di Daniele Sforza
Quando si parla di professionismo ma forse, anche semplicemente parlando di vita, una parola sempre presente nella mente è: lotta. In qualsiasi cosa si lotta e, quando si pratica uno sport a livello professionistico, tanti possono essere i problemi o le varianti che ti portano a lasciare, per un periodo che può o meno essere definitivo, la propria attività. Una variante importante per qualsiasi atleta professionista, è quella relativa agli infortuni che spesso ti tormentano per giorni, mesi o addirittura anni.
Andiamo a raccontare perciò la storia di una ragazza che ha sempre dovuto lottare contro questi infortuni e che, finalmente si spera, comincia la sua nuova carriera, all’età di 21 anni. Parliamo di Aminat (o Anna) Kushkhova, russa classe 1993 con un best ranking nel lontano 2011 al numero 389 e una storia tutta da raccontare.
Se andrete sul profilo Itf leggerete il nome Aminat ma, in realtà, spesso non è questo il nome con cui viene chiamata la giovane ragazza russa. “Nel mio passaporto risulto come Aminat ma i miei genitori da quando sono nata mi chiamano Anna o Ania, che sarebbe una riduzione del nome. Non so il motivo ma non mi chiamano mai Aminat quindi sono abituata al nome Anna, poi ci sono alcune persone mi chiamano Aminat o Amina ma non do molta importanza, ho un sacco di nomi e mi piacciono tutti”.
Aminat comincia con il raccontarci come abbia iniziato a giocare a tennis, anche se non è stato un vero e proprio amore a prima vista, poiché era più suo padre a volerla veder giocare. Poi però qualcosa è cambiato. “Ho iniziato a giocare abbastanza tardi, quando avevo 8 anni, a Sochi (il luogo in cui si sono disputati i giochi olimpici). Mio padre è un grande appassionato di tennis e per questo mi ha portato a provare questo sport. All’inizio non mi piaceva molto giocare, era più lui che voleva farmi provare. Poi all’età di 14-15 anni ho iniziato ad avere buoni risultati contro ragazze della mia età in Russia, e ho capito che potevo diventare una tennista professionista anche perché mi piace vincere e competere”.
Così è passata a giocare junior, dove si è ben comportata, arrivando numero 134 e giocando, tra gli altri tornei, il Roland Garros. “Giocare junior per me è stata una gran bella esperienza e soprattutto mi sono divertita molto! I tornei organizzati erano sempre di alto livello e ho avuto la possibilità di competere con i migliori junior al mondo, incontrando un sacco di nuove persone, visitando diverse nuove nazioni. Sono anche stata fortunata a giocare il Roland Garros, un’esperienza indimenticabile. Giocare junior è stata davvero un’ottima prova e anche un’enorme motivazione per continuare a giocare a tennis e diventare professionista”.
Con il passaggio ai pro, stranamente (viste le difficoltà di molti giocatori), non ci sono stati grossi problemi. I problemi sono arrivati dopo, quando la russa è stata costretta ad affrontare più avversari. Non solo quello in campo ma anche gli infortuni, la mancanza di fiducia e tutto quello che ne è derivato. “Passare dagli junior ai pro non è stato così difficile per me anche perché ho raggiunto il mio best ranking (389) quando avevo circa 16-17 anni. Giocavo rilassata e non avevo nessuna pressione ma poi, ho dovuto affrontare diversi infortuni gravi e cambi di allenatore, motivo per cui ho perso posizioni nel ranking e fiducia in me stessa. Sapevo di poter fare di più e ho sempre spinto me stessa ma la mia salute e anche i miei problemi “mentali” mi mettevano sotto pressione e questo mi ha portato molto indietro”.
Poi a fine 2013 è arrivato il peggio, con un infortunio che l’ha tenuta fuori per tutto il 2014, portandola a tornare soltanto in questa stagione. “Gli infortuni sono sicuramente parte del nostro lavoro, lo sai, lo sport professionistico ti porta a questo. Purtroppo il mio ultimo infortunio mi ha causato tantissimi problemi perché non potevo competere ed allenarmi per l’estremo dolore alla spalla e c’è voluto più di un anno per tornare a una condizione normale e ricominciare ad allenarmi”.
E così a fine 2014, quando ormai erano risolti i problemi fisici, è arrivato lo spostamento, non casuale ovviamente, alla Salento Tennis Academy, guidata dalla ex tennista professionista ucraina, Irina Buryachok. C’era un periodo di prova ma poi la scelta è stata semplice. “Cercavo qualcosa di nuovo, avevo bisogno di un inizio “tranquillo” e avevo bisogno di una persona che capisse il tennis e soprattutto capisse cosa c’è nella testa di una tennista. Così, sapendo che Irina era un’ottima tennista poiché aveva sempre partecipato a competizioni di alto livello nel Wta, ero abbastanza sicura che mi avrebbe aiutato e capito al meglio. Abbiamo iniziato con un periodo di prova di 2-3 settimane per vedere come andava e non penso debba dare spiegazioni su come sia finita … Mi sono divertita ad allenarmi in Salento con Irina e con Emiliano (con cui facevo fitness). Tutto era molto bello, i campi, gli allenamenti, l’atmosfera così è andato tutto alla grande e ne sono molto felice”.
Se con il tennis non è stato un vero e proprio amore a prima vista, con l’Italia possiamo dire di si. A partire dalle persone, passando dal cibo e a tutto il resto per cui noi italiani siamo famosi. “Se inizio a parlare di cosa mi piace dell’Italia potrei non finire più (risata). Mi piace tutto! Amo le persone, amo la lingua italiana, mi piace il cibo italiano, il caffè e tutta la splendida atmosfera che c’è intorno, poi.. c’è il gelato italiano. Questo ha semplicemente rubato il mio cuore, è semplicemente buonissimo ed è questo il vero motivo per cui ho deciso di allenarmi qui” ci dice con una risata.
Il 2015, dopo il primo turno nel primo torneo a febbraio a Sharm El Sheik, è andato in crescendo, con un quarto di finale, una semifinale, una finale e infine, la scorsa settimana, una vittoria nella finale contro Julia Terziyska, giunta in un torneo in cui non ha perso nemmeno un set. “Ho iniziato molto bene questa stagione, con un parziale di 19 vittorie e solo 5 sconfitte e, considerando che è un inizio, dopo il periodo di infortunio, non è male. Mi sento in una buona condizione fisica e sono molto felice per aver vinto il torneo poiché ho anche di nuovo un ranking, ho fiducia e ho una grande motivazione per giocare e dare il meglio nel campo”.
Tutto questo raggiunto con un preciso stile di gioco: “Mi piace giocare un tennis aggressivo e il mio colpo preferito è il rovescio lungolinea”.
Anna ha scelto appunto Sharm El Sheik per iniziare la propria stagione, disputando prima tre tornei e poi, dopo una pausa, altri due. Una scelta effettuata da diversi giocatori, per risparmiare qualcosa in tornei con differente organizzazione. “Ora ci sono diversi tornei (10k) che si disputano uno dopo l’altro in resort. Li trovi in Egitto, Turchia, Grecia e Tunisia solitamente e sono organizzati tutti più o meno allo stesso modo. Penso che il livello di organizzazione dipenda più che altro dal livello del torneo e non dal posto”.
Visti i trascorsi, non ci sono obiettivi in termini di ranking. L’importante è migliorare. “Per questa stagione non mi voglio porre nessun limite di ranking, il mio obiettivo è semplicemente quello di migliorare il mio gioco per quanto posso, poi i risultati arriveranno. Penso di poter raggiungere il numero 100 del ranking Wta se lavoro duro, metto la testa a posto e gioco nel modo migliore possibile”.
Un capitolo importante nella vita di ogni persona riguarda la scuola, elemento spesso tralasciato, ma non in questo caso, dagli sportivi professionisti. “Ho finito la scuola come ogni altra persona e ora studio all’ University of Sports a Mosca ma sono costretta a seguire lezioni online perché è impossibile in ogni altro modo, essendo sempre in viaggio. Il tennis è una grande parte della mia vita e occupa gran parte del mio tempo ma ovviamente è sempre importante essere educati. Non riesco a capire quando i genitori decidono che i loro bambini lascino la scuola per dedicarsi completamente a uno sport, non sai mai quello che può accadere in futuro”.
Oltre allo studio, il poco tempo libero impiegato è occupato, quando si ha l’occasione e il tempo è adatto, allo snowboard. “Come distrazione dal tennis il mio hobby preferito è lo snowboard e per questo, quando ho la possibilità, durante l’inverno, cerco sempre di usarlo per passare un paio di giorni in montagna. Sono una ragazza molto alla mano, mi piace passare il tempo con gli amici e la famiglia, amo viaggiare e vedere nuovi posti e incontrare persone nuove”.
L’intervista sembra chiudersi ma poi decido di chiedere ad Anna di dirmi qualcosa in italiano. E non stupisce la sua scelta di parole: “Sono golosa di gelato italiano”.
Leggi anche:
- None Found