Anna Giulia Remondina ha vinto il torneo Open BNL al Circolo della Stampa – Sporting di Torino e con esso il pass per le prequalificazioni del Foro Italico, in programma dal 30 aprile al 5 maggio prossimi.
La nostra chiacchierata comincia con una delucidazione sul suo nome di battesimo, poiché sul web la si trova appellata in diverse versioni: “Io sulla Carta d’Identità sono Anna Giulia, per la Wta sono Anna, per la Federazione sono Giulia…ma per tutti ormai sono solo Giulia!”
Ebbene, Giulia ha quasi 27 anni e un passato da numero 219 del mondo che vuole riagguantare a tutti i costi. 10 titoli in singolare, 2 in doppio, ma soprattutto un totale di 33 finali raggiunte, l’hanno portata qualche anno fa a ridosso delle migliori 200, togliendosi anche la soddisfazione di battere avversarie del calibro di Muguruza, Konta e Knapp. Poi una serie di problemi fisici l’ha tenuta troppo tempo lontano dai campi e di questa astinenza ne hanno risentito enormemente fiducia e classifica.
La sua voglia di riscatto è leggermente nascosta dietro una voce calma, tranquilla e pacata, ma di certo Giulia tornerà a Roma per la seconda volta in carriera con una motivazione in più.
Giulia, intanto complimenti per la vittoria a Torino. Come è andata?
Ho trovato in finale Irina Smirnova che è una 2.2 e oggi fa la maestra di tennis. Il livello forse era un po’ più basso rispetto ai tornei di Milano e di Genova dove avevo giocato le scorse settimane, a Torino sono arrivata da testa di serie numero uno, quindi speravo in una vittoria che per fortuna è arrivata. Al primo turno avevo cominciato male perdendo il primo set, poi ho vinto facile il secondo match, ho lottato un po’ di più in semifinale ed in finale ho vinto abbastanza bene il primo set, poi nel secondo ho chiuso 7-6 annullando due set point.
Non è la prima volta che ti qualifichi per Roma vero? Cosa ricordi di quella esperienza e con che sensazioni parti quest’anno?
Sì, nel 2008 avevo ottenuto una wild card per le qualificazioni, non c’erano ancora questi Open BNL per le prequalificazioni. Pochi giorni prima di partire mi hanno detto che avevo questa wild card. Ero contentissima perché avevo solo 19 anni, era un periodo in cui stavo giocando benissimo, ero circa 400 del mondo. Sono arrivata a Roma che ero emozionatissima perché ovviamente non avevo mai giocato in un torneo del genere. Al primo turno ho incontrato Ekaterina Makarova, che all’epoca era n.70 del mondo. Ho perso il primo set 6-1 giocando male, mi ricordo che ero tesissima. Poi mi sono sciolta e ho vinto il secondo set, ero avanti anche nel terzo 5-3 ma a quel punto ho cominciato a pensare: “Oddio, sto per vincere contro la 70 del mondo”. Da lì non ho più messo una palla in campo e ho perso 7-5. È stata comunque una bellissima emozione, ho visto tanti giocatori forti allenarsi, sono stata lì a mangiare con loro, quindi indubbiamente è stato bellissimo sotto tutti i punti di vista. Dopo 8 anni l’emozione sarà diversa, vado alle prequalificazioni e non direttamente alle qualificazioni e so bene che sarà un’altra cosa, però l’atmosfera di Roma per gli italiani è sicuramente il top che ci sia.
Da chi sei seguita oggi e dove ti alleni?
Adesso mi alleno a Marina di Carrara perché mia mamma è di qui. Io sono nata a Massa ma ho vissuto per molti anni a Brescia perché papà è di lì. Due anni fa mio papà, che è allenatore di calcio, è andato ad allenare la Carrarese e così ci siamo trasferiti qui. Siamo una famiglia di sportivi, anche mia mamma giocava a tennis. Sono seguita da Renzo Furlan e mi alleno con Jasmine Paolini, invece per quanto riguarda la preparazione atletica c’è mio zio, Damiano Fiorucci, che ha seguito giocatori molto importanti. Sicuramente sono in mani di persone molto esperte.
Hai vinto 10 titoli in singolo e 2 in doppio, ma hai perso 13 finali in singolo e 8 in doppio. Come si recupera da una sconfitta in finale?
Davvero così tante?! Non le ho mai contate, forse perché penso che recuperare dopo una sconfitta in finale sia più facile che dopo una sconfitta in primo o secondo turno. Arrivare in finale vuol dire comunque aver fatto un buon torneo con almeno quattro se non cinque partite vinte, il bilancio quindi non può essere che positivo. Questo ti permette poi di affrontare il successivo torneo più tranquillamente.
Tra il 2011 e il 2012 hai vissuto il tuo momento migliore, in particolare in un $25.000 in Francia hai perso in finale con Kristyna Pliskova ma prima avevi battuto Knapp e Muguruza. Cosa è successo dopo?
Quello è stato senza dubbio il torneo più bello della mia vita: ho battuto la Muguruza, la Arrabuarena e la Knapp partendo dalle qualificazioni, quindi ho vinto sei partite per poi perdere in finale. Purtroppo già due settimane dopo quel torneo mi sono infortunata e sono stata ferma molti mesi, poi ho ripreso, mi sono fatta male un’altra volta e praticamente ho perso quasi tutto l’anno. Recuperare da un infortunio è molto difficile soprattutto mentalmente, perché i primi tornei dopo che ti sei ripresa fai fatica ad ingranare e a vincere e se mancano le vittorie moralmente ti butti giù. Tra infortuni e mancata fiducia ho perso ranking e non sono più riuscita a ritornare sù.
Hai avuto numerosi infortuni nella tua carriera, soprattutto all’inizio, pensi che sia stato anche un problema di preparazione atletica?
Mah, non saprei, per esempio nel 2008 ho avuto problemi di tutt’altro genere, ho avuto la mononucleosi che mi ha bloccato tre mesi, in un momento in cui stavo salendo in classifica e stavo giocando benissimo. Poi ho avuto diversi infortuni muscolari, non so se dipendenti dalla preparazione, ma può anche essere perché ho cambiato tanti allenatori e quindi ho conosciuto tanti metodi diversi di preparazione atletica.
Pensi che a quasi 27 anni sia tutta questione di preparazione atletica o c’è margine di miglioramento tecnico?
Secondo me sì può sempre imparare perché l’età media si sta alzando e fino a 34-35 anni una tennista continua a giocare. Quindi in prospettiva io ho ancora 7-8 anni di carriera davanti! Se ci pensi sono ancora tanti e penso di potermi migliorare ancora.
Su quale superfice esprimi meglio il tuo tennis?
Io ho sempre detto che mi trovo meglio sul cemento indoor ma tutti i titoli che ho vinto sono arrivati su tornei in terra all’aperto, forse perché è la superficie dove ho giocato di più, ma con il mio gioco mi trovo meglio sul cemento perché mi piace spingere, andare bene incontro alla palla, quindi riesco anche a muovermi meglio sul cemento.
Quali sono i tuoi obiettivi per la stagione e i tuoi programmi dopo Roma?
Il mio obiettivo principale è quello di riavvicinarmi al mio best ranking il prima possibile quindi almeno chiudere la stagione tra la posizione 250 e 200. Dopo Roma ancora so quali saranno i miei programmi, devo vedere bene il calendario, ma penso giocherò i $25.000 e $50.000 in Italia poi in base al ranking cercherò di alzare anche il livello dei tornei.
Cosa fai quando hai un po’ di tempo libero?
Tutto il tempo libero che ho lo dedico al mio ragazzo che vive a Brescia, riusciamo a vederci pochissimo e appena riesco lo raggiungo subito.
Hai già cominciato a pensare a cosa farai dopo la tua carriera da tennista?
No a dire il vero no, anche se so che non mi piacerebbe fare la maestra, sicuramente rimarrò nel modo del tennis e non potrebbe che essere così perché è la mia vita da quando avevo 4 anni. Però ho ancora un po’ di tempo per pensarci, dai!
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