Da qualche settimana Riccardo Ghedin e Alessandro Motti fanno coppia fissa, con una serie di buone prestazioni che li hanno portati anche ad entrare in tabellone nell’Atp di Umago e che sono culminate con la vittoria nel Challenger di Fano, dove hanno onorato il loro ruolo di primi favoriti. Una prova, oppure la volontà di formare un doppio stabile? Hanno risposto a questa e ad altre domande nell’intervista “a quattro mani” che ci hanno gentilmente concesso.
Riccardo e Alessandro, da qualche tempo fate coppia fissa. Si tratta di un esperimento o c’è un progetto a medio lungo termine nel vostro sodalizio?
Alessandro: Siamo d’accordo di giocare insieme fino a Cordenons, poi io proseguo in Italia e Riccardo dovrebbe andare in Asia.
Riccardo: Sì, abbiamo una programmazione diversa, ma a fine stagione può darsi che rigiochiamo insieme qualche torneo.
Nel doppio l’affiatamento è fondamentale, ed è fondamentale per questo giocare molto insieme, ma trovare una compagno stabile, con cui riuscire a programmare tutta la stagione, non è così semplice, vero? Soprattutto se ci sono impegni non solo a livello internazionale.
Riccardo: Verissimo, spesso è difficile incastrare tutto alla perfezione e a volte bisogna adattarsi alle situazioni e agli impegni altrui.
Alessandro: È sicuramente meglio avere lo stesso compagno con cui si migliora ogni settimana l’affiatamento, ma non è facile in quanto bisogna avere una classifica simile per giocare gli stessi tornei. Poi ci sono gli incontri a squadre magari non per tutti uguali e chiaramente anche la scelta dei tornei non è sempre facile.
Riuscite anche ad allenarvi insieme?
Alessandro: Beh, per ora ci alleniamo sempre insieme durante i tornei, anche perché i giorni liberi sono pochi.
Anche se adesso fate quasi esclusivamente Challenger, in cui entrate tranquillamente come teste di serie, naturalmente il vostro obiettivo sarà quello di accedere al circuito maggiore, come avete già fatto a Umago. La differenza di livello è molto evidente?
Alessandro: L’obiettivo è ovviamente giocare i tornei più grossi! Il livello dei Challenger in doppio si è alzato molto negli ultimi anni e c’è molto equilibrio anche dai primi turni. Negli Atp puoi incontrare coppie chiaramente più forti e più affiatate ma anche molti giocatori che poi ritrovi nei Challenger.
Riccardo: Secondo me c’è pochissima differenza, infatti capita spesso che gente che vince tornei Atp possa poi perdere ad un Challenger.
Alessandro: Penso che i primi 20-30 siano un gradino sopra, da lì in poi si può lottare con tutti!
La differenza è però anche evidente a livello economico, il che è fondamentale anche per una migliore programmazione…
Alessandro: La differenza economica è enorme! Perdi al primo turno in un Atp 250 e guadagni quanto guadagneresti vincendi piccolo Challenger. Negli Slam la differenza è ancora più evidente e come ho detto prima la differenza di livello non è così grande come quella economica.
Riccardo: Ed è senz’altro vero che si fa quel che si può anche in base alla disponibilità economica.
Io considero il doppio una modalità bellissima. Anche perché condividere gioie e dolori con un compagno con il quale si è affiatati rende tutto più facile, ti permette di superare la solitudine a volte durissima che caratterizza il tennis. Qual è il vostro rapporto con la specialità? Vi siete semplicemente scoperti più bravi in doppio che in singolo oppure proprio lo preferite?
Riccardo: È decisamente divertente la specialità. Però, almeno nel mio caso, la scelta è dovuta anche all’età che avanza e come dici tu alla possibilita di condividere emozioni.
Alessandro: Io mi son sempre divertito di più in doppio e col tempo ho anche scoperto che sono più portato per questa specialità. Poi, venendo da uno sport di squadra come il basket, ho sempre trovato il singolare abbastanza noioso e mentalmente pesante.
Ormai l’età media dei giocatori è sempre più alta, e ancora di più nel doppio. In questo senso se la coppia “funziona” avreste davanti a voi ancora un po’ di stagioni. Avete obiettivi concreti per il 2017 e per il futuro?
Alessandro: Sì, effettivamente finché si sta bene fisicamente il doppio ti permette di continuare anche a 40 anni.
Riccardo: Per quanto riguarda gli obiettivi, non c’è nulla di specifico in ballo. Adesso viviamo il momento e aspettiamo la fine dell’annata.
Alessandro: In ogni caso l’obiettivo è chiaramente cercare sempre di migliorare il ranking e giocare i tornei più grandi. Avendo ogni settimana il cambio di classifica si cerca sempre di fare più punti possibili senza guardare più di tanto ad obiettivi a lungo termine.
Complimenti comunque per la vittoria a Fano e un augurio affinché la coppia diventi un solido e fruttifero “matrimonio”!
Riccardo: Grazie!
Alessandro: Grazie! E speriamo di entrare presto in top 100!
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