Di Giulio Gasparin
Classe 1986, Lisa Sabino è una ragazza italo-svizzera che pur avendo scelto di giocare per la bandiera rosso-crociata ha conquistato l’ammirazione di molti l’anno scorso, quando, dopo aver trovato una bellissima qualificazione al tabellone “cadetto” degli Internazionali BNL d’Italia, ha messo assieme una bellissima estate romana, con un titolo nel torneo da $10k e una finale del $25k. Un tennis fatto di grandi variazioni, acume tattico e colpi inaspettati la rende una giocatrice divertente da guardare e le buone impressioni sul campo si riflettono in una personalità gentile e simpatica, come ci è stato possibile scoprire durante una chiacchierata fatta via skype in collegamento Italia-Tunisia, dove lei si trova a giocare un torneo ITF.
Innanzitutto complimenti per questi primi tornei dell’anno, è iniziata bene no?
In realtà ho iniziato quasi un mesetto dopo rispetto a quella che avrei voluto essere la mia tabella di marcia perché ho avuto alcuni problemi personali. Poi però ho deciso di iniziare quando mi sarei sentita bene e tutto sarebbe andato bene… in effetti ho giocato già bene al primo torneo, anche se in semifinale ero 4-0 al terzo e poi ho anche avuto match point, per cui sarei potuta andare anche più avanti. Comunque ho subito fatto un altro bel torneo dove ho fatto finale, per cui sono abbastanza soddisfatta di questo inizio. Poi era quello di cui avevo bisogno, perché l’anno scorso sono stata ferma da agosto a metà novembre per un problema al braccio e quando si ricomincia è sempre tosta. Poi se non arrivano subito risultati, anche se all’inizio non è semplice rientrare nel ritmo partita, non è facile, però sono contenta.
Poi ci sono state un paio di belle vittorie contro giocatrici di spessore come quella con Cristina Dinu ad esempio.
Sì, quella partita l’ho giocata molto bene, soprattutto dal punto di vista mentale l’ho interpretata molto bene. Lei è una giocatrice che spinge molto da fondo e io ho dovuto sfruttare tutte le variazioni che sono parte fondamentale del mio gioco, le ho utilizzate nel modo più appropriato e ho portato il match a casa.
Poi hai anche staccato il pass per le prequali…come è stata?
Praticamente ci ho provato due volte: la prima ad Ortisei, dove però ho perso in finale contro Deborah Chiesa, e poi a Cosenza. La Chiesa in quella circostanza ha giocato una partita perfetta, io invece ho faticato, anche perché sul veloce in altura facevo molta fatica sugli scambi rapidi e le palle così veloci. Poi ci ho riprovato a Mendicino, vicino Cosenza appunto, anche perché mi ero qualificata lì due anni fa e poi mi piace sempre andare in Calabria. Pensa che anche d’estate ci vado in vacanza quasi tutti gli anni e mi ci sento a casa. Tra l’altro quando ero al torneo non ho detto niente, però ho giocato per tre giorni con 38 di febbre… è stato tutto pazzesco, ma ci ho messo davvero l’anima perché volevo tornare a Roma anche quest’anno, poi la settimana dopo sono stata ko, però per vincere ho giocato delle belle partite. La prima con la Tona è stata magari un po’ più facile, ma la seconda con Anna Floris è stata dura, anche perché lei sarà pure una ex-giocatrice, ma rimane sempre tosta da affrontare. Quella semifinale l’ho giocata proprio bene e poi in finale di nuovo è stata una bella partita con Lara Meccico, che tra l’altro arrivava da un’ottima vittoria contro Corinna Dentoni, e che giocando in casa aveva motivazioni in più e molto pubblico per lei.
Tra l’altro tu e la Meccico avevate giocato la finale sempre a Mendicino due anni fa.
Esattamente, la differenza è che lei ora è un pochino più allenata rispetto a prima, mentre io avevo un po’ di handicap dalla mia parte (risata). Però direi che è andata bene!
Per voi che girate sempre nel mondo degli ITF e quindi dovete sempre combattere con dei montepremi comunque non esorbitanti, che differenza fa avere un montepremi in palio anche alle prequali e quindi combattere non solo per il ticket per Roma, ma anche un due soldi in più?
Ti dico, secondo me, la cosa principale è che è una cosa gratificante, perché è vero che non siamo giocatori di primissima fascia, però ci alleniamo, o almeno io mi alleno quotidianamente ed il tennis ha la priorità nella mia vita, per cui vedere un certo tipo di remunerazione finanziaria fa piacere. Penso che alla fine ce lo meritiamo, perché alla fine la realtà, specie nei $10k è quella che è e secondo me è un peccato, perché alla fine avere una certa indipendenza finanziaria ti da una certa solidità e una certa fiducia. Altrimenti è difficile da avere, soprattutto se devi sempre dipendere dagli altri.
Poco fa mi dicevi dell’importanza di poter tornare a Roma, l’anno scorso eri riuscita, sempre tramite le prequali, ad accedere al tabellone di qualificazione, com’è stata l’esperienza?
Sì, è stata veramente una soddisfazione grandissima, perché l’emozione di giocare a Roma, in un torneo così importante, su campi calcati da giocatori “veri”… e poi ora io a Roma mi ci alleno e vivo da due anni e quindi per me c’è un fattore in più: ci sono i miei amici e i miei cari che vengono a vedermi e quindi per me si viene a creare un ambiente favoloso e favorevole. Poi io quelle sensazioni che trovai nel giocare delle partite stupende e vincerne di difficili per accedere alle quali me le portai avanti nel tempo. Giocare quel torneo mi ha dato tanta fiducia ed è diventato un trampolino, poiché fino a che non mi feci male ho giocato bene vincendo due $10k e facendo finale in un $25k e secondo me è partito tutto da lì. Per cui per me non è solo l’emozione del Foro, ma è proprio la possibilità di confrontarmi con giocatrici di livello, perché ci saranno tutte le italiane più forti a provare a qualificarsi, esclusion fatta delle ragazze che giocano la Fed Cup, per cui sarà una bellissima possibilità.
C’è anche da dire che due dei tornei dove hai fatto molto bene dopo il Foro la scorsa estate erano sempre a Roma…
Sì è vero! Poi magari quest’anno succede chissà che roba, però ti dico che a me la realtà di Roma piace davvero tanto: qui mi trovo proprio bene, possiamo dire che sono quasi imbattuta a Roma! Però dai a parte questo c’è proprio il fatto che giocare lì mi piace, probabilmente anche perché a differenza di quando giochi tornei all’estero e sei sola o al massimo con l’allenatore, lì invece mi porto dietro uno squadrone di ragazzi che hanno voglia di vedermi e quindi l’adrenalina è a mille.
Ora ti faccio una domanda scomoda, però a luglio compirai 30 anni. Cosa c’è nel tuo immediato e un po’ più prossimo futuro?
Io, sinceramente, ci credo ancora tantissimo nel mio tennis e forse mai come l’anno scorso e quest’anno ci credo così. Quindi oggi mi fa ridere quando vado in giro e mi dicono che ho 30 anni, perché è vero che questa è un’età in cui arriva un po’ un giro di boa ed in teoria uno dovrebbe cominciare a cambiare vita, però io mi sento ancora molto carica per giocare. Tra l’altro quest’anno a gennaio c’è stato il corso speciale per maestro, ma non ho proprio voluto farlo, malgrado abbia 30 anni e sia numero 400 del mondo, che non è una classifica pazzesca, però mi sento ancora carica e piena di voglia di fare e penso di avere ancora molto da dare.
Quindi diciamo che l’obiettivo è quello di migliorare il best ranking?
Quello sicuramente, però alla fine la classifica da una parte è maledetta perché il numero che hai vicino al nome è importante, però non è che la punta dell’iceberg e dietro c’è davvero tantissimo. Io ora voglio riuscire a far bene tutto il resto e di conseguenza arriverà anche la classifica. Poi quando sarà il momento sono sicura che potrò trovare altri sbocchi per la mia vita, ma ad oggi la mia priorità resta il tennis.
Grazie mille, direi che ti lascio con intanto i miei complimenti per la qualificazione e la gentilezza, e poi un in bocca al lupo per questa settimana e per il ritorno al Foro.
Grazie a te e crepi il lupo!
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