di Sergio Pastena
Il ritorno più bello avverrà tra due settimane: Alisa Kleybanova esordirà nel torneo di Miami, per il quale ha ricevuto una wild card. La russa, appena 22enne, non gioca da Roma 2011: dopo il torneo italiano era stata costretta allo stop per un motivo che aveva gelato il sangue agli appassionati. Linfoma di Hodgkin, tecnicamente: in soldoni un cancro, parola che molti han paura persino a pronunciare. In questi mesi Alisa, che è stata numero 20 al mondo e vanta già due titoli Wta in bacheca, ha combattuto la sua battaglia lontana da racchette e telecamere, affidata alle cure di medici italiani, e l’ha vinta.
Il suo rientro andrà a completare un inizio di 2011 che ha visto tornare tutta una serie di atleti di cui si erano perse le tracce, per un motivo o per un altro. Prendiamo i casi di Paul Henri Mathieu e Benjamin Becker, sicuramente i comeback più sorprendenti di questo scorcio di annata.
Il francese l’avevamo lasciato a Basilea, nel novembre del 2010: era scivolato oltre la centesima posizione in classifica dopo un’annata molto negativa, nonostante gli ottavi di finale a Wimbledon. Costretto al ritiro prima ancora di giocare contro Troicki, la sua ultima sconfitta sul campo era stata, curiosamente, proprio contro Becker. Poi il ginocchio sinistro che da tanto, troppi problemi e la decisione di operarsi: uno stop lungo un anno, che ha portato il francese ad uscire dalle classifiche Atp. Un rientro, a 30 anni appena compiuti, pieno di incertezze. Dubbi spazzati subito via: il tempo di battere Stebe a Montpellier e lottare contro Nieminen. A Rotterdam Paul-Henri, ex numero 13 del mondo, è partito dalle qualificazioni ed ha fatto fuori Feliciano Lopez per poi perdere contro Davydenko, entrambe le volte in tre set, indice di un’ottima condizione fisica.
Ancora meglio ha fatto il tedesco Benjamin Becker, che nel 2011 aveva visto andare ko il suo gomito destro. Il tedesco in realtà aveva già giocato un paio di Challenger alla fine dell’anno scorso, dopo otto mesi di stop, ma nel 2012 ha ricominciato a fare sul serio. Per la precisione, dopo aver perso agli Australian Open da Baghdatis, la scorsa settimana si è guadagnato le semifinali a Memphis battendo Sela, Malisse e Kubot prima di cedere a Raonic. Tanti punti, perché era un Atp 500, e un tabellone fortunato: dopo l’infortunio, però, un po’ di buona sorte ci stava tutta.
Il ritorno più triste, invece, è stato quello di Fernando Gonzalez. Giusto il tempo di dimostrare, battendo gente come Riba, Montanes e Ramos, di essere ancora abbondantemente competitivo, per poi annunciare il ritiro dalle competizioni che avverrà a Miami. Nando, di cui abbiamo già parlato, aveva fin troppi problemi: anca e ginocchio, per la precisione. Ha capito che non sarebbe mai tornato al Top ed ha preferito abbandonare piuttosto che vivacchiare nei Top 100.
Tra tanti giocatori esperti che si fermano, c’è infine anche la storia di un giovane: Filip Krajinovic (nella foto a sinistra), uno dei migliori prospetti dell’annata 1992, costretto a fermarsi per quasi un anno a causa di un’operazione alla spalla. Il serbo è tornato la scorsa settimana, disputando il Future di Antalya: partito dalle qualificazioni, è arrivato al secondo turno dove è stato sconfitto dall’ungherese Adam Kellner, testa di serie numero due del torneo. Per Filip è una rinascita, anche se ha solo 20 anni (compiuti da pochi giorni): in carriera è già stato numero 170 al mondo ed ha fatto semifinale a Belgrado, superando tale Novak Djokovic. Ora, però, deve ricominciare da zero.
E in Italia? In Italia attendiamo un ritorno che, però, avverrà solo tra un po’: quello di Stefano Travaglia, fermato in un momento di forma eccezionale da un incidente domestico. Ti aspettiamo, Stefano.
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