di Renato Lugarini
Non scherza affatto Julia Mayr. La giovane altoatesina, che compirà 19 anni ad agosto, dopo un 2009 molto convincente si è resa protagonista di una lunga serie di risultati positivi anche in questo avvio di stagione, proponendosi a suon di vittorie come una delle promesse più attendibili del tennis femminile italiano. La determinazione, la grinta e la continuità di rendimento che la caratterizzano non lasciano spazio all’improvvisazione e fanno presagire che, a prescindere dai traguardi che riuscirà a raggiungere, difficilmente la ragazza proseguirà la sua carriera senza cercare di esplorare fino in fondo i propri limiti, ottenendo il massimo dal suo tennis. Migliorando di settimana in settimana il best ranking, Julia è riuscita di recente a sfondare il muro delle prime 300 tenniste del mondo, seguita a ruota dalla sorella maggiore Evelyn. Abbiamo avuto modo contattarla e di ripercorrere insieme le tappe di questa ascesa. Prima di tutto, comunque, abbiamo voluto chiarire eventuali dubbi riguardo la sua condizione fisica, visto che un paio di settimane di pausa ai box avevano fatto temere un qualche infortunio.
“Sto benissimo – ci rassicura Julia – “infatti ora mi trovo a Bari per giocare le qualificazioni. Nelle ultime settimane non ho disputato tornei solo per motivi di studio”.
Ricostruiamo questi primi mesi del 2010..
“Ho iniziato la stagione in Inghilterra con un match tirato ma perso al terzo, con la Ungur. Successivamente mi sono spostata in Portogallo dove ho subito vinto, a Valle do Lobo, e raggiunto i quarti ad Albufeira, perdendo da Evelyn. Quindi è arrivata la serie dei tre tornei ad Antalya, in Turchia. Ho fatto finale nel primo, perdendo sempre da mia sorella, quarti nel secondo e, infine, è arrivata una nuova vittoria”.
Il successo più importante?
“Sicuramente la vittoria a Valle do Lobo, sia perché è la prima che ho ottenuto sul veloce sia per l’avversaria battuta in finale, la Koheler, che veniva da un buon momento di forma. Vincere quel torneo mi ha dato molta fiducia”.
Mentalmente e tecnicamente cosa ti ha permesso di realizzare il salto di qualità che hai messo in mostra a partire dalla scorsa estate?
“Da un punto di vista mentale, nonostante il miglioramento dei risultati, non ci sono stati grandi cambiamenti. Di certo il conseguimento della maturità, che ho ottenuto anche con un anno d’anticipo, mi ha permesso poi di giocare con meno pensieri. Tecnicamente, invece, ha influito una maggior aggressività in campo, specialmente nel gioco a rete, su cui sto lavorando”.
I prossimi impegni?
“Dopo Bari dovrei giocare Brescia, quindi bisognerà vedere se mi sarà concessa una wild card per Roma, altrimenti andrò a Firenze”.
Una programmazione basata, quindi, sui 25.000 $; quali sono le differenze e le difficoltà che riscontri in questo passaggio dai tornei di fascia minore?
“La differenza si sente, il livello è sicuramente più alto e la concorrenza più agguerrita, anche perché i tornei più ricchi si disputano in quantità minore. Inoltre, nonostante i progressi in classifica, magari mi ritrovo a giocare le qualificazioni con una testa di serie alta. Insomma, non è semplice”.
A seguito dei vostri progressi i tuoi confronti con Evelyn sono sempre più frequenti, anche in match importanti, come li state gestendo?
“Non è mai facile giocare contro mia sorella e penso che sia così anche per lei. Giochiamo contro dai tornei giovanili, ma ora, piano piano, ci stiamo abituando e ultimamente riusciamo a considerarci quasi come due avversarie qualsiasi”.
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