A cura degli inviati a Mallorca, Michele Galoppini e Giulio Gasparin
Giornata di quarti di finale per la seconda edizione del Mallorca Open, torneo WTA della categoria International che sta per avviarsi alla sua conclusione anche per l’edizione 2017. Tra le protagoniste della giornata c’è stata sicuramente Anastasia Sevastova, finalista a Mallorca nel 2016 e che ai quarti ha sconfitto Ana Konjuh in un match da montagne russe. La lettone si è poi fermata in conferenza stampa per commentare il suo match e per qualche curiosità sull’erba di Wimbledon in arrivo.
Congratulazioni Anastasia, innanzitutto. Come sei riuscita ad uscire vittoriosa da un match così complicato, sia fisicamente che mentalmente?
Non ne sono del tutto sicura. Peraltro sto sempre giocando in queste condizioni abbastanza dure e pensavo che oggi l’avrei pagata, soprattutto considerando il lungo match giocato anche ieri. Nel terzo set mi sono detta di combattere, visto che peraltro il secondo era andato via veloce ed avevo ancora energie nel serbatoio.
Come si gioca contro una giocatrice come la Konjuh, che tira tutto a mille all’ora, vicino alle righe?
Come si gioca? Beh bisogna cercare di prendere la pallina in qualche modo [risata]. Bisogna studiare bene l’avversaria e sapevo che lei gioca un certo tipo di tennis e di schemi base, quindi ho cercato di anticipare le sue mosse più spesso possibile, mettere le risposte in campo e dare del mio meglio per evitare di perdere il servizio. Certo… non è facile [sorriso].
Le informazioni che conosci sulla Konjuh come le si scoprono?
Mi sono allenata qualche volta assieme a lei, quindi un po’ ho imparato. Inoltre il mio coach è andato a vedere il match di ieri in cui ha battuto la Azarenka. E poi c’è JJ [Jelena Jankovic, che stava ascoltando la conferenza], la mia nuova compagna di doppio [risata]! Lei ci ha giocato contro qui a Mallorca lo scorso anno, mi ha dato qualche consiglio utile.
Com’è giocare il doppio con Jelena?
Divertente! Inoltre sa giocare bene in doppio. Poi lo giochiamo entrambe rilassate, poiché il doppio per noi due è una disciplina secondaria e ci aiuta a sfogarci un po’. E come coppia stiamo funzionando qui.
Cosa ti è successo all’avambraccio destro? C’è una piccola fasciatura…
Ah questo, no non è niente, credo semplicemente sia la conseguenza del fatto che gioco troppo spesso a tennis [fa spallucce e sorride].
Non è un brutto problema da avere no?
Affatto, vuol dire che vinco tante partite! Certo, peccato che di conseguenza è un problema che non passa mai… ma comunque non gioco Wimbledon, quindi potrò riposarmi qualche giorno prima di volare a Londra già dal prossimo mercoledì.
Qual è il tuo rapporto con l’erba? Dopotutto qui hai fatto finale anche lo scorso anno.
Mi piace giocare sull’erba, ma probabilmente solo quando fa caldo: ho giocato Nottingham non è andata molto bene, Wimbledon l’anno scorso contro Francesca Schiavone ho giocato male… devo avere un feeling speciale con la combo erba-sole. Per Wimbledon nel frattempo non mi pongo obiettivi, vediamo come va, è un po’ di anni che faccio fatica là.
Qualche differenza tra l’erba maiorchina e quella inglese?
Credo che questa sia più veloce, forse proprio a causa del caldo. Infatti ricordo di aver giocato lo scorso anno a Wimbledon un match in serata, non c’era il sole, l’erba aveva già fatto in tempo a ricrescere ed era più alta. Io e Francesca praticamente scambiavamo come se fossimo su terra battuta, non si riusciva a fare un vincente [risata].
I c’mon sono in tedesco per via del tuo allenatore? Anche le urla e le discussioni sul campo in generale?
Sì sì sono in tedesco, ma potrei urlare in diverse lingue probabilmente. In russo ad esempio ed ovviamente in inglese, ma scelgo il tedesco per “comodità”.
Ed in che lingua pensi sul campo?
Più spesso in tedesco, sì sì. Forse perché anche parlo sempre tedesco e nella mia mente viene automatico.
La vittoria di Jelena Ostapenko al Roland Garros è stata una grande cosa per il tennis lettone. E’ cambiato qualcosa in Lettonia per quanto riguarda il tennis dopo questa vittoria?
Non credo sia ancora cambiato alcunché in Lettonia. Certamente la vittoria della Ostapenko è stata qualcosa di gigantesco per un paese piccolo come siamo noi, e forse la gente comincerà a guardare più spesso il tennis. Comunque non è cambiato niente, almeno per quanto mi riguarda ancora niente [sorriso].