di Franco Marucci
Parole fin troppo altisonanti sono state puntualmente rilasciate dagli organizzatori, in sede di presentazione, circa il pregio e il valore di questo torneo: in realtà l’entry list del maschile, di 34 giocatori, include rankings che vanno dal 31 al 219, e a sorprendere non è tanto la coda quanto la testa: i primi trenta al mondo sono in pratica assenti. Nel femminile il range è 18-306 in un totale di 22 giocatrici direttamente ammesse. È bene però non infierire e sottilizzare, perché come sappiamo le classifiche junior sono molto relative e risultati clamorosi contro pronostico all’ordine del giorno. Anzi, come spesso succede, potrà senz’altro saltare fuori il giocatore e la giocatrice rivelazione. Io smetterei però di strombazzare ogni anno che qui ha vinto Federer su Volandri, come fosse un marchio di fabbrica; dopo il 1998, ahimè, l’Albo d’oro dei finalisti e semifinalisti abbonda di giocatori di cui non si è più sentito parlare, piuttosto che di campioni; e vale anche la prova contraria: Nadal, o anche Raonic e Dimitrov, mettiamo, qui non sono venuti o non hanno vinto. Rimane il fatto che, in ottica tricolore, due pezzi pregiati, anzi i più pregiati, non ci sono. Uno è Gianluigi Quinzi, che l’anno scorso giocò maluccio dopo un eccessivo battage, ma quest’anno avrebbe potuto fare faville, e l’altro è Napolitano. Il primo ha giocato tanto quest’inverno, e forse ha deciso di tirare il fiato; Stefano Napolitano dosa come è noto le sue apparizioni, e a mio avviso non fa affatto male. È facile bruciarsi quando si è giovani, e giocare e vincere troppo da junior non è un viatico sicuro per vincere anche dopo: anzi. È allora Matteo Donati, 1995, il nostro giocatore di punta, con, a ruota, il “torello” Filippo Baldi. Federico Maccari ha un tennis vario e completo ma non ha propriamente ancora sfondato, e, essendo ormai diciottenne, bisognerebbe sapere di quali e quanti margini di miglioramento è capace. Da tenere d’occhio è Massara, che incanta per la bellezza dei suoi colpi, anche se finisci per dirti che gli mancano un dieci centimetri almeno di altezza. Dagli alternates ci si augura possano salire in uno dei due tabelloni alcuni giovanissimi, perché dopo le annate “aride”, 1991, 1992 e 1993, il vivaio 1996-1997 è improvvisamente fertilissimo. Qui In Toscana si dice un gran bene di Stefanini (iscritto) e di Capecchi (non iscritto).
Nel femminile sono invece nel main draw Camilla Rosatello e Francesca Palmigiano, e nelle qualificazioni Prosperi, Marchetti, Chiesa, Pairone, Gariglio e Lombardo. Anche il 1994, per le femmine, è stato arido, e Palmigiano insiste a venire qui (la terza volta) sebbene non abbia mai brillato. I risultati di cui si dispone dall’inizio di questo anno 2012 non sono molti e probanti, e solo Rosatello si è per ora segnalata. Per quello che si è potuto vedere sino allo scorso autunno chi può competere sino alla fine e magari forse anche vincere è Valeria Prosperi, una giocatrice del 1995 che ha già classifica WTA, non gioca un tennis appariscente, raffinato e di potenza (semmai di rimessa), ma è coriacea e resistente come poche. Per cui mi auguro che le siano risparmiate la qualificazioni e riceva una wild card, che darei anche a Pairone, la più competitiva e dotata delle classe 96. Io tifo comunque Lorenza Stefanelli, una agonista autocritica che ha raccolto molto meno di quanto vale. Anche qui nel femminile bisogna resistere alla tentazione di voler vedere a tutti i costi in scena le ancora più giovani: poche sono le nate nel 1997 nostrane iscritte o nelle alternates; e non c’è una delle più promettenti 1998, Martina Zerulo.
Per finire, le incognite non riguardano soltanto le eventuali assenze dell’ultimo minuto o le wild cards, bensì il meteo. Se il sito che consulto non prenderà un granchio, a giorni alterni pioverà ininterrottamente sulle Cascine.