Se chiedessero a un tennista di qualsiasi nazione dove vorrebbe vincere un match, sicuramente la maggior parte non citerà uno Slam ma il torneo più importante che si disputa nella propria nazione (per gli italiani Roma, per gli spagnoli Madrid e così via). Quando però il torneo più importante della tua nazione è uno Slam, capisci che raggiungere un obiettivo di questo tipo è ancora più difficile. Sai che magari se diventerai un professionista, un buon professionista (top 200-300) potrai anche ricevere una Wc per il main draw o per le qualificazioni(sempre che tu mantenga buoni rapporti con la federazione) ma arrivato lì, sul Lenglen o su uno dei campi secondari (per modo di dire, visto la gente che assiste è tantissima), sai che ti attenderà un match difficile visto che il tuo avversario è uno che calca questi palcoscenici spesso e batterlo sarà difficile, se non impossibile.
Si è presentata così quest’oggi Amandine Hesse, tennista francese classe ’93, che ha usufruito di una delle 8 wild card (le altre sono andate a Chirico, Dodin, Ferro, Johansson, Lim, Razzano e Arcangioli) per partecipare al main draw del Roland Garros e ha affrontato quest’oggi sul campo numero 7, la tennista australiana Jarmila Gajdosova, numero 52 del ranking Wta.
Per la ragazza di Montauban, cittadina nella regione del Sud Ovest della Francia e della regione dei Midi-Pirenei, è la terza partecipazione al tabellone principale di uno Slam (lo scorso anno fu sconfitta anche agli Us Open, per 61 62 da Alizè Cornet), seconda nel Roland Garros, dopo la sconfitta ricevuta lo scorso anno, dopo aver vinto il primo set per 6-3, contro l’austriaca Meusburger che ha poi vinto i restanti set per 63 64.
Torniamo però al match di oggi, con la francese che è partita bene, ottenendo subito il break approfittando di un paio di errori non forzati della sua avversaria. Una falsa partenza diremmo perché da quel momento, i fantasmi della tensione dovuta al pubblico numerosissimo che la sostiene ad ogni punto con un coro, e un paio di game lottati e poi persi per nulla (il tennis sappiamo che è così) portano l’australiana avanti 4-1 40-0*, con Amandine che corre da una parte all’altra senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. La francese reagisce, annullando le palle break con coraggio, due vincenti di dritto, e poi chiude il game. Peccato sia solo un segnale perché poi, l’australiana piazza un parziale di 8 punti ad 1, conquistando il set per 6-2.
Il match sembra destinato a una triste fine per i sostenitori francesi, soprattutto un 50enne, che intonano un motivetto: (immaginatevi una sequenza musicale di questo tipo) battito di mani, Allez Amandine, battito di mani, Allez Amandine. Sotto 62 10 40-30* il match sembra avviarsi verso la conclusione, invece è proprio in questo momento che Amandine sale in cattedra conquistando il game e portandosi avanti di un break, che risulterà decisivo. Ancora una palla break annullata sul 2*-1 Hesse grazie ad un errore dell’australiana e poi via 3-1. I restanti game del set sono chiusi facilmente dalle rispettive giocatrici ma Amandine è in questo momento superiore alla sua avversaria. Un piccolo brivido sul 4-3 e servizio quando si ritrova 15-30 ma anche in questo caso è brava a mettere pressione all’avversaria con il servizio e a conquistare il game. Sul 5-3 è ancora un break a dare il set alla Hesse che quasi stenta a crederci.
Siamo così al terzo set dove si alternano break e contro break per i primi 4 game, con le due ragazze che impattano sul 2-2 ma la Gajdosova sempre non avere più la “verve” del primo set e continua, alla distanza, a sbagliare. Amandine è la prima a tenere il servizio, ottenendo due punti di fila, uno con un servizio vincente, e portandosi sul 3-2. Da lì arriva il break che spegne i sogni di gloria della Gajdosova che si ritrova ad inseguire 4-2. Ancora 30-30 sul servizio Hesse e ancora una volta Amandine riesce a piazzare due punti decisivi, per conquistare il game, facendo esultare di gioia gli spettatori. Jarmila deve ora servire per rimanere nel match ma sul 30-15, prima un deleterio doppio fallo e poi due errori da fondocampo con il dritto, fondamentale con cui più ha faticato quest’oggi, hanno portato la 22enne francese a urlare di gioia per la vittoria appena ottenuta, a cui ancora stenta a credere.
La più bella vittoria in carriera, non tanto per il ranking della sua avversaria (numero 52 con best ranking al numero 25) quanto per il luogo in cui è stata compiuta, quello su cui ogni tennista francese desidera un giorno trionfare, che sia per il titolo o che sia per un primo turno di qualificazioni. Lo stesso campo che nel 2011 l’aveva portata tra le lacrime alla sconfitta nel primo turno del Roland Garros Junior, contro l’uzbeka Sharipova.
L’obiettivo, come dichiarato anni fa, rimane quello della top 10 (per raggiungere magari il suo idolo Ana Ivanovic), distante circa 200 posizioni visto che, con la vittoria ottenuta oggi (70 punti guadagnati in un colpo solo e lei ora ne ha 218) si è portata al numero 216, lontana 33 posti da quel best ranking dello scorso anno (183).
Chissà che non sia stato anche merito dei risultati di Kiki Mladenovic, cresciuta insieme a lei per il circuito junior e grandissima campionessa in doppio oltre che top 100 in singolare, a darle quella fiducia che è fondamentale a questi livelli. Infatti, se possiamo dire che a livello di colpi, con il buon servizio e dritto che si ritrova, non è una giocatrice lontana dal livello di qualsiasi top 100, mentre dal punto di vista mentale, deve ancora migliorare, cercando di essere sempre concentrata in campo.
Dopo questa vittoria papà Yannick, colui che l’ha portata per la prima volta sui campi da tennis, visto che tutta la famiglia giocava a questo sport e colui che la segue come allenatore, non potrà che essere felicissimo, visto che è arrivata una vittoria importante per portare sua figlia ad ottenere quel famoso salto di qualità che desidera ogni giocatrice di seconda fascia. Ora ci sarà, probabilmente su uno dei campi principali, lo scontro con Stosur che ha battuto Brengle 61 63, una giocatrice che a questi livelli vale sicuramente molto più di Amandine ma si sa, in questo sport, tutto può succedere. Se poi riuscisse nell’impresa, il match con tutto il pubblico a favore, presumibilmente contro Maria Sharapova sarebbe meritatissimo per una ragazza che ha sempre lavorato sodo e a cui auguriamo il meglio per questa sua carriera.
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