Giulia Gatto-Monticone ci ha raccontato il torneo di Madrid della scorsa settimana, nel quale è stata fermata in finale dalla diciassettenne spagnolo Torro-Flor. Giulia, che è tornata alle gare dopo lo stiramento del legamento collaterale del ginocchio, si è soffermata sull’analisi della finale, sui suoi recenti problemi fisici, chiudendo con un commento sulla sua avversaria di semifinale: la giovane azzurra Gioia Barbieri.
La Finale: “La finale di Madrid è stata una partita veramente senza senso, incredibile! La mia avversaria non aveva uno schema di gioco, ma tirava il diritto a caso fortissimo a 200km/h. Faceva tutto lei! Per due giochi consecutivi prendeva solo righe, mentre per altri due le palle finivano solo sui teloni. Sul 5-5 del primo set, servivo io ed eravamo 30-30, quando ho rotto le corde. Palla break e diritto sulla riga. Quando ha servito per il set ha preso solo righe!! Durante il secondo set la situazione si è normalizzata e mi sono imposta per 63. Terzo set: nei primi tre giochi solo fiamme in campo, mentre nei successivi tre games ha tirato tutto fuori. Risultato 3-3. Siamo andate avanti così sino al 5-4 per lei, quando ha tirato 5 vincenti a fronte di 3 errori gratuiti. Sono davvero rammaricato, è stata una partita senza senso. A lei sono entrati dei colpi contro le leggi della fisica.“
L’Infortunio: “Mi sono impuntata durante un allenamento e mi ha girato il ginocchio. Sono stata anche fortunata, perché la torsione non è stata così accentuata e non si è rotto nulla. Ho giocato per tutta la settimana due incontri al giorno e ha tenuto. Mi da un po’ fastidio ma sta tenendo. Gioco ancora questa settimana (Giulia ha già superato Gioia Barbieri al primo turno per 62 76, nella riproposizione della semifinale della settimana scorsa) e poi mi fermo per alcuni giorni.”
L’avversaria azzurra: “Gioia Barbieri la settimana scorsa ha giocato davvero in maniera incredibile. Tirava tutto e molto spesso la palla le rimaneva dentro. A me piace molto il suo tennis, perché anticipa tutti i colpi, proprio come vorrei e dovrei fare io.“
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