di Federico Mariani
In un torneo ricchissimo di sorprese ed upset impronosticabili come l’Open degli Stati Uniti, la rivelazione più bella è sicuramente quella di Aleksandra Krunic. La Krunic, classe ’93 è serba ma nasce a Mosca dove inizia a tirare i primi colpi con la racchetta sin da piccolissima al TC Spartac prima di tornare con la famiglia a Belgrado. Prima del torneo era numero 135 del mondo ma con questo exploit da lunedì prossimi sarà minimo 91 (nel caso dovesse perdere con Azarenka). Si è parlato moltissimo, giustamente, in questi giorni di lei e noi per conoscerla meglio abbiamo contattato per un’intervista Andrea Gabrielli, suo agente e amico di Spazio Tennis.
Allora Andrea, parlaci di Aleksandra e di questo magnifico torneo che sta disputando.
La prima parola che mi viene in mente è “finalmente”. Non tanto per l’età, dato che ha solo 21 anni, quanto perché la Krunic da moltissimi addetti ai lavori è considerata come una delle più grandi promesse del tennis femminile degli ultimi anni. La prima volta che l’ho vista giocare sono rimasto folgorato. Era il 2008 ed Aleksandra disputava, perdendola, la finale del Bonfiglio contro Sloane Stephens: era una ragazzina dal fisico minuto ma giocava un tennis fantastico per la sua età, una ventata di freschezza rispetto alle altre. E’ in grado di giocare traiettorie incredibili, ha tutti i colpi molto naturali, sa variare il gioco con tutti i tagli e non disdegna le discese a rete compreso un più che mai desueto uso del serve & volley. Il tutto a 16 anni. Fantastica! Fino al 2010 resta la migliore classe ’93 del mondo, a 16 anni è già tra le prime 200. Poi si ferma improvvisamente, non progredisce e paga due anni di “purgatorio” in cui anziché fare il definitivo salto, continua a latitare in quelle posizioni di classifica. Non mancava niente a Sasha (suo soprannome, come da consuetudine serba)_ né la voglia, né il tennis, ma come si dice sempre per un bomber di razza a digiuno da gol, serve una rete per sbloccarsi e poi iniziare l’ascesa verso i piani alti. Il gol arriva qui a NY dove già un anno fa era riuscita per la prima volta a centrare la qualificazione nel main draw prima di perdere da CoCo Vandeweghe. Finalmente si è sbloccata e da lunedì sarà tutta un’altra storia.
Come nasce il tuo rapporto lavorativo con lei?
Purtroppo per me, nel 2009 la Krunic era già stata messa sotto contratto dalla IMG quindi per un bel periodo non c’è stato nulla da fare anche se ho continuato a seguirla, certo che sarebbe diventata qualcuno. Poi a fine 2011 succede una cosa carina. In quel periodo Pistolesi allenava la Hantuchova. Era al National Tennis Center di Bratislava e cercando una ragazza che potesse giocare con Daniela le viene proposta proprio Aleksandra. A fine allenamento mi chiama per dirmi: “Tu che sei molto attento ai giovani dovresti fare un salto a Bratislava. oggi Daniela ha giocato con una ragazzina serba, non puoi neanche immaginare che ira di Dio e che carattere che ha. Devi vederla e farla firmare con te!” Quando mi dice il nome scoppio a ridere dicendo che ovviamente la conoscevo, ma che purtroppo ero stato anticipato di quasi quattro anni dalla concorrenza. La incontro poi all’Australian Open dove perde al 3° turno di quali dalla Lepchenko. Ci facciamo una bella ed interessante chiacchierata e, scaduto in contratto con la sua vecchia agenzia, iniziamo a collaborare.
Tu che ci sei a strettissimo contatto, com’è Aleksandra fuori dal campo?
Fuori dal campo Sasha è un peperino. E’ una ragazzina molto vivace, estremamente intelligente, vispa. Ha quel tipo di curiosità che abbonda tra le persone con un’intelligenza superiore alla media. E’ molto sensibile, attenta e sempre disponibile con tutti.
Quali sono, invece, i suoi limiti? E dove può verosimilmente arrivare?
Forse le manca un pizzico di sicurezza in più, quella “arroganza” che nel tennis è spesso di grande aiuto. Per quanto riguarda, invece, gli obiettivi ti dico che se bastasse la classe che ha potrebbe arrivare in cima. Purtroppo nel tennis sono mille i fattori che devono incastrarsi e spesso la combinazione tarda ad arrivare o addirittura non arriva mai. Di sicuro lei ha lavorato tanto e sta continuando a lavorare tanto su se stessa sia a livello tecnico per sistemare e dare più consistenza al dritto specie negli scambi prolungati in cui era portata a strafare da quel lato del campo, rischiando e spesso commettendo qualche errore non forzato di troppo. Anche a livello mentale sta lavorando moltissimo: ora la vedo molto più concentrata e “cattiva”. Meno “disponibile” a farsi sopraffare a livello mentale. Le è capitato in passato di uscire dal match di testa, alla prima difficoltà aveva la tendenza a deprimersi. Ora è molto più centrata di testa e resta sul pezzo.
In conclusione, ti chiedo se ci sono altri giovani interessanti che segui da agente e se vuoi accennarci qualcosa.
Mi piacerebbe farti tre nomi. Il mio cavallino di razza è inglese e si chiama Jay Clarke. Magari ne parliamo un’altra volta, di lui come della rumena Andreea Amalia Rosca, classe ’99, che per me diventerà una campionessa di livello assoluto.
Vorrei, invece, approfittare per parlare un po’ di un’altra rumena: si chiama Gabriela Ruse con la quale, dopo due anni di reciproci “ammiccamenti”, sono riuscito a lavorare da quest’anno. Ad inizio stagione Gabi era poco fuori delle 100 al mondo under 18, prima di Wimbledon era intorno alla cinquantesima posizione, adesso è top10. Proprio a Wimbledon ha centrato un’ottima semifinale perdendo in modo a dir poco clamoroso da Schmiedlova (sorella minore di Anna Karolina) quando era avanti di un break nel terzo set prima che Giove Pluvio decise di interrompere il match. Al rientro nel primo quindici una scivolata sull’erba viscida le procura uno stiramento: match andato così come il sogno di vincere lo Slam. Nell’estate americana ha fatto finale nel primo ITF grade 1 giocato, ed ha vinto singolo e doppio nel torneo successivo.
Di lei mi piace la freddezza e la lucidità, doti piuttosto innaturali in campo femminile specie in queste età. Gabi è molto carina d’aspetto, ma in campo è una iena: ha una cattiveria quasi unica e in campo vuole sbranarti. Ora arriva l’ultimo grande appuntamento da junior per lei e dall’anno prossimo sarà tra le professioniste. E’ sempre difficile dirlo quando sono così giovani e ci sono così tante variabili in gioco, ma questa ragazza è una di quelle davvero buone e sentiremo parlare molto di lei.
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