(Camila e Sergio Giorgi, Foro Italico 2014 – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
A poche ore dalla sfida di Fed Cup tra Italia e Francia, abbiamo avuto la fortuna di intervistare Sergio Giorgi, padre e allenatore di Camila Giorgi, analizzando quella che potrà e dovrà essere la stagione 2015 della talentosa tennista azzurra. Dalla preparazione invernale agli Australian Open, da Lenny Bottai e Venus Williams, senza dimenticare obiettivi di fine anno e aspetti tecnico-tattici.
Partiamo dall’ultimo match disputato da Camila, che avanti 6-4 4-2 0-40 è stata rimontata da Venus Williams nel terzo turno degli Australian Open. Che partita è stata?
“Ritengo che Camila abbia giocato in quell’incontro al 40% delle proprie potenzialità. Detto ciò, pensavo che avrebbe vinto contro Venus e superato anche il turno successivo, ma purtroppo non ha giocato bene e si è incartata nei momenti decisivi. Ma non sono deluso, perché dopo i tanti problemi occorsi durante la preparazione sapevo che la trasferta australiana non sarebbe stata semplice”.
Facciamo allora un salto indietro. Come si è svolta la preparazione invernale e quali intoppi avete avuto?”
Il lavoro fisico e tennistico stava procedendo nel migliore dei modi quando Camila ha iniziato ad avvertire un forte dolore ai denti. Non riusciva più ad allenarsi e l’unica cosa che poteva fare era un cinquantina di chilometri in bicicletta. Dopo pochi giorni è stata operata a ben due denti del giudizio e nel complesso ha perso circa due settimane di lavoro. La programmazione della preparazione invernale l’ho studiato parecchi mesi fa, mentre io e Camila eravamo al torneo Wta di Linz. Abbiamo analizzato tutto nei minimi dettagli: sotto il profilo fisico una grande mano è giunta dalla sessioni di allenamento svolte a Livorno con il pugile Lenny Bottai, persona stupenda e altamenta professionale, che ha aiutato tantissimo Camila. Per quanto riguarda invece la parte tennistica abbiamo lavorato benissimo a Tirrenia anche grazie a un paio di ottimo sparring partner”.
Dal punto di vista tecnico su cosa avete impostato il lavoro di preparazione?
“Il lavoro tecnico è sempre molto importante, ma più che su diritto e rovescio ho insistito molto sul lavoro delle spalle, in particolar modo nel servizio. Non mi piaceva come utilizzava la spalla nella battuta, ma anche nei colpi da fondo, ed è stato dunque questo un punto focale della preparazione. Non è mancato un allenamento specifico per quanto riguarda la respirazione, anche grazie allo yoga. Per non parlare poi delle continue sedute di fisioterapia atte a svolgere un’attività non tanto curativa quanto di prevenzione e il Gyrotonic Method utilizzato anche da Andy Murray. Ovviamente, come ti dicevo, ci siamo soffermati anche su vari aspetti prettamente tecnici: abbiamo allenato la ricerca degli angoli ma anche dei colpi più centrali, la ricerca del diritto e il gioco di volo, che a mio avviso è migliorato nettamente”.
Hai accennato al servizio. Camila in alcune partite è devastante sia con la prima che con la seconda, mentre in altri match commette una serie infinita di doppi falli. Problema tecnico o mentale?
“Non è un problema di tecnica del servizio, perché come notavi giustamente in alcune partite la battuta è praticamente perfetta. Potrei fare l’esempio del match contro la Smitkova, nel quale ha servito benissimo superando anche i 200 km/h come velocità massima. Il problema di Camila nella battuta è la preparazione. A volte è troppo nervosa e si approccia male al colpo, sbaglia il lancio di palla, gira poco le spalle. Ne abbiamo parlato tanto insieme e sa bene che deve migliorare la preparazione nel servizio”.
A prescindere dal servizio, non possiamo non sottolineare che Camila ultimamente abbia avuto cali mentali al momento di chiudere determinati match. Un tempo probabilmente era meno completa tecnicamente e tatticamente ma forse giocava con più incoscienza. Oggi sembra essere l’esatto contrario. Concordi?
“Assolutamente si. Camila sta vivendo una nuova tappa della sua crescita, sia tennistica che umana. E’ una questione di maturazione, che non è facile da assimilare in tempi brevissimi. In campo pensa di più e oggi sa che certe partite contro avversarie importanti lei deve vincerle, perché il suo tennis dice questo. Quando affrontava top players in passato giocava senza pressione e spesso portava a casa gli incontri, oggi sta acquisendo una nuova consapevolezza di sè e del proprio tennis. E’ maggiormente conscia delle proprie qualità e questo è ovviamente un bene, ma dall’altra parte è una fase di crescita complicata che va compresa. Un esempio palese del momento delicato dal punto di vista mentale è stata ad Hobart contro la giapponese Nara. Nel terzo set vi è stato solamente un game in cui Camila non ha avuto chance di chiudere il gioco, ma ha finito comunque per perdere 6-2. Le condizioni erano difficilissime a causa del forte vento, ma non deve essere una giustificazione. Peccato, perché quel torneo poteva anche vincerlo dato il livello non eccelso delle altre giocatrici. Nei prossimi tornei comunque potrebbe fare ancora un po’ di fatica, anche a causa del ritardo nella preparazione, ma dagli eventi europei mi aspetto un importante salto di qualità”.
Vi siete posti un obiettivo di classifica?
“Ritengo che Camila dovrebbe effettuare questo salto di qualità importante nei prossimi mesi, che le consentirà di scalare la classifica Wta. Un obiettivo realistico può essere il raggiungimento della Top-20 nella seconda parte della stagione”.
Alla vigilia della sfida di Fed Cup a Genova contro la Francia la domanda nasce spontanea: quanto è importante per Camila giocare in nazionale?
“Credo che la Fed Cup sia l’emblema del fatto che non sono io, da molti ridefinito padre-padrone, a prendere tutte le decisioni per la carriera di mia figlia. Camila ha 23 anni ed è giusto che sia lei a scegliere se rappresentare il proprio paese o meno. Se fosse per me, come ho già dichiarato più volte, non giocherebbe in Fed Cup, ma lei ci tiene tantissimo ed è corretto dunque che faccia parte della nazionale. Ancora non so se giocherà o meno contro la Francia, ma ovviamente spero di si. Camila si trova molto bene con tutto il team, a partire da Corrado Barazzutti e Giorgio Galimberti sino a tutte le ragazze azzurre. Gli allenamenti si svolgono sempre in un clima molto positivo e non posso che esserne felice”.
(Corrado Barazzutti e Camila Giorgi)
Qual è il tuo giudizio sulla nazionale azzurra e le altre convocate Errani, Vinci e Knapp?
“Sono tutte ragazze davvero in gamba, la nazionale può contare su un gruppo molto forte. E’ ovvio, parliamo sempre di donne, ed è normale che ci sia sana competizione per conquistare le maglie da titolari. Sara, Roberta, Karin e inserisco anche Flavia Pennetta, sono tutte grandissime professioniste che ancora oggi, dopo anni, lavorano con un’invidiabile umiltà. Io ad esempio vedo il tennis in maniera profondamente diversa da quello che è lo stile di gioco della Errani, ma ciò non toglie che io mi inchini di fronte agli straordinari risultati raggiunti da Sara. A volte leggo e ascolto delle critiche assurde alle tenniste italiane, che non condivido assolutamente. Come ho detto non sono un amante della Fed Cup, ma ovviamente tutto il mio tifo sarà per l’Italia”.
Leggi anche:
- None Found