Abbiamo raccolto le parole delle protagoniste della giornata dei quarti di finale del torneo WTA di Stoccarda, che hanno offerto la sorpresa Brengle e le conferme Halep e Kerber.
Simona Halep(2) d. Sara Errani 6-4 6-4
Non è stato un match troppo fortunato per la nostra portacolori Sara Errani, alle prese con una Halep di buon livello, che ha concesso poco ma quanto basta per avere qualche rimpianto. Lei stessa capisce che c’era spazio per far meglio di così: “Penso che il livello sia stato alto, tanti anche i punti ad alto livello, ma ho fatto anche tantissimi errori, soprattutto di rovescio. All’inizio nei miei game di servizio andavo subito sotto 0-30, anche con doppio fallo, ho fatto tantissimi errori a mio parere, una cosa che non mi potevo assolutamente permettere con lei. Però mi sono comunque sentita vicino a lei di livello e questo è quello che mi deve rimanere, anche se sicuramente non era così impossibile portare a casa la partita.” Prosegue poi nell’analisi del suo match ed identifica nei lungo linea della rumena la chiava del match a suo favore: “Non riuscivo a girarmi di dritto sul suo rovescio e lei cambia molto bene sul rovescio lungo linea ed io non glielo vedo proprio, e lo gioca lungo, quindi dovevo per forza andare indietro e poi non riuscivo a spingere incrociato, mi uscivano palle troppo corte e lei di nuovo spingeva in lungo linea. Quindi dovevo fare di rovescio più male per poi girarmi di dritto, doveva essere quella la chiave ma di rovescio oggi non mi sono piaciuta proprio.”
Simona Halep dal canto suo concorda con questa visione del match e riconosce alla Errani non pochi meriti: “Errani ha giocato bene, la sua palla è molto difficile da giocare, è un pochino più alta e rimbalza molto ed è difficile chiudere i punti. In più si muove molto bene ed anche se il suo servizio non è potente è molto difficile da attaccare. Penso di aver fatto un buon lavoro oggi con la mia risposta, restando vicino alla linea di fondo, ed ho provato ad aprirmi il campo un po’ di più per poi chiudere i punti.” Ed in vista del match di domani contro Caroline Wozniacki, già battuta quest’anno, aggiunge: “Domani è un altro giorno. […] Sarà un match tosto, perché la Wozniacki si muove molto bene. Darò del mio meglio, proverò ad essere aggressiva e stare molto vicina alla linea di fondo.” A disturbare la Halep ci sarà anche qualche problemino alla schiena (lei stessa ha chiesto venisse spenta l’aria condizionata nel campo, per evitare le colpisse la schiena: “Ho qualche problemino alla schiena, ma è tutto ok. […] Probabilmente è anche per questo che avevo timore a servire troppo forte.”
Un elemento caratteristico del match sono stati i 16 break su 20 game giocati, e sebbene sia noto Sara non trovi nel servizio un’arma a suo favore, oggi qualcosa più del solito non funzionava: “Io non vivo mai il break in maniera negativa, più che altro non capivo perché da fondo, quando servivo io facevo cavolate e quando serviva lei giocavo bene. Poi non è che ho servito un granché oggi, ho sbagliato tanti lanci di palla, me la tiravo male anche quando colpivo.” Allo stesso modo, anche Simona Halep non si è certo detta soddisfatta della sua partita al servizio: “Il mio servizio oggi era incommentabile. Non ho servito come avrei dovuto. Volevo restare molto concentrata sulla risposta, sapendo che avrei potuto rispondere molto bene […]. Ma il mio servizio non ha proprio funzionato, ma per fortuna ho comunque vinto. Sto lavorando sodo per migliorare il mio servizio ed a volte ne vedo i risultati, come nel primo turno. O come a Singapore al Master. Poi nell’off-season ho cambiato qualcosa della tecnica.”
Sebbene un po’ sfiduciata, Sara trova il tempo per un po’ di ironia, soprattutto quando fa una battuta sull’allenatore Lozano, spesso chiamato in causa nei suoi match: “Lui parla a macchinetta. Ma non dice troppe cose, magari ne dice due o tre però le ripete settantasette volte [ride].” La rumena, al contrario, ha ottimi motivi di essere su di morale, vista la seconda posizione mondiale raggiunta in corrispondenza con l’eliminazione di Maria Sharapova: “Ho saputo ieri sera che sarei diventata seconda nel ranking. Sai, è qualcosa di speciale per me ed ovviamente una cosa buona. Ma non voglio pensarci, sono qui per giocare ogni match e poi ogni tornei per provare a vincere più titoli possibile.”
L’autoironia della Errani le fa trovare spazio anche per un commento positivo suo buon torneo, viste anche le avversarie che ha dovuto battere ed il tabellone non troppo a favore: “Sinceramente quando ho guardato il tabellone non mi aspettavo di arrivare fin qui. Radwanska al primo turno, possibile Lisicki al secondo, Halep ai quarti. Su queste cose non ci si può far niente.”
Wozniacki(4) d. Suarez Navarro(8) 6-0 6-2
Stando alla classifica, Caroline Wozniacki poteva essere considerata la favorita di questo match, ma stando alla race, dove la spagnola si trova in quarta posizione, ed alla superficie decisamente dura da digerire dalla danese, almeno a priori, era la Suarez Navarro che avrebbe dovuto dettare legge in questo quarto di finale sulla terra rossa di Stoccarda. Eppure, Caroline Wozniacki ha giocato un match perfetto ed ha dominato la sua avversaria. “Ho giocato bene oggi, corso molto e difeso molte palle, giocato in maniera aggressiva e alternato difese ed attacchi. Il che è buono e mi fa essere molto contenta della mia prestazione.”
Quando i giornalisti in sala stampa le ricordano che a Stoccarda, nel 2011, fece anche finale (prima di perdere dalla Goerges), la danese resta molto concreta: “Ho giocato qui in passato la finale ma non ho mai vinto il torneo. E domani ho un altro match molto duro. Ho già avuto due match tosti contro Safarova e Suarez Navarro, quindi sono pronta per il prossimo e vediamo come andrà. […] Spero di riuscire a giocare nuovamente un buon tennis, questo è il vero obiettivo.”
La nuova Wozniacki della terra rossa, supportata dall’aiuto di Arantxa Sanchez Vicario negli allenamenti, ha messo in campo nei due match giocati chiari miglioramenti, anche per il dritto, da sempre suo punto debole. “Davvero? Non mi sembra ci sia niente di nuovo nel dritto.” E poi aggiunge: “ Bisogna solo sempre cercare di metter la palla profonda, specialmente quando sei in difficoltà. Rende il compito più difficile all’avversaria, che non può entrare in campo ed attaccare.”
Non manca nemmeno una perla di saggezza, quando le si fa un riferimento relativo all’”handshake-gate” di Genie Bouchard: “Che tu vinca o che tu perda penso che tu debba dare una degna stretta di mano ed essere rispettosa con la tua avversaria.”
In apertura di conferenza stampa c’è stato però il momento più divertente. Un rumoroso “c’mon” viene esclamato dalla ex numero 1 del mondo quando le si fa notare che in questo torneo ha vinto altrettanti match sulla terra di quanti ne avesse conquistati nelle due intere stagioni precedenti.
Kerber d. Makarova(7) 6-3 6-2
Angelique Kerber continua ad essere una delle protagoniste del torneo di Stoccarda e conferma una volta di più di essere una delle favoritissime per la vittoria finale. Nulla può la Makarova nonostante una partenza a razzo.
Prima di entrare nel merito del match, una risposta della Makarova merita attenzione. Agnieszka Radwanska ha appena perso la sua part-time coach Martina Navratilova, mentre la russa è una dei rarissimi casi del circuito ad avere, da sempre, una donna come allenatrice. “Ho cominciato a giocare a tennis con una donna allenatrice e sono stata con lei per 12 anni e quando ho cambiato allenatrice ho scelto un’altra donna. Per me è una questione di linguaggio, come se capissi di più quello che lei mi chiede. Quando ad esempio giocavo nelle squadre giovanili ed avevo un allenatore maschio non capivo assolutamente niente di quel che mi diceva (ride). Non so perché, ma mi sento più a mio agio con una allenatrice. E quando avevo 18 anni andai dalla mia coach e le dissi ‘Io voglio lavorare con te, non so cosa risponderai, ma voglio davvero lavorare con te.’”
Tornando al match, se l’inizio è stato tutto dalla parte della Makarova, che si è subito guadagnata un vantaggio di tre game, poi è la Kerber ad aver scritto un monologo. Colei che poi chiuderà il match per 6-3 6-2 asserisce: “Dopo la partenza sotto per 0-3 ho trovato il mio ritmo. All’inizio ero troppo lenta mentre la Makarova ha giocato davvero bene, ma da quel momento, trovato il mio ritmo, ho cominciato a giocare aggressiva, seguendo i miei piani iniziali ed ha funzionato. E bene che ho chiuso il match in meno di un’ora. La fasciatura alla coscia è solo precauzionale, per sentirmi più sicura. Abbiamo giocato tante volte e so che lei è una giocatrice aggressiva, ed ero preparata. Sapevo che in ogni caso sarebbe stato un match breve, perché lei colpisce la pallina velocemente e cerca le righe. Da parte mia dovevo essere veloce e recuperare tutto.”
Invece, la Makarova ha le idee molto chiare su quali siano stati i suoi errori: “Ho cominciato decisamente bene, tutti i colpi mi entravano vicino alle righe. Ma poi ho affrettato troppo gli scambi, quando invece con lei devi essere calma perché le piacciono gli scambi molto lunghi. Bisogna giocare più colpi possibile e non affrettare gli scambi, ma oggi…”. La russa ritiene inoltre che ci siano ancora molti miglioramenti che deve compiere prima di diventare davvero competitiva sulla terra, superficie che da sempre penalizza il suo gioco. “Devo migliorare un po’ il mio stile da terraiola, aggiungere spin, slice, migliorare i movimenti, è molto differente dal cemento. Lo stesso ritmo dei colpi è diverso. […] Ho comunque buoni risultati in passato a Madrid ed al Roland Garros, e cercherò di ripetermi in questi grossi tornei.” E nonostante la sconfitta, Ekaterina non perde il sorriso: “Sono molto contenta che ho vinto due match qui, perché gli ultimi due anni arrivavo a Stoccarda dalla FedCup e perdevo sempre al primo turno. Quest’anno non arrivavo con buoni ricordi (ride), ma ora sono davvero contenta.”
Infine, poiché non capita spesso di vedere in campo due giocatrici mancine l’una contro l’altra, ad entrambe è stato chiesto quali siano state le sensazioni, ed entrambe concordano. “Ovviamente è abbastanza inusuale giocare contro una mancina, per me che sono mancina, ed è difficile anche per me.” dice la Makarova. La Kerber invece, conscia delle relative difficoltà, si è allenata di conseguenza: “Sì, è sicuramente difficile giocare contro una mancina, perché ti alleni la maggior parte del tempo con destrorsi. Anche per questo motivo questa mattina mi sono allenata con un mancino, sul servizio e sulla risposta soprattutto.” E non perde poi l’occasione per un po’ di ironia: “Ora so cosa provano le mie avversarie (ride).”
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