Intervista di Alessandro Nizegorodcew (realizzata in esclusiva per Il Tempo del 10-02-14)
Sara Errani è una ragazza onesta, sincera, una campionessa dentro e fuori dal campo. Alcune sconfitte inattese e la rinuncia alla Fed Cup hanno fatto discutere, ma la romagnola ha voluto mettere i puntini sulle «i», spiegando le sue scelte e confermando la disponibilità per le prossime sfide della nazionale. Attualmente al numero 7 della classifica Wta, Sara Errani è pronta a vivere una nuova stagione da protagonista, che l’ha già vista vincere il doppio agli Australian Open e raggiungere la finale nel Wta di Parigi.
Come è andata la preparazione invernale? Su cosa hai lavorato nello specifico con il tuo coach Pablo Lozano?
«La preparazione fisica è stata molto faticosa, come sempre, ma sono soddisfatta delle benzina messa nelle gambe. Nel periodo di lavoro invernale ho giocato quattro ore a tennis e svolto sedute di atletica, quindi c’è stato il tempo per correggere e affinare la tecnica e la tattica. Io e Pablo parliamo in continuazione di tutti gli aspetti del mio tennis, è un continuo confronto che mi porta a inserire ogni volta un nuovo e importante tassello al mio gioco».
Dopo la delusione agli Australian Open è arrivata l’ottima finale nel Wta di Parigi. È stato un torneo importante per ritrovare fiducia e buone sensazioni in campo?
«A Melbourne è arrivata la vittoria in doppio insieme a Roberta Vinci, quindi non parlerei di delusione, anche se ovviamente avrei sperato in un risultato migliore in singolare. A Parigi ho giocato bene, è un torneo in cui ritrovo sempre buone sensazioni. Ho disputato match molto impegnativi sin dai primi turni e sono molto contenta del tennis espresso e della finale raggiunta».
Si dice spesso che confermarsi dopo una grande stagione sia molto difficile, ma riconfermarsi per il terzo anno consecutivo è impresa ancor più ardua. Quali sono i tuoi obiettivi per il 2014?
«La mia indole fa sì che io non mi ponga obiettivi precisi di risultati o riguardanti la classifica. Cerco sempre di dare il massimo e di migliorare. Sono consapevole di difendere tanti punti anche quest’anno e la tensione si sta facendo sentire. Dovrò essere brava a far sì che diventi uno stimolo ulteriore per ottenere risultati, cercando di divertirmi il più possibile in campo».
Il salto di qualità è giunto nel 2012. In molti lo hanno attribuito alla nuova racchetta: è stata una questione più tecnica o mentale?
«Inizialmente sicuramente più tecnica. Sentivo di poter tirare più forte senza perdere il controllo della palla. In seguito, vincendo tante partite, ho acquisito consapevolezza e quindi anche l’aspetto psicologico ne ha risentito in positivo».
Hai deciso di non partecipare alla sfida di Fed Cup tra Usa-Italia, andata in scena nel weekend. In questo periodo il calendario del circuito Wta costringe le tenniste a tanti voli transoceanici e a continui cambi di fuso orario. Quanto ti è costato rinunciare alla nazionale?
«È stata una decisione molto dura, perché ho sempre tenuto tantissimo alla Fed Cup. Onestamente, però, questa volta non era fattibile: dopo la sfida di Clevelend avrei dovuto giocare a Doha (Qatar); se aggiungiamo i tanti fusi orari direi che sarebbe stato tecnicamente impossibile. Se avessimo giocato la sfida con gli Usa in casa non ci sarebbero stati problemi. Peccato. Ma la rinuncia è stata solamente per il primo turno, dalla prossima sfida sarò nuovamente disponibile. Modifiche al calendario Wta? È già molto fitto, non so davvero come potrebbero ovviare a questa problematica».
Il ct Corrado Barazzutti ha puntato su Karin Knapp, Camila Giorgi, Nastassja Burnett e Alice Matteucci ed è arrivata una grande vittoria. È importante aver dato la possibilità alle nostre giovani di confrontarsi con una manifestazione così importante?
«La nostra forza è sempre stata il gruppo e le ragazze a Cleveland hanno dimostrato che l’Italia ha una rosa lunga e molto competitiva. Per tutte loro è stata sicuramente un’esperienza formativa che servirà molto in futuro».
Nel corso degli anni i tuoi tifosi sono aumentati in maniera esponenziale, ma le critiche, anche aspre, non mancano mai. Ti infastidisce o ti lascia indifferente?
«Sono contentissima di avere tanti fan e sono consapevole che non si possa piacere a tutti. Non è un problema, anche perché le critiche costruttive sono positive. Mi danno invece fastidio quando alcuni giornalisti, non tutti ovviamente, criticano in maniera gratuita o addirittura cercando in tutti i modi di metterti i bastoni tra le ruote senza apparente motivo. Lo scorso anno è uscita la notizia, totalmente falsa, di un presunto litigio tra me e Roberta (Vinci ndr). Qualcuno ha scritto che non eravamo più amiche. Perché lo fanno? Onestamente non lo capisco».
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