Di Paolo Angella
Lucrezia Stefanini è una tennista toscana di 18 anni, ad inizio anno ha raggiunto il suo best ranking nelle classifiche mondiali junior al numero 90, ora è al numero 132 e sta lottando per entrare nei tabelloni delle prove del Grande Slam. Ieri ha superato il primo turno dell’importante torneo G2 “Open d’Istres” in Francia. Ha già debuttato nel circuito professionistico con qualche vittoria significativa, come quelle nel $10k di Roma e Tarvisio lo scorso anno, dove ha raggiunto i quarti di finale.
Vive in una famiglia di tennisti, papà Marco Stefanini e mamma Roberta Ardinghi sono anche i suoi allenatori, e suo fratello Jacopo, 20 anni, sta iniziando a ottenere risultati significativi nei future. Incontriamo Lucrezia per commentare la sua qualificazione alle prequali degli Internazionali BNL d’Italia e per scoprire i suoi progetti per il futuro.
Ti sei aggiudicata la possibilità di fare le prequali al Foro Italico, una bella soddisfazione…
Sì, sono stata molto soddisfatta del torneo che ho fatto al Match Ball Country Club di Firenze. C’era tantissima gente a vedere le partite, credo di aver anche giocato piuttosto bene per tutto il torneo. In semifinale è stata una partita difficilissima contro Tatiana Pieri, che è una mia amica, quindi c’è sempre un aspetto emotivo particolare quando si entra in campo e poi è una bravissima giocatrice, ma sono riuscita a spuntarla in tre set, i primi due molto combattuti e poi al terzo invece lei non ne aveva più e ho vinto facile. Purtroppo non ho potuto disputare la finale per un problema addominale, mi sarebbe piaciuto competere con Maria Elena Camerin, che è una delle più brave giocatrici italiane, ma l’obiettivo era arrivare in finale e qualificarmi per Roma e ci sono riuscita.
Da giocatrice è la prima volta che sarai al Foro Italico. Ci sei già stata come spettatrice, oppure sarà la prima volta in assoluto?
Ci sono stata solo da piccolina, non mi ricordo quasi nulla. Tutte le tenniste che ci sono state però mi hanno raccontato di una atmosfera fantastica, di un posto unico al mondo per tanti aspetti, quindi sono davvero felice di poterci andare. Sono consapevole che il torneo vero inizia solo per chi supera le prequali e passa alle “vere” qualificazioni” e che sarà durissima arrivarci, ma ci proverò comunque e in tutti i casi spero di poter fare una bella figura.
Parliamo della tua attività di questo periodo. Ti stai concentrando soprattutto sui tornei Junior per ottenere la qualificazione alle prove del Grande Slam?
Sì esattamente. Questa settimana gioco in Francia a Istres, un G2, poi faccio il G1 di Beaulieu, sempre in Francia, poi ci sono i quattro tornei in Italia, Salsomaggiore, Prato, Santa Croce e il Bonfiglio. L’obiettivo è arrivare ad avere il ranking sufficiente per entrare nel tabellone del Roland Garros.
Dopo il Roland Garros intensificherai anche l’attività professionistica immagino…
Sì, subito dopo la prova del Grande Slam alterneremo l’attività Junior per tenere aperta la possibilità di giocare le altre prove dello Slam, con l’attività pro, disputando una serie di tornei da 10000 dollari.
Come valuti la stagione fino a questo punto?
Ho avuto tanti piccoli problemi fisici, che mi hanno rallentato la preparazione, ma adesso mi sento bene, in questo particolare periodo sento di poter dare il meglio e disputare buone partite.
Tu sei una buona doppista, ti sei anche qualificata per le prequali degli Internazionali d’Italia anche in doppio in coppia con Tatiana Pieri. Ti piace giocarlo o lo vedi, come qualche tua collega, come una disciplina diversa rispetto al singolare?
A me è sempre piaciuto moltissimo giocare in doppio. Mi diverto sempre tanto, spesso anche più del singolo. Il doppio aiuta la reattività sotto rete, è comunque sempre uno stare sul campo, un allenamento sia fisico che tecnico, oltre che, dal punto di vista umano, c’è il rapporto con un’altra giocatrice, che è sempre un aspetto importante. Ho anche ottenuto buoni risultati come doppista e ne sono orgogliosa.
La tua famiglia è tutta composta da tennisti. Papà, mamma e fratello sono tennisti. Credo che sia un vantaggio, ma ci saranno stati anche momenti di difficoltà e problemi con mamma e papà come allenatori o sbaglio?
E’ molto difficile farsi allenare dai genitori. In generale c’è una confidenza diversa che con un allenatore esterno. I miei genitori si possono permettere di dirmi cose che un maestro non direbbe mai ad un proprio allievo. Sono anche probabilmente più esigenti quando allenano me o mio fratello rispetto a quando si occupano di altri tennisti. Detto questo, però è chiaro che io sono felicissima di potermi allenare con loro e sono assolutamente convinta che non avrei mai potuto ottenere risultati migliori se non ci fossero stati i miei genitori accanto a me. Nei momenti difficili, soprattutto, mi hanno sempre dato la forza di continuare e di riprendermi al meglio. Devo solo ringraziarli per tutto quello che hanno fatto e stanno facendo per me, sia dal punto di vista umano che tennistico.
Tra le altre ragazze della tua fascia di età chi pensi che possa essere in grado di diventare veramente una top player?
Quella che credo che abbia le maggiori possibilità è Jessica Pieri: è migliorata tantissimo nell’ultimo anno, mette sempre una grande pressione sulle avversarie, ha un grande anticipo, tante variazioni, un’ottima visione di gioco. Le auguro veramente di poter diventare una professionista importante nel tennis che conta, intanto perché è una mia amica e poi perché credo che possa veramente dare soddisfazioni a tutto il movimento tennistico italiano.
Infine parliamo della serie A che avete conquistato lo scorso anno, un’altra bella soddisfazione per te …
E’ stata un’esperienza straordinaria, soprattutto dal punto di vista umano grazie alla capitana Carla Mel, che è stata molto brava a unire tutto il gruppo e farci sentire una grande famiglia. Per me è stato un onore aver fatto parte di quella squadra.
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