Emily Stellato è nata a Latina il 31 Maggio 1982, nella sua carriera ha vinto 2 tornei ITF in singolare e 8 in doppio di cui uno WTA a Palermo con Adriana Serra Zanetti, ha avuto il suo best ranking al numero 364 in singolare e 162 in doppio sempre nel 2004. Ciò che ci piace constatare di Emily è la sua disponibilità e grandissima simpatia, è amata da tutti, non solo rispettata per la sua storia. I ragazzi e le ragazze che allena, i loro genitori, il coach Melaranci, i colleghi Maestri riconoscono in Emily questa dolcezza infinita, una fortissima sensibilità che se da una parte gli è costata qualche posizione nel ranking WTA, dall’altra la rende una persona deliziosa con tante attenzioni per tutti.
Come comincia la tua passione per il tennis?
Ho avuto una ispirazione da piccolina, al Nascosa perché mio papà era socio lì, e ad allenarmi mi portava mamma. Mi hanno sempre dato tranquillità e soprattutto con mia mamma avevo un rapporto fortissimo. Già da piccolina vincevo spesso, poi a 13 anni mi sono trasferita al centro federale a Roma ma sono rimasta solo 4 mesi e mi sono fermata per riprendere verso i 16 anni.
Nel 2003 il primo successo in singolare a Lecce, te lo ricordi?
Certo che me lo ricordo, pensa che dovevo avere la wild card per le quali a Roma, poi la wc sfumò e dovetti affrontare una semifinale a Lecce con una situazione psicologica davvero particolare.
Nel 2004 arrivò la vittoria a Quartu sul cemento.
Il veloce è sempre stata la mia superficie preferita, ricordo bene quel torneo perché l’ho sempre dedicato a mia mamma che non stava bene.
Nel doppio si ricordano invece i grandi successi con Alice Canepa e con Adriana Serra Zanetti a Palermo.
Sì, Alice era la mia partner nei tornei e con lei c’era una amicizia straordinaria e mi trovavo benissimo, abbiamo vinto una infinità di partite insieme, io sempre dal lato del rovescio e lei del diritto ed entrambe benissimo a rete. Con Adriana abbiamo vinto il WTA di Palermo ed è stata una esperienza che ricorderò per sempre. L’anno successivo sempre a Palermo perdemmo 7-6 al terzo dalla coppia Sanchez/Garrigues, giocatrici top.
Che giocatrice era Emily Stellato?
Tecnicamente il mio punto di forza era il rovescio, la Makarova disse che il mio rovescio non si teneva e anche la Martinez Sanchez si complimentò per il mio rovescio con coach Melaranci. Tatticamente me la cavavo bene, sapevo cosa fare , avevo un gioco vario e con qualsiasi avversaria dopo 2 giochi capivo come avrei dovuto impostare la gara. Sono molto orgogliosa di questo. Atleticamente stavo benissimo, perché il lavoro con coach Melaranci era durissimo, ci allenavamo parecchio e bene, mentre sul piano mentale ad un certo punto della carriera ero un po’ più insicura rispetto a quando ero bambina. Ricordo un episodio con la Niculescu in cui lei piangeva quasi ad ogni punto e persi una partita perché mi deconcentrai.
Hai qualche rimpianto?
Mi reputo un filo sfortunata nella vita tennistica, perché ho avuto qualche intoppo in momenti decisivi della carriera, ad esempio 4 strappi addominali a causa di una postura sbagliata. Il mio best ranking è stato ufficialmente 162 WTA in doppio e 364 in singolare, eppure io ricordo di essere stata più in alto anche se negli archivi risulta questo. Avrei potuto fare di più ancora.
Chi sono stati i tuoi coach?
Il primo maestro è stato Marcello Barboni, poi Vittorio Magnelli ma il mio vero coach a livello professionistico è stato Piero Melaranci.
Esiste l’amicizia nel tennis?
Certo che esiste, oltre ad Alice e Adriana, avevo davvero tante amiche nel tennis, la Chieppa, Gianna Doz, e mi fa piacere sentirle ancora, la prima è stata Anna Floris.
E l’amore?
Ho avuto una storia importante durante la mia attività agonistica ed è finita, ma l’idea di avere una famiglia è un mio desiderio.
Ora sei Maestra Nazionale, gireresti il circuito come coach?
Sì mi piace il contatto coi bambini e anche con quelli più grandi, mi piace il mio ruolo e girerei anche il circuito come coach privata se avessi l’opportunità. Per una donna forse è più difficile perché questo mondo è ancora un po’ maschilista, però la Mauresmo che ha fatto la coach di Murray per 2 anni ha dato una bella spallata a tutte le convenzioni.
Quanto hai guadagnato in carriera?
Non moltissimo, se non entri nelle 100 è difficile guadagnare.
Come era la tua giornata tipo quando eri agonista?
Mattina allenamento dalle 9 alle 12, poi riposo e ritornavo ad allenarmi dalle 15 alle 19, alternando tennis e atletica in base alle circostanze.
Giocatore e giocatrici preferite?
Il mio mito era Edberg, ora Roger. Tra le donne adoravo la grinta di Monica Seles. Tra i ragazzi di oggi qui al Capanno abbiamo Giulio Zeppieri che è un prospetto interessante e Masha Marfutina che è già una giocatrice.
Quando è l’ultima volta che hai pianto?
Ieri. Mi capita di piangere, arrivano pensieri, tutti miei, e giù di lacrima. Sono piuttosto sensibile.
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La chance giusta potrebbe arrivare da un momento all’altro per questa giovane donna pronta a misurarsi da Coach privata con il circuito professionistico, dopo averlo vissuto in prima persona da protagonista. E quegli occhi della tigre, quella voglia di competere, ma anche quella sensibilità e dolcezza che avvolgono Emily sono adesso a disposizione di ragazzi giovani che non possono che giovarne intensamente. Sei pronta Emily, non voltarti indietro.