Lorenzo Sonego: ”Sono un guerriero, punto alle qualificazioni degli Australian Open”


Se ami lo sport, la competizione, la lotta, quando lo vedi giocare per la prima volta ti innamori per forza di Lorenzo Sonego, con la faccia da ragazzino furbetto, che insegue ogni palla come fosse l’ultima. Noi lo vedemmo la prima volta nel main draw del Challenger di Brescia, invitato grazie ad una WC, e pur perdendo in 2 set dal più esperto Gombos, ci fece una gran bella impressione per come lottava su ogni 15. Qualche mese dopo ci sedemmo sulle tribune del circolo Hugo Simmen a Barletta, Lorenzo era impegnato contro la WC locale, Savino Lapalombella, una seconda categoria over 35, in un incontro già scritto a favore del ragazzo torinese: Lapalombella non è un professionista pur essendo un giocatore vero per come approccia gli incontri, e Sonego si rende subito conto del divario tecnico a suo favore; comincia un po’ a scherzare, non certo per schernire l’avversario, affatto, ma per farsi 4 risate con il numeroso pubblico sugli spalti dove però ci sono il suo storico Coach Gipo Arbino e  Umberto Rianna, responsabile del progetto over 18 FIT, che lo fulminano con lo sguardo. Da ragazzo intelligente e sveglio Lorenzo si fece bastare un solo sguardo.  Un professionista entra in campo e gioca. Stop. Non è sufficiente lottare su ogni palla. Serve di più. Forse quel giorno è nato il Sonego che amiamo e stimiamo oggi. Quella lezione Lorenzo, che ovviamente ha comunque vinto l’incontro con Lapalombella, non l’ha dimenticata, tanto che in quello stesso torneo si è spinto fino ai quarti di finale, partendo dalle qualificazioni. Lorenzo è un vero fighter, ha uno score importante nei tie break, 39w-28p  è un tennista moderno con un servizio che è un fattore, un foot working spaziale (in campo vola) e buone accelerazioni sia di diritto che di rovescio. Sicuramente il suo percorso è stato particolare, non avendo avuto una “carriera” da Junior importante, sostanzialmente avendo cominciato a fare sul serio in questo sport a 18 anni con l’esordio direttamente nei Pro, in un Futures in Croazia: è interessante notare che vinse il suo primo incontro grazie a due tie break. Lorenzo probabilmente da Junior non era ancora maturo né fisicamente né tecnicamente per competere ad alto livello, e va detto che il primo (e per certi momenti il solo) a crederci è stato proprio Coach Gipo Arbino, anche amico di famiglia dei Sonego, che lo ha sempre spinto a dare il massimo. Ora che Lorenzo è finalmente cresciuto ed ha anche aggiunto un po’ di massa, lui che è un longilineo di natura, appare definitivamente pronto al grande salto verso il tennis che ripaga, anche economicamente, della fatica fatta finora. Noi che lo abbiamo seguito spessissimo nei Challenger italiani abbiamo potuto ammirare sia l’impegno in allenamento, sia soprattutto lo spirito positivo che irrora il ragazzo di molte energie incanalate bene. Ora è al suo best ranking, al numero 216 della classifica ATP, ed ha solo 22 anni.
Lorenzo, è vero che hai cominciato tardi a giocare?
“Ho cominciato dal Maestro Aquilante, però in realtà per due anni ho fatto tennis e calcio insieme. Poi ho capito che mi sentivo più protagonista in uno sport singolo ed ho abbandonato il calcio giocato per dedicarmi solo al tennis col Maestro Coach Gipo Arbino che tuttora è un mio secondo padre. Avevo più o meno 11 anni.”
Parlando con Gipo Arbino sappiamo che non appena lo vide restò meravigliato dalle doti “base” di un ragazzino che vuole sfondare nel tennis: equilibrio, coordinazione, agilità. Dice Gipo: “aveva fin da bimbo una coordinazione pazzesca, arrivava su ogni palla anche se non sapeva in realtà portare perfettamente i colpi”.
Da che tipo di famiglia provieni?
“Della media borghesia direi, mamma ha una panetteria, papà è un manager nell’informatica. Non manca nulla a casa, ma non siamo miliardari.”
E’ un vantaggio o uno svantaggio aver fatto poca attività Juniores?
“Tutte e due le cose insieme. Da una parte aver fatto poca attività da Junior mi ha privato di quella esperienza che possono avere i miei corregionali Donati o Napolitano, dall’altra però ho avuto il vantaggio di non subire pressioni di alcun tipo. Non mi conosceva nessuno, il mio nome non finiva sui social, giravo gli Open come tanti ragazzi insieme al mio coach Gipo Arbino e ci stava bene così. Alla fine credo sia stato giusto. Bisogna sempre ricordarsi che i risultati da Junior sono relativi, non così indicativi. C’è anche da aggiungere che io nemmeno avevo il livello, né tecnico né atletico, per competere negli ITF giovanili, almeno in quelli prestigiosi.”
Parliamo del rapporto con Gipo Arbino, è davvero un secondo papà per te?
“ Sì, è un secondo papà. Il rapporto è davvero splendido, lui mi conosce meglio di tutti ed io so che qualsiasi cosa mi consigli lo fa per il mio bene. E’ il mio coach ideale. E’ anche molto amico della mia famiglia, è stato a cena a casa nostra un sacco di volte, anche questo è molto importante.”
E’ sempre Tsonga il tuo giocatore preferito?
“Lo ammiro sempre, ma forse ora propendo più per re Roger. Mi piaceva Tsonga perché è un lotattore, si esalta, ma Roger è Roger.”
C’è un momento in cui hai capito che potevi fare il professionista?
Un paio di anni fa, quando ho cominciato a girare e confrontarmi con quelli più forti. Da una parte ho capito che era una vita che mi piaceva, dall’altra ho confermato di possedere almeno il livello per competere. Ho vinto più di qualche partita, scalato un po’ la classifica e preso fiducia. Arrivare a giocare i Challenger è il primo step.”
In questa stagione dal sito ATP si legge che hai incassato circa 29mila dollari di prize money. Sei in attivo, in pari o in perdita?
“Mah, posso dirti che forse sono in pari. Una stagione come sai è molto costosa, alberghi se non hai l’ospitalità, viaggi e tutto il resto. Non ho fatto molti tornei in questa stagione, per cui non ho speso moltissimo, però 29mila dollari sono pochi per farseli bastare in una stagione da professionista. Una stagione completa costa 35-40 mila euro.”
Best Ranking (216 ATP), quanto sei felice (Lorenzo ha vinto il Challenger di Ortisei e fatto finale a Ismaning e Pula)?
“Sicuramente non me lo aspettavo per come stavano andando le cose ultimamente, tra infortuni e prestazioni così così, anche perché ad Ortisei potevo già essere fuori al primo turno contro Gombos, dove ho vinto al terzo set. Bisogna lottare ogni settimana, mantenendo equilibrio.”
Molte volte hai detto di non voler dichiarare obiettivi di carriera, ora sei della stessa opinione?
“Beh, ti dico la verità, adesso l’obiettivo o almeno la speranza è quella di entrare nelle quali dell’Australian Open, ho da difendere una semifinale (Ortisei 2016, i cui punti escono le prossime settimane) e spero proprio di farcela.”
Programmazione delle prossime settimane?
“Ora sto giocando i 25mila in Sardegna, poi farò i Challenger di Brescia e Andria, quelli saranno i miei ultimi tornei per quest’anno credo.”
Avete già deciso il tipo e la durata della preparazione invernale?
“Dipende tutto dagli Australian Open, se entriamo o meno. Vediamo il ranking a poi decideremo quante settimane e il tipo di preparazione.”
Come ti definisci Lorenzo?
“Un guerriero. Sono un lottatore, un fighter. Il lavoro maggiore l’abbiamo fatto su servizio e risposta, e un po’ sulla volee.”
La tua superficie preferita?
“A vedere i risultati sembrerebbe il veloce, il duro. In realtà mi adatto bene a tutte le superfici.”
Anche l’erba per come ti muovi in campo potrebbe essere una superficie adatta al tuo gioco.
“L’idea mi piace tanto, ma non ci ho mai giocato!”
Notoriamente sei tifoso granata, chi è che interpreta meglio il “cuore toro”?
“Direi Moretti e Rincon, mi piace anche Ljajic, sperando che diventi ancora più cuoretoro.”
Che consigli daresti ad una seconda categoria che vuole tentare di affacciarsi nel circuito Pro?
“Il primo è che va curato il dettaglio nell’allenamento, in particolare nella preparazione atletica. Stare a posto fisicamente è determinante. Poi dare tutto anche in campo, sul piano dell’atteggiamento, giocare ogni 15 come fosse l’ultimo. Poi fare esperienze, non aver paura di buttarsi.”
Che ne pensi delle Accademie?
“Ne penso bene, anche se forse non sono adatte a tutti. Nel senso che se trovi come me un feeling speciale con un coach non serve stare in una Accademia, perché ti alleni bene e con entusiasmo lo stesso.”
E di Tirrenia cosa pensi?
“Ne penso bene, è attrezzatissima. Per noi giovani è utilissimo avere un punto di riferimento così, dove c’è tutto e si possono incontrare anche altri ragazzi di livello altissimo. E’ vero che è un luogo magari non centralissimo, un po’ appartato, ma sono un professionista, non vado per divertirmi al di fuori del tennis. Il tennis è la mia vita. A Tirrenia ci vai per allenarti, non per uscire la sera, ci vai per diventare un giocatore vero. Poi a Tirrenia c’è Umberto Rianna, che dirige il progetto over 18 FIT, con il quale si è instaurato un rapporto profondo e proficuo: Gipo e Umberto sono molto in sintonia. Poi Rianna mi dà un sacco di consigli, collaboriamo per moltissimi aspetti.”
Torneo preferito?
“Beh, Roma è Roma, ci ho anche giocato molto bene ed ho ricordi magnifici, spero di tornarci presto. Se ti devo dire un torneo diverso, ti dico Ortisei dove storicamente faccio sempre bene.”
Esistono amicizie vere nel circuito?
“Certo! Io ne ho tantissime, praticamente tutti gli italiani della mia generazione, ma anche altri! Donati, Mager, Eremin, Pellegrino, Vavassori, Berrettini, ma dovrei citarne tanti!”
Ti alleni al Green Park a Rivoli, vero?
“Sì, con Gipo Arbino come guida, ci sono io, Tomasetto, Capello. Tra noi non c’è rivalità, e per altro non c’è nessuno con cui ho particolare rivalità, nemmeno tra gli stranieri.”
C’è qualcuno su cui punteresti?
“Tra i nostri mi piace citare Pellegrino, ma in realtà stan facendo bene in tanti per fortuna, tra gli stranieri mi è piaciuto molto Kecmanovic.”
Sesso prima della gara sì o no?
“Sì, con parsimonia (e ride ndr). Nel senso di non far particolarmente tardi almeno.”
Ora Lorenzo sta per affrontare le ultime curve in vista degli Australian Open, gli mancano una manciata di punti per avere la sicurezza di entrare nel tabellone di quali. La vittoria di Ortisei, le finali a Ismaning e santa Margherita di Pula, hanno regalato a Lorenzo ulteriore fiducia nei suoi mezzi. E’ un ragazzo pulito, puro, un combattente. Uno che già far divertire. Forza Lollo, come lo hanno ribattezzato i tifosi del Foro.
 

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