di Luca Brancher
Un po’ di storia. 29 Dicembre 1997: c’è qualcuno di voi che ha un ricordo vivido di cosa stesse facendo quel giorno? Io ad esempio no, dal calendario scopro che era un lunedì in cui mi godevo le prime vacanze natalizie da liceale – post ginnasio – e mai avrei immaginato che quella data, apparentemente così senza significato, tanto da non ricordarmi cosa abbia fatto – Sciato? Forse – potesse assumere invece una certa rilevanza a 15 anni di distanza. Quel giorno infatti si disputò la prima partita di un tabellone principale di un torneo denominato“future”, tipologia di manifestazioni che avrebbe affiancato i già presenti circuiti “satelliti”, fino a rimpiazzarli nell’ambito delle competizioni ITF. Interessante la storia degli stessi satelliti, creati dalla federazione internazionale nel 1976 – quando venne istituito il ranking mondiale – attraverso tre tipologie di circuiti, uno in Europa e due in Nord America: all’epoca, infatti, il tennis era dominato dagli Stati Uniti, per cui era tutto piuttosto naturale. Come detto, 20 anni dopo, l’ITF decise di cambiare regole, visto che i “satelliti”, che col tempo si erano sviluppati sulle ceneri dei tre circuiti sopra menzionati, erano sì più diffusi nel mondo, ma avevano regole restrittive in materia di acquisizione dei punti (i circuiti duravano 4 settimane e per conquistare dei punti eri obbligato a partecipare a tutte le tappe), optando per i futures. Il primo, organizzato a Nuova Delhi, India, ed iniziato il 29 dicembre del 1997 appunto, decretò vincitore il primo favorito del lotto, Vadim Kutsenko, russo, ma al tempo di passaporto uzbeko, contro l’ex-connazionale Dmitriy Tomashevich. La settimana successiva, sempre in India, ebbe luogo il successivo – c’era infatti l’obbligo, inizialmente, di organizzare tre manifestazioni consecutive da 10.000$ oppure due da 15.000$ – e da lì si sviluppò l’intero movimento, fino ai giorni nostri. L’ultima partita giocatasi, la finale del 50esimo future turco nell’anno 2012, vinta dal russo Valery Rudnev sul “nostro” Lorenzo Frigerio, ha avuto luogo sempre il 29 dicembre, ma di 15 anni dopo – e ho vividi ricordi, invece, di cosa abbia combinato in quelle 24 ore – da cui il titolo dell’articolo.
Un po’ di numeri. I tornei che, in questo arco di tempo, hanno avuto conclusione sono stati 5.898, numero di poco inferiore rispetto a quelli effettivamente disputati, perché uno sparuto gruppo, per varie ragioni, vuoi il maltempo persistente, vuoi calamità di massima priorità (come scordare il terremoto in Giappone di due anni fa, a questo proposito), non ha avuto fine. Solo uno, però, non ha sancito un vincitore nonostante vi fossero i nomi degli atleti ammessi di diritto alla finale: il future numero 15 della Giamaica nella stagione 2002, nella cui finale avrebbe visto scontrarsi il francese Julien Cassaigne e l’olandese Jean Julien Rojer, all’epoca giocatore delle Antille. La motivazione per cui tale confronto non si è disputato è rintracciabile tra quelle già descritte (pioggia persistente), ma vale la pena citarla perché in esso vi era impegnato uno dei tennisti che hanno, a loro modo, fatto la storia di questi tornei: Rojer. Molti di voi lo conosceranno per gli ottimi risultati ottenuti in doppio, ma il buon tennis che ancora oggi sa sprigionare era stato inizialmente testato nei circuiti inferiori. E in quel 2002, se si fosse aggiudicato quell’ennesimo titolo, avrebbe superato un certo Rafa Nadal… Procediamo però con ordine e non anticipiamo troppo: qui sotto potrete vedere un grafico che espone come il movimento futures abbia preso sempre più piede nel mondo professionistico, almeno stando al numero di tornei organizzati, prima come alternativa ai satellite, come già spiegato, e poi, a partire dal 2007, come unica variabile ITF, nonostante un leggero calo che ha interessato il biennio 2009-2010, su cui ha influito la crisi economica mondiale.
La somma fa 5.899, vale a dire tutti quelli con regolare conclusione più la prova senza vincitore, ma con due finalisti, già citata.
Nazioni Leader come organizzatrici. Dal punto di vista organizzativo sono state due le nazioni più attive nel quindicennio. Inizialmente ad indossare questi panni erano, come facile prevedere, gli Stati Uniti – sebbene nel 1998 a primeggiare sia stata l’Italia con 15 kermesse – in carica fino al 2004, quando a soppiantarli è stata la Spagna, che ha regnato fino al 2011 – salvo un breve, nuovo interregno, del Belpaese nella stagione 2005 – prima che a salire sul trono fosse, a sorpresa, la Turchia, che con le 50 prove del 2012 si è ampiamente meritata il titolo di regina tra le nazioni organizzatrici di futures. Di seguito troviamo uno storico delle 10 nazioni con più tornei all’attivo.
In totale a referto abbiamo ben 117 nazioni con almeno una prova ospitata – rammentando che la confederazione elvetica è solita tenere un evento a Vaduz, Liechtenstein: un vero e proprio movimento mondiale.
Nazioni Leader come vincitori di prove. Vediamo ora quali sono invece le nazioni leader se ci basiamo sul numero di titoli acquisiti dal 1998 al 2012. Nota importante: per tutti quei giocatori che, nel corso del tempo, hanno cambiato almeno una volta il proprio passaporto siamo stati obbligati a farli rappresentare l’ultima nazione a cui si sono legati, visto che il sito ufficiale non traccia uno storico delle nazionalità, ma segnala ciascun giocatore come da sempre battente bandiera dell’ultima federazione rappresentata. Il dato, rispetto all’effettivo, sarà leggermente “sporcato”, ma non a tal punto da rendere vane le conclusioni che trarremo di seguito.
Si evince immediatamente che ci sono tre nazioni al di sopra di tutti: Francia, Argentina e Spagna, che hanno superato quota 400, mentre l’Italia segue al quarto posto e guida il gruppetto di inseguitrici comprendente Germania, Stati Uniti, Brasile e via dicendo.
Sono 90 le federazioni a vantare almeno un titolo future nel proprio palmares, tra le più curiose, a chiudere la classifica, troviamo Libano (Bassam Beidas, Marocco F2, Anno 2011), Aruba (Josè-Luis Muguruza, Spagna F16, 2006) e Bahamas (Mark Merklein, USA F22, Anno 2000).
Se andassimo a rintracciare invece, per singolo anno, quale è stata la nazione più titolata, troviamo una situazione alquanto attesa
La Francia ha chiuso l’anno per 7 volte su 15 al primo posto, essendo peraltro l’unica a toccare (2010) o superare (2012) quota 50 successi, l’Argentina ha mantenuto lo scettro per 3 stagioni, così come la Spagna, mentre nel 2008 è toccato all’Italia (ben 40 titoli) e nel 2005 alla Germania.
Curioso il caso dei “nostri”, che nel 2008 hanno superato ogni rosea aspettativa segnando un record al di fuori degli standard abituali, come ci suggerisce il grafico.
Da quando i futures hanno preso completamente piede, si nota come l’Italia abbia sempre vinto un numero di titoli non molto distanti dalle 25 unità, con un’incidenza rispetto alle prove totali del 5% circa. Solo nel 2008 quest’incidenza ha raggiunto il 7,5% grazie alle 40 prove portate a casa.
Poichè la storia è un patrimonio ricco di informazioni importanti, di seguito elenchiamo quali furono gli artefici di questo piccolo miracolo tricolore
- Tomas Tenconi 6 (Italia F6, Italia F18, Italia F20, Italia F23, Italia F26, Italia F27)
- Matteo Marrai 4 (Georgia F1, Georgia F2, Germania F7, Italia F33)
- Leonardo Azzaro 3 (El Salvador F1, Italia F3B, Panama F1)
- Thomas Fabbiano 3 (Italia F9, Italia F24, Italia F34)
- Riccardo Ghedin 2 (Grecia F1, Norvegia F1)
- Andrea Stoppini 2 (Francia F5, Svizzera F1)
- Stefano Ianni 2 (Italia F11, Lituania F1)
- Federico Torresi 2 (Germania F11, Italia F19)
- Matteo Viola 2 (Ungheria F3, Lituania F2)
- Massimo Dell’Acqua 2 (Austria F1, Italia F30)
- Luca Vanni 2 (Ucraina F1, Ucraina F2)
- Gianluca Naso 1 (Italia F4)
- Giancarlo Petrazzuolo 1 (Italia F12)
- Alessandro Da Col 1 (Gran Bretagna F8)
- Andrea Arnaboldi 1 (Spagna F43)
- Simone Vagnozzi 1 (Croazia F10)
- Francesco Piccari 1 (Italia F16)
- Damiano Di Ienno 1 (Ecuador F7)
- Paolo Lorenzi 1 (Italia F2)
- Enrico Iannuzzi 1 (Canada F3)
- Patrick Prader 1 (Italia F17)
Se la Francia si staglia sopra tutte per costanza di risultati e la Spagna ha attinto dal grande numero di tornei organizzati, ma soprattutto dalla grande mole di giocatori prodotti in quest’ultimo decennio, un’altra particolarità ha aiutato l’exploit argentino. E’ infatti la nazione albiceleste a detenere la percentuale più alta di successi di giocatori casalinghi nelle prove disputate sul proprio suolo. Delle 187 prove ospitate, ben 176 (!) sono state vinte da tennisti di casa (94%): in questa particolare graduatoria la segue, al secondo posto, il Brasile (75%), che precede l’Australia (71%) e la Repubblica Ceca (65%). E’ evidente che tale statistica sia particolarmente clemente con i paesi dove la partecipazione non è sempre di prim’ordine e soprattutto si registra una grande affluenza interna (non un caso che ai primi tre posti ci siano tre stati del continente australe), ma il dato dell’Argentina è a prescindere qualcosa di impressionate. Vale a proposito citare gli “eroi” – giusto chiamarli così – in grado di violare Buenos Aires e dintorni
Ricardo Schlachter (Brasile, vincitore nel 1998 dei tornei Argentina F1 e Argentina F2)
Pablo Bianchi (Uruguay, 2000, Argentina F9 e 2001, Argentina F1)
Pablo Cuevas (Uruguay, vincitore nel 2005 di Argentina F10)
Daniel Dutra Da Silva (Brasile, 2007, Argentina F13)
Marcel Felder (Uruguay, 2008, Argentina F8)
Alexandre Bonatto (Brasile, 2009, Argentina F2)
Jorge Aguilar (Cile, 2009, Argentina F7)
Guillermo Rivera-Aranguiz (Cile, 2010, Argentina F9)
Federico Gaio (Italia, 2012, Argentina F18)
Per cui Federico Gaio, attualmente, risulta l’unico tennista europeo ad aver vinto un future in Argentina. Da segnalare, inoltre, che in ben 10 occasioni in finale è stato sconfitto un giocatore argentino ed il solo incontro Schlachter-Aramburu Acuna (peruviano quest’ultimo), valido per la finale dell’Argentina F2 del 2000, è stato un atto conclusivo senza tennisti albicelesti presenti.
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