di Lorenzo Andreoli
Fra i tanti azzurri che in questi giorni hanno ottenuto il pass per le pre-qualificazioni agli Internazionali BNL d’Italia c’è anche Antonio Campo. Siciliano, classe 1993, fra poco più di un mese calcherà per la prima volta i campi del Foro Italico. Una emozione immensa, che ha provato a raccontarci con grande simpatia e disponibilità.
È la prima volta che ottieni il pass per le pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia. Cosa rappresenta, per te, poter calcare i prestigiosi campi del Foro Italico?
“È una immensa soddisfazione. Per noi italiani quello di Roma non è mai un torneo qualunque. È il più ambito. Si respira un’aria diversa, quella delle grandi occasioni. Manca poco più di un mese ma sono già carichissimo. Mi sto allenando molto in queste settimane e non vedo l’ora di scendere in campo”.
Qual è stato il tuo percorso verso Roma?
“Non ci crederai, ma è stato anche molto frutto del caso. Stavo disputando un torneo in Tunisia ed ho avuto la sfortuna/fortuna di perdere il mio incontro il mercoledì. Sono riuscito per miracolo a prendere un aereo il giorno stesso e giovedì ero già in campo a Catania per disputare il satellite. Sono siciliano, quindi come puoi immaginare giocare in casa mi ha dato una spinta fortissima. In finale sono riuscito ad impormi su Giorgio (Portaluri), anche se credo che il match più duro sia stato la semifinale con Massara, dove ho dovuto rimontare un set di svantaggio”.
Mi hai detto che stai lavorando sodo in questo periodo. Ci sono aspetti del tuo gioco su cui ti stai concentrando in modo particolare?
“Con i miei allenatori, Fabio Gorietti e Sebastian Vazquez, stiamo curando soprattutto il lato della tattica. Quanto al lato tecnico, invece, il servizio e il dritto sono senza dubbio i miei colpi migliori. Con il rovescio, su cui sto cercando di acquisire una sempre maggiore solidità, difficilmente gioco dei vincenti. Lo uso più che altro per aprirmi il campo e poi sfondare con il dritto”.
Lontano dal circuito maggiore la vita del tennista non è molto facile…
“Infatti… hai ragione! Le spese sono tantissime: viaggi, alberghi, attrezzature. I montepremi, invece, sono troppo sproporzionati, quindi mi auguro che cambi qualcosa al più presto. Quest’anno, però, oltre al mio team ho la fortuna di avere uno sponsor che mi sostiene. La differenza rispetto alle passate stagioni, in cui ho dovuto cavarmela da solo, si è fatta sentire subito. Speriamo bene”.
L’età media nel tennis si sta spostando in avanti. Anche se prematuro, te la senti di fare un bilancio parziale della tua carriera?
“Io credo che non sia mai troppo tardi. Lorenzi, ad esempio, si sta togliendo solo ora delle grandi soddisfazioni. Non solo lui, ma il tennis italiano in generale matura più tardi rispetto alle altre nazioni. Il 2016 è l’anno su cui ho deciso di puntare tutto. Non solo per lo sponsor, che come ti ho detto mi sta dando una grande mano, ma soprattutto perché mai, come ora, sento tanta fiducia intorno a me, che reputo una cosa fondamentale per un tennista. È ora che devo dare il massimo”.
Com’è Antonio fuori dal campo?
“Non ho un hobby particolare. Quando non mi alleno le mie priorità sono la famiglia e gli amici, che per forza di cose vedo molto poco. Mi piace molto anche giocare a calcio e negli ultimi tempi mi sto avvicinando un po’ al golf grazie a mio fratello”.
Obiettivi per il futuro: come e dove ti vedi fra qualche anno?
“Mi vedo certamente come un giocatore migliore. Nel tennis c’è sempre da imparare e da migliorarsi. È sbagliato porsi limiti, soprattutto quando si ha ancora molta strada davanti. Il mio sogno, non lo nego, resta sempre quello di entrare nei primi 100 giocatori del mondo. Ci ho sempre creduto e forse oggi ci credo ancora di più. Bisogna comunque ragionare passo dopo passo, porsi degli obiettivi concreti. Guardare troppo avanti non credo sia un bene, si rischia di perdere ciò che di buono è stato fatto fino a quel momento. Sognare si, ma sempre con giudizio. Punto a chiudere la stagione nei 500. Poi si vedrà”.
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