Di Giorgio Giosuè Perri
Walter Trusendi è riuscito a strappare il pass per le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia che prenderanno il via venerdì 28 aprile. Il toscano, con un passato da 299 del mondo, ha superato una squalifica e un melanoma, e si è aggiudicato a fine 2015 lo scudetto con il suo T.C. Forte dei Marmi. Dopo essere stato al Foro Italico nel 2011 e aver vissuto il sogno di fare da sparring partner a Federer e Murray, Walter ha voglia ed è pronto a vivere da protagonista le prossime stagioni. Tra ritoccare il best ranking e ricominciare a giocare le qualificazioni degli ATP, anche quello di trovare continuità e stare bene. La voglia c’è.
Hai indubbiamente vissuto un 2015 complicato. Dopo la squalifica, però, sei riuscito a vincere lo scudetto con il TC Forte dei Marmi. Con grande pazienza e grande caparbietà hai dato seguito a quel risultato, ritornando a livelli abbastanza alti. Ma com’è stato il rientro?
Il 2015 è stato un anno obiettivamente brutto, dopo la squalifica ho avuto anche un melanoma. Poi, con tanta forza mentale, ho trovato gli stimoli per ripartire pur giocando poco bene a tennis. Fortunatamente è arrivato lo scudetto e da lì è cambiato tutto, soprattutto perché ho portato a casa tanti punti importanti e sono riuscito a fare la differenza. Un successo inaspettato, si. Ovviamente siamo una squadra forte, ma essere stato determinante mi ha dato tanta fiducia, davvero, mi ha aiutato sotto tutti i punti di vista. Ho ricominciato ad allenarmi con grande forza e le soddisfazioni, per fortuna, sono arrivate immediatamente.
Adesso come stai? Come procede il 2016?
Ho ripreso abbastanza bene, ho giocato qualche futures, ho guadagnato qualche punto e questo mi ha permesso di ritornare tra i primi 800 del mondo. Ho vinto due Open di grande livello, con gente come Marcora, Brizzi e Crepaldi, gente che gioca Challenger ed è molto competitiva. Sto bene. Negli ultimi dieci giorni ho avuto qualche problemino, un po’ d’allergia, motivo per cui a Torino non sono stato in grado di competere al meglio. Ma adesso è tutto ok, mi preparo per Roma, voglio fare bene.
Roma è sempre stato un obiettivo? Hai fatto di tutto per esserci e ci sei riuscito brillantemente.
Si, ci sono stato solo una volta e ho sentito il forte desiderio di ritornarci. Ci sono un po’ tutti, tutti con lo stesso sogno di giocare nel main draw. Penso che per un tennista italiano non ci sia cosa più bella, penso che giocare Roma sia anche meglio che giocare uno Slam. Nel 2011 ho avuto la fortuna di poter fare da sparring partner a Federer, a Murray e a tutti gli altri, è stata una settimana bellissima, una settimana che non dimenticherò mai. Non precludo niente, perché in futuro potrei rifarlo, ma adesso mi piacerebbe giocarci contro.
E dopo Roma? Quali sono oggi gli obiettivi di Walter Trusendi?
Ho obiettivi molto grandi, vorrei ritoccare il best ranking, giocare le quali dei tornei ATP, giocare un Grande Slam. Purtroppo devo guardare più alla realtà: ho una classifica piuttosto bassa e ricominciare dai tornei futures non è mai facile. Ho tantissima voglia, forse anche più di prima, ho passato tanti momenti brutti e questi mi hanno dato la forza per ricominciare e continuare.
Adesso, un po’ da veterano, avrai anche l’opportunità di confrontarti con quelli che sono i migliori prospetti della nuova leva tennistica nostrana. Quali sono i giovani che preferisci e quante possibilità dai loro di fare bene già al Foro?
Ragazzi giovani? Difficile possano fare bene già a Roma, ma sicuramente ci sono Donati, Napolitano, Quinzi, ed Eremin che hanno tanto tennis. C’è anche Sonego, quest’anno molto competitivo, ma non è facile dirlo. Non so se questi saranno in grado di raggiungere il livello dei Fognini e dei Seppi, il livello si è alzato ed è diventato sempre più difficile fare dei pronostici. Bisogna sempre giocare bene, tutte le settimane, il ritmo è pazzesco e bisogna fare un sacco di gavetta. E’ più difficile ora, rispetto a 15 anni fa, raggiungere le piazze più alte. Posso dirti che questi giovani giocano molto bene e sono già competitivi, ma non ancora per farlo con i grandi.
Tu che hai vissuto di più il circuito minore, quant’è effettivamente cresciuto il livello medio?
Il livello sta salendo tantissimo dalla 500esima posizione in poi. Battere quei giocatori, oggi, è diventato molto più complicato. Sta migliorando la metodologia d’allenamento, tutti si allenano bene, tutti sanno sfruttare bene l’attrezzo, ci sono state tante piccole componenti che hanno consentito di fare un passo in avanti. E’ più semplice avere un’ottima condizione fisica ed essere competitivi, è difficile emergere a livello futures anche se l’età media si è alzata notevolmente.