Prequalificazioni IBI 2017, Gianluca Naso: “Al Foro Italico si provano grandi emozioni. Tornei BNL? Ottimo meccanismo!”


Gianluca Naso prenderà parte alle Prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia 2017.
L’ex tennista siciliano, che ha appeso la racchetta al chiodo nell’agosto scorso, ha rilasciato una breve intervista ai microfoni di SpazioTennis.com durante la 34esima edizione del Torneo Internazionale Giovanile di Salsomaggiore Terme. Classe 1987, con un best ranking al n.175 ATP fatto registrare nel 2012, Gianluca ha raggiunto la finale nel torneo Open BNL del CUS Napoli, aprendosi dunque le porte per il Foro Italico, dove ritornerà, con grande gioia, a calcare quei campi che per lui sono qualcosa di speciale. Nelle sue dichiarazioni, il trapanese ci ha anche parlato dei giovani tennisti italiani in rampa di lancio e del difficile passaggio dal circuito Juniores a quello professionistico, oltre che della sua esperienza in Serie A2 con un club di Messina.
Giocherai le prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia grazie alla finale raggiunta nel torneo Open del CUS Napoli, sei soddisfatto?
“Sì, anche se mi dispiace non aver potuto giocare l’ultimo match contro Davide Pontoglio. Quel giorno non sono stato bene; mi sarebbe piaciuto vincere il torneo. Mi considero un ex giocatore e, dunque, avere la possibilità di rigiocare al Foro Italico è una grandissima cosa”.
Non sarà la tua prima volta a Roma…
“Ho avuto la possibilità di giocare a Roma tante volte durante la mia carriera. Ricordo quando, grazie alla Federazione, giocai nel tabellone principale. Al Foro Italico è come se fosse sempre la prima volta, si provano grandi emozioni…”
Il montepremi dei tornei Open di pre pre-qualificazioni è molto alto. Queste manifestazioni aiutano notevolmente i giocatori nel continuo dell’attività agonistica, sei d’accordo?
“Sì, i tornei BNL sono un ottimo meccanismo creato dalla Federazione perchè sono ben organizzati e hanno un alto montepremi. Questi fattori non fanno altro che agevolare i ragazzi, a livello economico, per l’attività di un’intera stagione”.
Ad agosto hai annunciato il ritiro dal professionismo, ci sarà un ripensamento da parte tua oppure no?
“No, non provo alcun rimpianto per la scelta che ho fatto. Mi sono buttato a capofitto su tutt’altro e devo dire che sta andando molto bene. Sono contento così”.
Ora ti concentrerai sulla Serie A2 e sui tornei Open?
“Si, sto esplorando tanti nuovi orizzonti. In questo periodo sono impegnato in Serie A2, con il Circolo del Tennis e della Vela di Messina. Siamo primi nel Girone 3 e ci siamo guadagnati i playoff”.
A proposito di campionato a squadre, che rapporto hai con i tuoi compagni?
“In rosa ci sono Marco Trungelliti e Fernando Romboli. Oltre a giocare la Serie A2, con quel circolo collaboro e lavoro per gran parte dell’anno. Seguo, fra gli altri, anche Christian Famà, col quale spesso gioco in doppio nella competizione. Siamo molto contenti, il campionato sta andando bene: il nostro obiettivo è quello di migliorare ulteriormente e di far crescere il vivaio del club”.
La tua carriera internazionale è finita, qual è stato il momento migliore?
“Di momenti buoni e belli, per fortuna, ne ho vissuti davvero tanti: ricordo, ad esempio, la prima volta in tabellone al Foro Italico, il primo successo Challenger a San Benedetto del Tronto e la prima vittoria contro un Top-100. Nel corso degli anni, ho giocato tanti tornei e partite e di momenti indimenticabili ne ho molti…”.
Sei stato n.19 al mondo fra gli Under 18, secondo te quali sono le maggiori difficoltà nel passaggio al professionismo?
“Le difficoltà sono tantissime, anche perché dai tornei Juniores organizzati benissimo, e dove ti senti quasi un giocatore, poi si passa ai Futures, eventi tutt’altro che ben organizzati dove c’è battaglia continua. Questo circuito minore si può anche definire come ‘la savana del tennis’.
E’ molto complicato adattarsi a tutto ciò; soltanto chi ha obiettivi e progetti ambiziosi riesce ad uscirne…”
Tra i giovani italiani, c’è qualcuno che ti piace particolarmente?
“Ci sono sicuramente i fratelli Fausto e Giorgio Tabacco, Lorenzo Musetti, Lorenzo Rottoli e Luca Nardi, un bravissimo ragazzo che potrebbe esplodere a breve. Vorrei citare anche Gabriele Bombara, che inizierò a seguire da giugno ed a Salsomaggiore ha sorpreso Petros Tsitsipas nelle qualificazioni. Credo che l’Italia sia ricca di giovani talenti dai quindici anni in giù. La punta di diamante del nostro tennis giovanile è sicuramente Federico Arnaboldi, al primo anno da Under 18. Penso possa fare una carriera simile a quella di suo cugino Andrea, con il quale ho avuto occasione di giocare diverse volte. Federico è un’ottima persona”.
Ci sono giocatori esperti come Rafael Nadal e Roger Federer che hanno costantemente la meglio sui giovani, ad esempio Dominic Thiem o Nick Kyrgios. A cosa è dovuto tutto ciò?
“Secondo me si sta vivendo un momento particolare nel tennis da diversi anni a questa parte.
I giocatori più forti della storia si sono affrontati dal 2000 ad oggi; Federer e Nadal credo non siano paragonabili a nessun altro tennista del passato. Stanno dimostrando, ancora adesso, di essere il top del top. Dominic Thiem e Nick Kyrgios sono giovani, devono ancora esplodere completamente ma credo siano in un certo senso sfortunati a dover giocare insieme a dei fuoriclasse”.
 

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