Omar Giacalone, tennista siciliano classe 1992, con un best ranking di numero 327 Atp ottenuto a settembre 2015 e 3 titoli futures di singolare nel palmares, ha staccato il biglietto per le Prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia 2017, aggiudicandosi nel mese di marzo la tappa organizzata presso il Circolo del Tennis Rocco Polimeni di Reggio Calabria. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per Spaziotennis.com, facendoci raccontare la sua storia e i suoi progetti per il futuro, con un occhio di riguardo al suo “rapporto” con il Foro Italico.
Omar, la prima domanda voglio fartela sul tuo nome. Tuo padre era per caso un tifoso di Omar Camporese?
“No, in realtà devo il mio nome ad Omar Sivori. Mio padre è un grande tifoso della Juventus e ha trasmesso anche a me questa passione, infatti appena posso cerco sempre di seguire la squadra allo Stadium”.
Allora quest’anno devi essere particolarmente soddisfatto.
“Si dai, dopo esserci presi questa bella rivincita sul Barcellona speriamo di completare l’opera tornando a vincere la Champions e magari realizzando anche il triplete”.
Torniamo al tennis e al torneo che ti sei aggiudicato in Calabria e che ti ha dato l’accesso alle prequalificazioni. A parte la prima partita sembra sia stato tutto facile a guardare gli score.
“Al primo turno sono stato ad un passo dall’eliminazione contro Nicolò Schilirò, un ragazzo del ’98 che gioca molto bene e mi ha messo davvero in difficoltà con un tennis molto aggressivo. Quel giorno non mi sentivo al massimo, ma con un po’ di esperienza sono riuscito a spuntarla per 7-5 al terzo, mentre le partite successive con La Vela e Fago sono filate via tranquille. In finale contro Alessio Di Mauro sono stato molto bravo a gestire i punti cruciali di un primo set che è durato un’ora e mezza e a chiuderlo per 7-5. Nel secondo lui ha accusato un vistoso calo fisico e ho potuto chiuderlo per 6-0. Alessio è stato e rimane un grande giocatore, è sempre bello giocare con lui e batterlo in una finale vuol dire essere ad un ottimo livello”.
Per te non sarà la prima esperienza al Foro, giusto?
“Esatto, ho già preso parte alle Prequalificazioni nel 2012, nel 2013 e nel 2016. L’anno scorso in particolare mi sono tolto le soddisfazioni più belle battendo Vanni, Di Nicola e Vavassori e guadagnandomi così una wild card per le qualificazioni, dove poi ho perso da uno dei favoriti del seeding, Aljaž Bedene, anche con qualche rimpianto visto che ad un certo punto ero avanti 6-4 3-1. In particolare la vittoria con Luca Vanni la tengo nella top 3 della mia carriera assieme a quella con Gimeno-Traver a Caltanissetta sempre l’anno scorso e a quella con Daniel Brands a Vercelli nel 2015”.
Come giudichi il tuo inizio di 2017, e quali sono i tuoi programmi e i tuoi obiettivi?
“Quest’anno sono partito davvero bene ottenendo dei buoni risultati a livello Itf sia in Tunisia che a Santa Margherita Di Pula e recuperando diverse posizioni in classifica (Omar da inizio anno è già passato dalla posizione 553 alla 476 e mentre scriviamo è impegnato al Challenger di Francavilla, dove ha superato le qualificazioni eliminando Bossel, Karatsev e Michnev prima di arrendersi 6-3 al terzo set a Ramirez-Hidalgo al primo turno). A maggio, oltre che al Foro, sarò impegnato nelle qualificazioni dei Challenger di Roma Garden ed Ostrava: l’obiettivo è certamente quello di migliorare il mio best rank entrando nei 300, in modo da giocare le qualificazioni agli Australian Open del 2018”.
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Facciamo un paio di passi indietro. Come nasce il Giacalone giocatore? E come si cresce tennisticamente in Sicilia?
“Anche il tennis è una passione trasmessami da mio padre, che quando ero piccolo gestiva un circolo nella nostra città, Mazara del Vallo, così già a 4 anni mi sono ritrovato con una racchetta in mano. Visto che promettevo bene a 10 anni passai al CT Palermo, ma poi (con la sola parentesi di un anno all’accademia Piatti a Bordighera) ho conosciuto un po’ tutta la Sicilia del tennis: Fabio Rizzo a Catania, Palpacelli e Aldi al TC 2, e adesso il Cinà Institute, dove mi alleno da 6 mesi, sono realtà importanti in cui si può crescere bene. Le difficoltà, soprattutto per un giovane che non ha guadagni inizialmente, si trovano invece dal punto vista economico ed in particolare per via degli spostamenti che risultano più onerosi, visto che dalla Sicilia siamo costretti a prendere più voli rispetto ad altre parti d’Italia”.
Dicci qualcosa sul tuo gioco: punti di forza, aspetti da migliorare, superficie preferita?
“Ormai ho maturato una certa esperienza e mi adatto bene e velocemente sia sul duro che sulla terra rossa. Per quanto riguarda il mio tennis penso di poter migliorare ancora tanto, soprattutto al servizio e dal punto di vista fisico. Il mio colpo “preferito” è il rovescio lungolinea ed in linea di massima mi piace “fare la partita” e venirmi a prendere a rete quanti più punti possibile. Un bel salto di qualità penso di averlo fatto anche dal punto di vista mentale, da qualche tempo scendo in campo davvero sereno e anche il mio gioco ne trae beneficio”.
Col lato mentale c’entra per caso la tua vita privata? E quando non sei in campo cosa fai per ricaricare le batterie?
“Si, da 4 anni sono fidanzato con una ragazza di Palermo che si chiama Giulia e che influenza positivamente ogni aspetto della mia vita. Quando è libera dagli impegni universitari mi segue nei tornei e quando c’è lei a guardarmi ci tengo ancora di più a fare bella figura. Nel tempo libero mi rilasso dilettandomi in cucina e ascoltando tanta musica, in particolare Maroon 5 e Sting, che sono i miei artisti preferiti”.
Un ultima battuta, Omar. Immagino sarai stato agli Internazionali anche da semplice spettatore. Ci racconti qualche episodio che ti è rimasto impresso.
“Si certo, non posso scordare un incontro del 2009 tra Marat Safin e Tommy Robredo, col russo che ha dato spettacolo per un set e mezzo per poi staccare inspiegabilmente la spina e uscire dalla partita fino a consegnare la vittoria ad un incredulo Robredo. E poi un allenamento di ”mano de piedra” Gonzalez dove il cileno, sollecitato dagli olè del pubblico e dal suo coach, ha sparato una ventina di dritti consecutivi di una violenza inaudita. Sembrava che la pallina potesse prendere a fuoco da un momento all’altro!”
Grazie per la chiacchierata Omar e in bocca al lupo per il Foro
“Crepi, grazie a te e un saluto a tutti i lettori di Spaziotennis.com. Alla prossima…“