L’ospite di oggi qui su Spazio Tennis è Mosè Navarra, ex davisman e attuale direttore tecnico dell’Eurosporting Tennis Academy di Cordenons. Abbiamo parlato di vari argomenti con Mosè, dalla differenza di rendimento tra uomini e donne in Italia ai progetti della federazione, con un occhio di riguardo al suo lavoro e ai suoi obiettivi..
di Alessandro Nizegorodcew
Allora Mosè, iniziamo dal tuo lavoro di Direttore Tecnico a Cordenons. Come procede e quali sono i tuoi obiettivi?
“Il lavoro procede bene. I progetti futuri sono di ampliamento del nostro bacino. Abbiamo acquisito anche il circolo storico di Treviso, dove inizieremo con la nostra scuola da ottobre 2010. Riguardo a ragazzi interessanti, sto seguendo un under 18 che si chiama Riccardo Bonadio, vincitore del titolo italiano di doppio nel 2009.”
Se ci fosse la possibilità, ti piacerebbe o saresti disposto a girare il circuito con un giovane promettente?
“Se ne vale la pena perché no. Dipende sempre da chi si ha per le mani!!”
Perché, a tuo avviso, ci sono così pochi coach italiani che girano il circuito internazionale?
“Perché in Italia si sta bene… Girare per il circuito dopo un po’ non è così semplice, poiché bisogna sacrificare molto anche la vita privata. Comunque ci sono coach italiani per il circuito… diciamo che sono pochi, ma buoni..“
Questo avvicinamento della Fit verso coach privati è a tuo avviso un fuoco di paglia o la giusta strada da percorrere?
“Non posso rispondere visto che non sono a conoscenza dei piani della federazione, comunque potrebbe essere una buona idea.”
Cosa ne pensi della possibilità di istituire dei centri periferici di allenamento?
“Secondo me questa è la strada da percorrere. Dare possibilità agli atleti di scegliere dove allenarsi, creare più competizione, anche in allenamento, tra i giovani; creare un sistema flessibile che permetta ai giocatori di scegliere e non essere obbligati a stare in una struttura o con un allenatore, solo per non perdere i privilegi che si hanno quando si è seguiti dalla federazione.”
Cosa pensi della differenza di rendimento tra tennis italiano maschile e femminile?
“La prima cosa che mi sento di dire è che stiamo parlando di due mondi molto diversi e difficile da mettere a confronto. Molto brave le ragazze a riuscire ad essere ai vertici del tennis mondiale, però non mi sembra giusto paragonare il tennis maschile a quello femminile. Sicuramente hanno più spirito di sacrificio e di competizione, si accontentano meno rispetto ai maschi e si mettono in gioco anche prendendo decisioni non facili, come allenarsi all’estero. Anche a livello di programmazione c’è forse più ambizione tra le ragazze. I nostri giocatori ultimamente, e non parlo dei primi come potrebbe essere Seppi, forse avendo tanti tornei challenger in italia si sono impigriti; va bene per mantenere una buona classifica, ma si perde anche l’abitudine a confrontarsi con giocatori di alto livello e questo può essere un problema per i grandi tornei.”
Se dovessi scegliere un settore nel quale investire in termini di soldi, tempo, uomini, per risollevare il nostro movimento, su cosa ti concentreresti?
“Penso che tutto sia migliorabile sempre, anche quando le cose vanno bene. E’ una questione di mentalità… Io non ho la ricetta o la cura e non penso di essere nella posizione per dare consigli o fare critiche. Però se tutti i tecnici, federazione compresa, provassero a collaborare e coinvolgere le risorse che il tennis italiano ha, forse si potrebbe migliorare invece di parlare sempre di quello che non funziona. In italia siamo tutti bravi a criticare gli altri, ma forse, invece di spararsi addosso, sarebbe ora di avere meno invidie e più spirito di collaborazione tra tutti!!“
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