di Claudio Maglieri
L’8 maggio si avvicina, il conto alla rovescia per gli Internazionali BNL d’Italia è già iniziato, ma c’è un lungo elenco di tennisti e tenniste che si daranno battaglia sui campi del Foro Italico fin dalla settimana prima con lo scopo di provare ad assicurarsi un posto per il tabellone di qualificazione. Un viaggio della speranza verso il tennis che conta, una lotta nella giungla delle prequalificazioni per ottenere un posto al sole: tante storie all’inseguimento di un sogno, tanti ragazzi e ragazze che si svegliano ogni mattina con la speranza di riuscire un giorno a entrare a far parte di quel mondo ai loro occhi paradisiaco. Tra loro ci sarà anche la pugliese Alessandra Gisonna, nata a Massafra il 24 agosto 1996 ma residente a Palagiano (Taranto): e pensare che, dopo aver perso la finale contro Natasha Piludu al torneo Open disputatosi presso il Ct Bari, era convinta di essere fuori dai giochi. E invece…
“Non sapevo che anche la finalista sarebbe andata a Roma – racconta – quella sconfitta contro Natasha è stata brutta e non solo perché lei è la mia compagna di allenamenti. Il giorno delle finali non stavo bene, avevo un problema al piede e pensavo addirittura di non scendere in campo: però giocavo davanti alla mia gente, i miei genitori, i miei amici, non potevo rinunciare davanti a un pubblico così numeroso, alle telecamere. In una finale ti senti sempre importante. Ero avanti 3-1 e 40-0, da li in avanti non ho più fatto un game (Piludu si è imposta 6-3 6-0, ndr): la gara è durata quasi due ore, perdere così mi ha fatto stare male ma quando mi hanno detto che avrei partecipato comunque alle prequalificazioni ho cominciato a sentirmi meglio, dopo tre giorni ero serena“.
Tu e Natasha, tra l’altro, avete perso anche la finale di doppio.
“Già, come ho detto non stavo bene e infatti poi ho dato forfait per il misto: giocare al fianco di Nastasha è stata dura, mi aveva appena battuto in singolare. Lei però è una grande amica, durante l’incontro io sentivo ancora dolore ma mi ha supportata facendo più del suo dovere. Purtroppo mi toccherà ancora allenarmi con lei (ride).”
Non deve essere facile avere amicizie nell’ambiente, poco tempo fa Garbine Muguruza ha dichiarato ‘nel circuito ci odiamo tutte’.
“In effetti è complicato, soprattutto tra donne. Muguruza ha ragione, la penso come lei: tra noi c’è troppa competizione, anche se per certi aspetti è anche più bello cosi. I maschi la vivono con più leggerezza.”
Il tuo ragazzo Francesco Garzelli, tennista anche lui, conferma?
“Lui conferma tutto, spesso mi dice ‘voi donne siete micidiali’.”
Visto che gioca anche lui (è numero 995 Atp), vi date dei consigli?
“Mi dà suggerimenti giusti, che però io non ascolto (ride). Battute a parte, il mio colpo migliore è il rovescio, mentre il suo è il dritto: se ci fondessimo uscirebbe un giocatore quasi perfetto. Sul dritto lui crede di potermi insegnare molte cose, a volte mi dice ‘se ti allenassi io faresti il salto di qualità’.”
Intanto quest’anno hai conquistato i primi punti Wta, che obiettivi ti sei data per il futuro?
“Spero di chiudere il 2016 intorno alla 800esima posizione, disputerò tanti 10.000 e qualche 25.000. Punterò a giocare il più possibile, perché purtroppo ho perso molto tempo a causa di un problema al polso sinistro (da fine 2013 a giugno 2015, ndr): ho rischiato di dover abbandonare il tennis, è stato un periodo difficile ma per fortuna si è risolto tutto quanto. Dopo un infortunio del genere quel che conta è riuscire ad allenarsi, poter fare un’ora di tennis senza pause è unico, ti fa sentire felice: figuriamoci disputare tornei.”
Ora ci sono le prequalificazioni del Foro Italico.
“Non vedo l’ora, spero di dare il massimo e di dimostrare di poter giocare a certi livelli. Sarebbe un sogno superarle, già essere li sarà emozionante. Il mio obiettivo sarà quello di giocarmela senza contrattempi, l’infortunio di Bari si è rivelata una frattura da stress al terzo metatarso e sono dovuta rimanere ferma per venti giorni.”
Come preparerai questo appuntamento?
“Lunedì farò una risonanza al piede, poi riprenderò piano piano. In genere mi alleno due volte al giorno, poi la prossima settimana giocherò alcune partite di serie C e lì valuterò le sensazioni.”
Per il resto, che fai nella vita? Che tempi ti sei data per sfondare nel tennis?
“Lo scorso anno mi sono diplomata al liceo scientifico, poi ho deciso di accantonare momentaneamente l’Università per concentrarmi sul tennis: ho fatto questa scelta a malincuore, mi piace molto studiare e vorrei diventare avvocato. Ma ora penso al tennis: spero di fare il salto di qualità nel giro di tre anni.”
Dopo le prequali di Roma dove giocherai?
“Prenderò parte a un torneo a Sharm El Sheikh, conosco bene i loro campi veloci: poi si vedrà.”
Grazie e in bocca al lupo per tutto!
“Crepi il lupo, grazie a voi!”
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