di Giorgio Giosuè Perri
Archiviata la seconda edizione della Brixen Cup, il torneo U12 di Bressanone, il direttore Marco Girardini è già proiettato all’anno prossimo. L’evento si è rivelato un grande successo, anche per la qualità della partecipazione internazionale, canadese su tutti. E’ diventata anche un’ottima occasione di confronto per le giovani promesse italiane, e soprattutto per coach e maestri.
Quali sono state le tue sensazioni durante queste ultime settimane? Puoi farci un bilancio di fine torneo?
E’ stata un’esperienza bellissima, il torneo si è concluso regolarmente e il tempo ci ha dato una grossa mano. Abbiamo ricevuto tanti feedback positivi e di questo ne sono molto contento. La partecipazione di nazioni come Canada, Messico e Francia ha aiutato a far decollare questo torneo. Il team canadese, in particolar modo, ha finito per rivelarsi il più forte. In singolare femminile hanno vinto loro, così come nel dobbio maschile. Tra i maschietti, in singolare, ha vinto un danese, ma in finale ci è arrivato il nostro Nardi, che si è comportato in maniera egregia. Durante la premiazione non mi sono limitato ad esaltare solo la prestazione tecnica, ma anche quella comportamentale. Sono stati tutti educatissimi, quasi dei professionisti.
Hai anche avuto la possibilità di confrontarti con tanti coach di altre nazioni, cosa ne pensi?
Condivido, in gran parte, il discorso fatto da Valeri qualche giorno fa. Educazione, per me, vuol dire imparare, avere un modello e confrontarlo. Imparare vuol dire soffrire, impegnarsi. L’impegno è una sofferenza. Traducendolo in campo, una cosa che pochi dei nostri sanno fare, è interpretare le situazioni in cui sono sopra nello scambio e in cui sono sotto. Sono abbastanza bravi quando sono sopra, ma non sufficientemente quando sono sotto. O perlomeno, quando decidono di star sotto, restan lì, non riescono a rimontare su nello scambio. A proposito di confronto, ho parlato con tanti coach stranieri, ma anche con tanti genitori e coach italiani. Per i maestri è più difficile muoversi, ma se ne hanno la possibilità lavorano da mattina a sera. Era presente il respnsabile del settore tecnico U12 canadese, infatti i bambini alle 7 di mattina erano già in campo ad allenarsi. E’ una categoria molto particolare, in ogni caso, perchè puoi trovare diversi tipi di giocatori. Magari c’è quello che viaggia e compete a questi livelli già da qualche anno, ma allo stesso tempo c’è quello che ha iniziato da pochissimo. Inoltre, il ragazzo straniero, è più incentivato a far bene perchè senza la presenza del genitore gioca più tranquillo. Per un nostro ragazzo che “gioca in casa” cambia tutto, se perdi vai immediatamente via con loro. E’ una bella categoria perchè vedi tanta speranza nei loro volti, li vedi ancora “al naturale”. La differenza, dal punto di vista agonistico, la fa la maturità. Quelli che sanno stare in campo, quelli che ti giocano la singola palla con continuità, sono anche quelli che vincono più regolarmente. Anche l’intrepretazione del punto è un altro fattore fondamentale, ma solo alcuni a questo livello riescono a capirlo.
Oltre ai giocatori canadesi, ti ha impressionato qualcun altro?
Mi è piaciuta molto Lisa Pigato, giocatrice decisamente solida. Nei maschietti, ripeto, mi ha colpito Nardi, anche se ho tanto apprezzato il francese Karpenschif, che ha parecchie qualità. Quest’ultimo, però, rispetto ai canadesi o ad altri è ancora troppo “bimbo”, soprattutto dal punto di vista mentale. Nel complesso, il livello medio è stato molto buono. Si sono disputate tante belle partite, io ritengo che una specie di “finale anticipata” sia stata tra Nardi e Cross, match di secondo turno. Tanti bei punti e agonismo alle stelle.
Archiviata la seconda edizione della “Brixen Tennis Cup”, su cosa state lavorando ora?
Il prossimo appuntamento sui nostri campi, è l’Open ad agosto che organizziamo ormai tanti anni e che conta un campo di partecipazione molto ampio. Noi, siamo già intorno ad un tavolo per prepareare la terza edizione di questo torneo, stavamo pensando di portare il tabellone a 48 ma questo dipende tanto dagli sponsor e da quanto ci verranno dietro. Infine, vorrei ringraziare tutto lo staff.E’ stato un torneo splendido e devo tanto a tutte le persone che hanno supportato il progetto e che hanno consetito che questo potesse svolgersi nella miglior maniera possibile.
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