Fabio Colangelo intervista Sergiy Stakhovsky

Sergiy Stakhovsky è stato senza alcun dubbio uno dei migliori tennisti di questo finale di stagione. Il talentuoso ucraino, classe 1986 e numero 60 Atp, ha infatti vinto il torneo di San Pietroburgo partendo dalle qualificazioni, oltre a raggiungere altri risultati di rilievo, come i quarti di finale in quel di Mosca. Stakhovsky è un giocatore atipico, estremamente offensivo, sempre proiettato verso la rete, caratteristiche che rendono i suoi incontri altamente spettacolari. Il “nostro” Fabio Colangelo, che insieme a Sergiy ha vinto nel 2007 il torneo di doppio nel challenger di Recanati, ha intervistato il tennista ucraino. E’ uscito fuori un ritratto molto interessante di uno dei giocatori più divertenti del circuito Atp..

Sergiy Stakhovsky

Intervista di Fabio Colangelo

Allora Sergiy, iniziamo parlando del tuo 2009. Avevi iniziato bene la stagione con i quarti di finale a Doha e quindi a Zagabria. Successivamente hai ottenuto pochi risultati fino a settembre, mentre grazie ad un finale di annata eccezionale sei riuscito a migliorare il tuo best ranking, arrivando sino al numero 54. Hai raggiunto il tuo obiettivo di inizio stagione?
Ad inizio stagione ero numero 84 ed il mio obiettivo era quello di entrare nei primi 50 e rimanerci, ma con il nuovo sistema di classifica l’obiettivo non era dei più semplici. Quindi sono soddisfatto di aver chiuso l’anno tra i primi 60. Purtroppo ho avuto un lungo periodo nel quale non ho giocato un grande tennis, ma non a causa di infortuni; ho semplicemente perso molti incontri, il tennis è così!

Il tuo tipo di gioco molto aggressivo e ricco di discese a rete è sempre più raro nel circuito. Credi che per esprimerti al meglio tu abbia bisogno di qualcosa in più rispetto agli altri giocatori?
E’ normale che quando sono al massimo fisicamente e mentalmente riesco ad esprimere il mio miglior tennis, ma non credo di aver bisogno di qualcosa in più degli altri. Ovviamente quando non sono al meglio può essere più evidente rispetto ad altri tennisti, ma sto cercando di lavorare tanto per vincere più match possibili anche in condizioni non ottimali.

Anche la scorso anno hai vissuto una stagione piena di alti e bassi. Cosa credi che ti manchi per giocare più spesso come nell’ultimo mese, in modo da raggiungere stabilmente i top-30?
Hai ragione, lo scorso ho vissuto tanti alti e bassi. Dopo aver vinto Zagabria credevo di essere già arrivato. Poi ho perso un po’ di match molto lottati e tutto mi è sembrato perduto. Ho dovuto fare molta fatica per ritrvoare il mio gioco e la fiducia. Ho bisogno di essere più concreto e tranquillo, come nella prima e nell’ultima parte di questo 2009.

Parlavamo del tuo gioco aggressivo e spettacolare. Hai voglia di raccontarmi chi ti ha indirizzato verso il tennis e verso questo tipo di gioco? A chi ti sei ispirato?
Mio nonno mi regalò una racchetta quando avevo 5 anni e mezzo e a sei mi portò per la prima volta in campo. Credo che la causa di questo mio modo di giocare sia mio padre, che mi ha sempre spinto a giocare all’attacco. In più, tutti i miei allenatori hanno capito che scendendo a rete avrei potuto ottenere di più dal mio gioco; è quindi grazie a loro che ho sviluppato questo modo di giocare cercando anche, nel corso degli anni, una maggiore solidità da fondocampo. I miei idoli sono sempre stati Sampras e Rafter.. non proprio dei rematori!!

Ogni giocatore ha un momento nel quale capisce che vuole e può diventare un professionista. Ci racconti il tuo?
Mi ricordo un momento, quando avevo 15 anni, quando i miei genitori mi chiesero se volevo realmente giocare a tennis o se era il caso di smettere. Ricordo che piansi a dirotto, perché capii che quella era l’unica cosa che volevo fare veramente nella mia vita! Dovetti finire la scuola prima di dedicarmi completamente allo sport, ma per me fu quell’istante a farmi capire che volevo diventare un tennista nella vita. Il match, invece, che mi ha dato questa consapevolezza, l’ho giocato in un challenger in Uzbekistan nel 2003, quando, dopo aver superato le qualificazioni, ho sconfitto al primo turno un giocatore italiano che forse conosci.. il suo nome è Fabio Colangelo.. (Stakhovksy b. Colangelo 64 62). Lì ho avuto la conferma che il mio sogno sarebbe potuto diventare realtà…. !!!

C’è un giocatore per il quale pagheresti il biglietto per vedere una sua partita?
Te ne cito più di uno.. McEnroe, Edberg, Safin..

Leggo dal sito Atp che risiedi in Repubblica Ceca. C’è un motivo particolare, legato al tennis, per cui hai fatto questa scelta? La federazione ucraina non ti ha aiutato abbastanza?
Mi sono trasferito in Repubblica Ceca anni fa, perché in Ucraina era praticamente impossibile allenarsi per diventare professionisti. Con la federazione del mio paese ho e ho sempre avuto un ottimo rapporto, hanno sempre fatto il massimo per aiutarmi, ma purtroppo senza l’aiuto del governo non hanno mai potuto fare più di tanto. Considerando che dovevo pagare 30 dollari all’ora per un campo indoor, mi sono trovato costretto a fare questa scelta. Sono stato molto fortunato poiché sono stato mandato in un piccolo paesino (Frydlant Nad Ostravici) dove c’era un grandissimo centro sportivo, curato dal signor Neoral, che da grande appassionato ha sponsorizzato l’attività per alcuni anni, tenendo lo standard del club e dell’organizzazione davvero elevato. Dopo mi sono trasferito a Prostejov per due anni, prima di spostarmi a Bratislava, dove risiedo attualmente.

In conclusione, cosa ne pensi delle recenti rivelazioni di Agassi, che ha ammesso di aver fatto uso di sostanze considerate dopanti?
Onestamente non me la sento e non credo di poterlo giudicare, visto che non l’ho mai incontrato. Credo che quelli che debbano giudicarlo siano i tennisti che lui ha battuto mentre si dopava. A mio avviso lui ha “rubato” qualcosa a loro! Questo è quello che penso!

Grazie mille Sergiy, sei stato gentilissimo e spero di vederti sempre più in alto in classifica!
Non c’è di che Fabio, io spero di rivederti nel circuito un giorno, magari per rigiocare un doppio insieme!

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