(Adelchi Virgili – Foto Nizegorodcew – Challenger Garden 2014)
di Alessandro Nizegorodcew
Il mese di maggio è appena iniziato, il sole romano si fa largo dopo una serie di giornate di pioggia. Il chalenger del Garden, classico prologo degli Internazionali BNL d’Italia, è alle porte. E’ la giornata dedicata ai primi turni di qualificazione e, subito fuori dal campo centrale, Vittorio Selmi e Andrea Gabrielli chiacchierano amabilmente del più e del meno, anche se c’è un argomento preponderante: Adelchi Virgili. Il toscano è atteso all’esordio stagionale in singolare (si, avete capito bene, tornei disputati da gennaio ad aprile = zero spaccato), ma di lui, al circolo, ancora non v’è traccia.
Ad un tratto, eccolo lì, con il suo imperituro sorriso smagliante, la sua lunga chioma e il borsone da tennis. Qualcuno esclama: “E’ arrivato“, ma Vittorio Selmi lo reguardisce: “Adelchi non arriva, appare!“
Le domande degli astanti si sprecano, come sempre, anche se la questione principale è “Che fine aveva fatto Adelchi Virgili?”. “Eh ragazzi, vivo la vita” è la sincera e naturale risposta del toscano, da poco tornato da una esibizione in Messico alla quale era stato invitato.
Adelchi scenderà in campo vincendo in pochi minuti il primo turno ma perdendo contro Ouhahab al secondo ostacolo (dopo essere stato avanti 5-0 al terzo). Nei mesi successivi avrebbe giocato molto bene a Cortina, Cordenons, Como e Genova, vincendo buone partite in qualificazioni e lottando contro giocatori di alto livello come Starace e Troicki. Ma la settimana scorsa potrebbe essere giunta una piccola svolta, quel salto di qualità mentale più che tecnico, che da tempo immemore si chiede a uno dei più grandi talenti italiani degli ultimi 30 anni.
Adelchi si è infatti recato in Francia, precisamente a Rodez (non lontano da Tolosa), per prender parte ad un torneo futures sul veloce indoor da 15.000$. Virgili non ha mai avuto un buon feeling con i tornei del circuito Itf, nei quali non aveva mai raggiunto alcun risultato di rilievo. Si è spesso parlato di mancanza di motivazioni, che invece nei challenger, contro avversari più forti e spesso un discreto pubblico, arrivavano senza problemi.
Virgili ha giocato e vinto quattro match, la maggior parte dei quali in lotta e annullando anche dei match point, salvo poi cedere il passo in finale al forte belga Maxime Authom (7-5 0-6 6-3, classico punteggio alla Adelchi Virgili).
Questa finale apparentemente priva di significato potrebbe rappresentare la svolta per il talento toscano, che da lunedì prossimo entrerà tra i primi 650 del ranking Atp con soli 4 tornei “a punti” nel 2014. Che abbia trovato finalmente le giuste motivazioni? Che abbia compreso l’importanza di alternare futures e challenger giocandoli entrambi con il medesimo, positivo, atteggiamento? Adelchi ha sempre parlato de “il mio sogno” riferendosi al tennis, che per quanto si sia ironizzato in passato è e rimane la sua vita.
Gli appassionati italiani, soprattutto quelli particolarmente “malati”, conosco alla perfezione il tennis di Virgili e sognano un suo approdo nel tennis che conta. Ciò che sembrava totalmente impraticabile sino a 10 giorni fa potrebbe essere divenuto finalmente una Mission ImPossible?
Leggi anche:
- None Found