Olivia Rogowska, che un’esperienza sul circuito maggiore ce l’ha. Nello Slam, in più, per poco non ha portato via il secondo set alla Tatishvili, cedendolo soltanto al tie-break.
Un mese dopo, Ash trova, uno dopo l’altro, i due ITF di Sydney e Mildura, entrambi da 25mila dollari. Nel primo caso, a “saltare” in finale è ancora la Rogowska, nel secondo Viktorija Rajcic che, nonostante il nome, è nativa di Melbourne. E’ da mettere in risalto soprattutto l’impresa di Sydney, perché la Barty è partita dai tre turni di qualificazioni. A marzo, nell’Ipswich australiana, rischia di fare il tris, negatole da Sandra Zaniewska.
In tutto questo, Ash è già numero 255 del mondo. Ha ricevuto, nel frattempo, altre due wild card pesanti. La prima, al Roland Garros. Ha trovato, per sua sfortuna, Petra Kvitova, che le ha rifilato un netto 6-1 6-2. La seconda, a Wimbledon. Nel Tempio, dove l’anno scorso Irina Khromacheva ha dovuto consegnarle le chiavi del Court 1. Nell’attesa, che poi è la speranza sua e speranza degli australiani, che Ash diventi grande, e non nel senso anagrafico.
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