(Simone Vagnozzi – Foto Nizegorodcew)
di Gianfilippo Maiga e Alessandro Nizegorodcew
Simone Vagnozzi chiude il 2010 a ridosso della 180^ posizione mondiale, non lontano dal suo best ranking, conquistato
proprio quest’anno. La stagione gli ha regalato più di una soddisfazione, con la vittoria in un Challenger (Marbourg) e la finale in un altro (Cairo) ma, soprattutto, una “striscia” di risultati che a 27 anni gli hanno fatto fare un importante salto di qualità e testimoniano forse del raggiungimento di una piena maturità agonistica.
Che voto dai alla tua stagione e quali sono stati i suoi aspetti più significativi?
“Dò un voto sicuramente positivo:8. Non potrebbe essere diversamente, avendo vinto il 1 challenger e raggiunto il mio best ranking. Un aspetto negativo cui porre attenzione per il futuro è che nell’ultima parte della stagione, dopo New York, sono arrivato un po’ spremuto.”
Quali sono i progressi che quest’anno ti hanno permesso di raggiungere risultati così soddisfacenti?
“Come sempre quando si hanno risultati è difficile attribuirli ad un aspetto specifico. Se però devo scegliere non posso fare a meno di notare che il servizio è un colpo in cui ho fatto senz’altro buoni progressi.”
Come imposterai la tua preparazione quest’anno?
“Traendo esperienza dall’andamento del 2010, nella stagione che inizia lavorerò molto sulla preparazione fisica, ma curerò anche alcuni dettagli tecnici, in particolare adotterò qualche accorgimento sul rovescio e sul servizio.”
Qual è il tuo programma di lavoro nell’immediato e quale il tuo obiettivo?
“Voglio senz’altro avvicinarmi ai primi cento. La prima parte della mia stagione agonistica prevede Noumea, le quali degli Australian Open e di Singapore. Ho condotto una preparazione specifica in questo senso: sono infatti già alla 3 settimana di lavoro, su 6 in totale….”
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