(Daniele Giorgini – Foto Nizegorodcew)
Intervista di Alessandro Nizegorodcew (inviato a Trani)
Daniele Giorgini è uno dei tennisti del momento. Il marchigiano, classe 1984, ha finalmente trovato la quadratura del cerchio, grazie ad importanti migliorie tecniche, tattiche, fisiche e mentali. E pensare che Daniele era già entrato tra i top-300 ormai 6 anni fa, all’età di 20 anni. All’epoca Giorgini, allenato da Tonino Zugarelli, aveva impressionato in alcuni challenger e futures, battendo tra gli altri Koellerer. Tanti infortuni, ma anche parecchie scelte sbagliate, ne hanno rallentato la crescita e pian piano il marchigiano è divenuto “solamente” il Re dei futures italiani. In molti ne hanno criticato l’atteggiamento un po’ troppo rinunciatario e poco incline a viaggiare. Fabrizio Fanucci sembra invece averlo convinto ad investire su se stesso e oggi, all’età di 26 anni, Daniele Giorgini ha la testa del giocatore vero, pronto al sacrificio e carico e gringo come non mai. La stagione 2010 è stata fin qui molto molto positiva e il sogno di partecipare alle qualificazioni di uno Slam si avvererà presto, in quel di New York. A Trani, Giorgini sta giocando un grandissimo tennis e le vittorie su Steve Darcis e Victor Crivoi sono lì a dimostrarlo. Sempre molto disponibile, Daniele si è concesso ai “microfoni” di Spazio Tennis per raccontarci del torneo pugliese e di molto molto altro…
Iniziamo da questo torneo e dalla vittoria al primo turno contro Darcis per 76 al terzo set..
“E’ stata una partita difficilmente commendabile a livello emotivo. Posso dirti, molto sinceramente, che me la sono fatta addosso. Ero avanti per 5-2 al terzo e, in maniera davvero poco lucida, mi sono fatto rimontare sul 5-5. Lì ho pensato di aver perso l’occasione e che il treno fosse ormai passato. Invece anche Darcis ha regalato parecchio, sbagliando alcuni colpi per uno come lui agevoli; in particolare una voleé sopra la rete incredibile.. La mia emozione è stata però più evidente e clamorosa. Ho avuto due match point sul 6-5 per me e 15-40 sul suo servizio, ma ho sbagliato anche lì. Ero davvero avvelenato. Per fortuna sono rimasto attaccato al match mentalmente e ho giocato un tie-break perfetto, vincendolo 7-1.”
E al secondo turno hai preso a pallate Crivoi..
“Ho giocato molto bene, anche se lui non era in grandissima forma. Ma io non ho commesso alcun errore gratuito e sono stato a fargli capire subito che non ci sarebbe stata storia. Sono stato anche molto lucido tatticamente.”
L’impressione, vedendoti in campo dopo circa un anno da Frascati 2009, è che il rovescio sia cresciuto tantissimo. Da colpo debole è divenuto un fondamentale con il quale non perdi campo e anzi chiudi con alcuni vincenti il punto..
“Beh mi alleno con Volandri tutti i giorni, è ovvio che ho migliorato il rovescio! A parte gli scherzi, ho lavorato parecchio su questo fondamentale perché è sempre stato un mio difetto. Sin da piccolino ho sempre puntato tutto sul diritto, fidandomi delle mie gambe. Ma ad un certo livello questo non te lo puoi più permettere, che siano challenger ma anche futures. Con Fabrizio abbiamo allenato tantissimo il rovescio e, anche se non diventerà mai il mio colpo migliore, oggi mi sento sempre più sicuro.”
Adesso arriva la sfida a Matteo Trevisan, giovane di grandi speranza ma soprattutto tuo compagno di allenamento. Cosa pensi di lui?
“In Spagna, ad inizio anno, ci ho perso 76 al terzo e già lì ho capito che di qualità Matteo ne ha da vendere. Mi rendo conto che è uno dei giocatori che può ambire a raggiungere un livello altissimo. Io mi sono allenato con tutti i top-players italiani e quando ho palleggiato con Bolelli o Seppi le prime volte, subito ho capito che sarebbero arrivati. Matteo ha forse anche qualcosa in più dal punto di vista prettamente tennistico. Non ha però la testa di Andreas… Matteo è giovane e ha mille difetti di personalità, però a tennis gioca come un treno. Domani, in partita, dovrò fargli capire che ci sono anche io. Gli auguro di vincere tantissimo e di trascinare il tennis italiano, perché lui è uno che può veramente farlo. Ma non domani, direi che può andare bene dal prossimo torneo…”
Abbiamo parlato tante volte insieme, anche in diretta su Spazio Tennis, e ci hai sempre detto che il tuo obiettivo stagionale era quello di poter giocare le qualificazioni in un torneo dello Slam. Finalmente ce l’hai fatta e giocherai a New York. Quali sono le tue sensazioni?
“Sono ovviamente contentissimo. Stavo per entrare anche a Wimbledon, ma purtroppo per una settimana non sono entrato; i punti di un future vinto, infatti, mi sono stati attribuiti ovviamente dopo 14 giorni e ho mancato l’obiettivo. Per fortuna i risultati sono arrivati con buona continuità e giocherò a New York. Sul veloce, in questa stagione, ho giocato solamente il challenge di Recanati, dove tra l’altro ero avanti 4-1 e servizio con Bohli che poi ha vinto il torneo. lì però lui ha alzato il livello e non l’ho più vista. Credo di poter giocare bene, se allenato a dovere, sul cemento. Anche perché il ginocchio sta bene e non risente del cambio di superficie. Anche mentalmente credo di poter affrontare bene le superfici rapide.”
A proposito di aspetto mentale, il salto di qualità appare evidente anche da questo punto di vista..
“I risultati di questo 2010, a parte la crescita tecnica che ovviamente c’è stata, sono conseguenza di due fattori. Il primo è la condizione fisica; stare bene tutto l’anno ti permette di giocare con continuità e di non dover basare la tua classifica solamente su 10 tornei. In secondo luogo mi sento maturato mentalmente, sia in campo che fuori. Ho lavorato molto su me stesso, ma senza psicologi o altro; semplicemente ho gestito al meglio le situazioni e tutte le distrazioni come ragazze, uscite la sera, ecc..”
Una maturazione che oggi ti porta ad investire di più su te stesso, a crederci ancora di più? I tennisti tra il numero 70 e il 150, alla fin fine, non giocano molto meglio di te, anzi…
“L’investimento su me stesso c’è stato. Ti faccio un esempio: per il weekend precedente al torneo di Trani una squadra della Bundesliga mi ha offerto 4.000 euro per provare salvare la società che rischiava la retrocessione. Devo ammettere che ci ho pensato parecchio. Avrei raggiunto Trani lunedì mattina, giocando il singolo martedì, intascandomi una buona somma e giocando comunque il challenger. Ma in che condizioni sarei arrivato in Puglia? Sia Fanucci che mio fratello mi hanno assolutamente sconsigliato dall’andare in Germania e la scelta ha pagato. Sono arrivato a Trani sabato per allenarmi a dovere e i risultati sono arrivati. Anche se devo dirti la verità: quando Darcis ha rimontato da 2-5 al terzo ho rimpianto per un attimo questa scelta… Per quanto riguarda la classifica, con Fabrizio diciamo sempre che la scalata al ranking deve essere graduale. Sono di essere un buon giocatore con dei margini di miglioramento, ma sono anche consapevole di non essere un fenomeno da top-30. Cerco di essere realista, provando a raggiungere il massimo del mio potenziale.”
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