di Michele Galoppini
foto di Giulio Gasparin
È stata certamente l’azzurra che dopo Wimbledon ha ottenuto, anche sorprendendo, i risultati migliori prima del notissimo exploit newyorkese di Flavia Pennetta e Roberta Vinci. L’ha fatto dopo un inizio di stagione non proprio semplicissimo, illuminato da un fantastico torneo di Norimberga vinto a mani basse, e dopo un piccolo infortunio a Wimbledon che in ogni caso non l’ha fermata nei tornei successivi.
Prima di svelare già parte della chiacchierata che ci siamo concessi, è meglio svelare l’atleta di cui stiamo parlando. Facile che l’abbiate già capito tutti (dopotutto era anche scritto nel titolo!), ma stiamo parlando di Karin Knapp, ragazza altoatesina trasportata ad Anzio dalla passione per il tennis, che purtroppo non ha potuto completare la scalata del ranking che aveva cominciato prepotentemente, a causa di un nuovo problema al ginocchio, già operato. Scalata che l’aveva addirittura portata al suo massimo storico, la 33esima posizione appena prima degli Us Open in miglioramento di quel 35mo posto ormai obsoleto di ben sette anni (mica poco, se solo pensate alle mille peripezie che Karin ha dovuto passare nella sua carriera).
“L’operazione è andata molto bene… ora sono a casa con le stampelle e mi guardo un sacco di film!” Comincia così l’intervista, quando le chiediamo come sta e quando prevede il suo ritorno in campo. “Avendo fatto l’operazione subito, riuscirò a fare un’adeguata preparazione ed essere pronta per la stagione 2016. Purtroppo ancora non riesco a fare molto perché devo usare le stampelle per 20 giorni, ma qualcosina si fa o meglio ci provo!”
Ogni volta che è tornata da un infortunio, l’azzurra ha dimostrato di poter diventare sempre più forte di prima, passo per passo; nemmeno fosse Goku od un Super Sayan, che ogni volta strapazzato da un nemico si ripresentava qualche puntata dopo più potente e sempre più biondo. La Knapp non si darà certo all’arte dei combattimenti dei manga giapponesi, ma non nasconde di poter valere di più e migliorare ancora: “Intanto penso a recuperare bene… poi credo che uno lavori per raggiungere questi obiettivi, come la top20 di cui mi parli tu! Ho tanta voglia e credo che di poter migliorare ancora in tante cose!” Ed il 2016 potrebbe essere anche l’anno del riscatto e della rivincita olimpica, dopo che dei seri problemi al cuore e più tardi degli infortuni alle ginocchia avevano funestato l’anno olimpico 2008, durante il quale si era tranquillamente qualificata a Pechino. Lei dice: “Certo, il 2008 è un ricordo un po’ amaro… Se me le meriterò, sarò molto contenta di andarci e partecipare ai Giochi!” Peraltro, la qualificazione olimpica è già quasi in tasca, se ovviamente giocherà a normalissimi livelli che le competono nella prossima stagione fino al Roland Garros (sempre che la Pennetta confermi le sue volontà di ritiro; in caso contrario ci sarebbero delle complicazioni ed una lotta fratricida, probabilmente tra lei e Camila Giorgi).
Facendo un passo indietro, è d’obbligo parlare anche della stagione che è appena stata, in cui ci sono stati alti e bassi, ma soprattutto sono arrivate ottime soddisfazioni ed il best ranking. “Ad inizio anno ho fatto un po’ fatica a trovare il ritmo, però piano piano sono entrata in forma e sono riuscita a togliermi delle belle soddisfazioni; Norimberga, poi Bad Gastein ed in America. Anzi, dopo Baku anche il best ranking.” Poi prosegue: “Forse mi è mancata un po’ di continuità, mi sono fatta anche male sull’erba! La stagione è lunga e magari qualche alto e basso ci sta, sicuramente posso e devo migliorare sotto questo aspetto!” Inoltre, se la fortuna non sempre la assiste fisicamente, quest’anno e non solo anche negli Slam i sorteggi non sono stati molto benevoli. Sono arrivate la Halep al primo turno in Australia, poi la Wozniacki al primo del Roland Garros, quindi un’ottima giocatrice al primo sull’erba di Wimbledon quale è la Rybarikova (affrontata da infortunata) ed infine un secondo turno contro la Kerber agli Us Open, dove peraltro ha ottimamente giocato il primo set mettendo in difficoltà la tedesca. “Finché non si arriva ad essere testa di serie si può incontrare tutti nei primi turni agli Slam. Comunque io vado in campo e penso a me, a quello che devo fare io! Poi in base alla giocatrice che hai dall’altra parte della rete prepari la partita con il tuo allenatore, come sempre!”
Parlando di allenatore, Karin lavora ormai da tanti anni ad Anzio con i fratelli Piccari, Francesco ed Alessandro, e con il primo porta avanti una relazione non solo lavorativa ma anche sentimentale. Posso immaginare non sia semplice mettere assieme i due mondi e quindi le chiedo come ha “organizzato” le cose, ma dalle sue parole il tutto sembra molto più semplice del previsto: “Eh ormai è da un bel po’ che stiamo assieme! Ci dà una mano anche il fratello di Francesco, Alessandro, che gira con me alcune settimane! Abbiamo trovato un bell’equilibrio anche se non è sempre facile. Ma sono molto contenta!”
Continuiamo ora ad andare indietro, seguendo perfettamente al contrario la linea del tempo, e torniamo al momento in cui Karin sfondò nel tennis mondiale. Rispetto a tantissime colleghe italiane, la Knapp ha raggiunto le posizioni più importanti del ranking quando ancora era poco più che ventenne. “Ad essere sincera sono esplosa presto ma purtroppo sono iniziati presto anche i miei problemi!” E sul quale sia stata la chiave per arrivare così presto, anche come suggerimento alle giovani colleghe, mi dice: “Le pressioni c’erano, ma sono riuscita a gestirle abbastanza bene, anche perché chi avrebbe mai pensato di arrivare così in alto! Credo che mettere attenzione sul lavoro e cercare di migliorarsi sempre sia la cosa più importante… pressioni c’erano, ci sono e ci saranno sempre!”
Dell’ancor più giovane età è comunque curioso scoprire come l’azzurra di Brunico sia arrivata al tennis, soprattutto provenendo da una terra in cui il piccolo campioncino più tipico è sciatore o atleta di uno sport invernale: “Eheheh, infatti a 3 anni ero sugli sci, invece con il tennis ho iniziato a 7! Io a 15 o 16 anni ho dovuto scegliere tra sci o tennis e ho scelto il tennis, anche perché un’amica mia proprio in quel periodo ha avuto un incidente brutto sugli sci!” Ora però vive in una terra che di neve e di sci ne conosce decisamente poco e riprendendo una dichiarazione di Simona Halep, la quale ha espresso il suo bisogno di neve e freddo dopo mesi e mesi di tennis al caldo, chiediamo se anche lei sente lo stesso richiamo della rumena. “La neve mi manca ma il freddo no, sono molto freddolosa!!! Certamente mi mancano i miei genitori, i miei fratelli, tutti i parenti, però sto bene ad Anzio e quando posso io vado su o loro vengono a trovarmi qui!”
Non voglio esagerare ed approfittare troppo della disponibilità di Karin e mi concedo solo un ultimo paio di domande. Prima di tutto una semplice curiosità, su ciò che di più bizzarro le sia mai capitato su un campo da tennis; “durante uno scambio mi si è levata la scarpa… (risata)”. Probabilmente le scarpe le creano sempre situazioni divertenti e colgo la palla al balzo per ricordarle dei suoi match con le scarpe rotte e scotchate di Bad Gastein… “(risata) Mamma mia!!!”
Ed infine, anche a lei mi sembra d’obbligo chiedere delle sensazioni vissute grazie alle colleghe Flavia Pennetta e Roberta Vinci, visto soprattutto che la tarantina è stata più volte anche la compagna di doppio dell’altoatesina e che fino ad un mese fa condivideva con la Knapp ranking e speranze simili di far bene. “Io le ho seguite da casa. Vedere due amiche fare cose così grandi è stato bellissimo! Tanti tanti complimenti a loro! Personalmente mi hanno dato molta carica, tanta voglia di migliorarmi, anche perché mi sono emozionata a vedere loro, quindi perché non riuscire a vivere un momento così di persona…”
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