di Giulia Rossi
Deborah Chiesa ha vinto domenica scorsa l’Open BNL di Ortisei ed è una delle prime giocatrici a staccare il pass per il torneo di pre-qualificazione agli Internazionali BNL d’Italia, in programma al Foro Italico dal 30 aprile al 5 maggio 2016. La giovane tennista trentina, con un passato juniores da n. 82 del mondo, negli ultimi due anni ha conquistato 6 titoli in tornei ITF da $10.000, tutti in doppio. Con la qualificazione a Roma Deborah ha inaugurato nel migliore dei modi la nuova stagione, scacciando via le insicurezze dopo i problemi fisici patiti a metà dello scorso anno, che le hanno fatto perdere molte posizioni dopo il best ranking di n.694 ottenuto esattamente dodici mesi fa. Non ha ancora compiuto vent’anni Deborah, ma la determinazione e la volontà di affermarsi che traspaiono dalla sua voce decisa sono quelle di una veterana di questo sport.
Innanzitutto Deborah, complimenti per la vittoria. Raccontaci qual è stata la tua progressione nel torneo di Ortisei.
Sono partita dagli ottavi perché in tabellone ero la testa di serie numero sei: al primo turno ho disputato una partita abbastanza agevole con una 2.7, in cui ho vinto 6/1 6/1; ai quarti ho incontrato Agnese Zucchini che è 2.2, avversaria abbastanza ostica, infatti la partita è stata dura ma sono riuscita a chiuderla per 6/3, 7/6; in semifinale ho giocato con Federica Di Sarra, classifica 2.1, che ho sconfitto per 6/4 6/3; per concludere in finale ho trovato Lisa Sabino, sempre 2.1, lì partendo da sfavorita ho vinto nettamente 6/3 6/2. Comunque sono contenta di come è andato il torneo perché conoscendo le altre iscritte sapevo che erano tutte di alto livello e molto esperte, insomma la Sabino è ancora 400 Wta, Zucchini e Di Sarra lo sono state in passato, sapevo che sarei andata incontro a partite difficili, per questo sono molto contenta di essere riuscita a esprimermi abbastanza bene. Dal punteggio sembra che io le abbia vinte tutte abbastanza agilmente, in virtù del fatto che non ho mai perso un set durante il torneo… in realtà ogni partita è stata tostissima! Un vantaggio forse l’ho avuto: Ortisei è in altura, quindi anche se è al coperto la differenza si sente perché la palla va abbastanza veloce, io ero stata a dicembre a giocare il $10.000, dove ho vinto il torneo di doppio e conoscevo già molto bene com’era la situazione. Diciamo che è andata ancora meglio perché ho servito molto bene e questo mi ha aiutato per tutta la durata del torneo, dato che andavo a giocare i turni di risposta con meno pressione. Ha funzionato tutto abbastanza bene.
Non è la prima volta che giocherai le pre-qualificazioni al Foro Italico. Quali sono le tue aspettative in vista dell’appuntamento romano?
L’anno scorso ho perso in finale da Verena Meliss nel torneo di Trento e non sono potuta andare a Roma, mentre negli anni precedenti mi avevano assegnato le wild card della Federazione, quindi questo è il quarto anno che gioco a Roma. L’anno scorso è stato un anno davvero complicato, in quella finale ero anche ammalata, ho avuto la maturità, sono stata ferma molto, non è stato un bel periodo. Invece quest’anno è iniziato benissimo. So che il tabellone è più grande rispetto all’anno scorso perché è da 48 giocatori, quindi saranno tutte partite difficilissime con giocatrici molto forti e quotate. Non mi pongo tanti obiettivi, l’importante per me è l’esperienza e poter giocare dove giocano i grandi campioni. Godermi l’esperienza ed esprimere il mio tennis al massimo, questi sono i miei obiettivi. Poi più avanti vado e meglio è chiaramente!
Da quest’anno la FIT ha introdotto un nutrito montepremi (10.000 euro nel singolare maschile e 8.000 euro in quello femminile, oltre ai tabelloni di doppio). Pensi che questo possa essere stato un incentivo in più per molti giocatori?
Sicuramente, anche se secondo me è un’arma a doppio taglio. Il montepremi è alto, quindi si iscrivono anche giocatori tra i 300-400 che altrimenti non l’avrebbero provato. Quindi da un lato per loro è una buona occasione per poter andare alle prequali, quando per classifica non potrebbero entrarvi, però per i ragazzi che vogliono emergere avere sul cammino così tanti giocatori di prima categoria è un po’ spiazzante. Però è indubbio che il montepremi ti dia una mano anche per finanziarti la carriera, che si sa essere molto costosa per i tennisti.
(Deborah con il suo allenatore Andrea Stoppini)
E la Federazione come ti ha aiutato in questi anni?
Fino all’anno scorso la FIT mi dava un contributo a fine anno: presentando le ricevute di tutte le spese sostenute, avevi un determinato rimborso. Da quest’anno invece c’è una tabella suddivisa per fasce di classifica, quindi se tu sei classificato ad esempio tra 800 e 1000 ricevi un tot. Ovviamente si parla di classifica a fine anno.
Tu giochi molto spesso in doppio, tutti i tuoi sei successi ITF sono arrivati proprio in coppia con una collega. Pensi che sia una specialità che possa essere utile anche al singolare o al contrario toglie preziose energie?
Secondo me il doppio è molto importante, è vero che sono due classifiche diverse ma hai la possibilità di giocare più partite e provare servizi, volée e risposte anche per il singolo. È vero che se giochi due tornei di seguito e fai singolo e doppio in entrambi, alla lunga può essere stancante. Ma metti che in un torneo perdi al primo turno in singolo, invece che allenarti da sola il doppio ti dà la possibilità di giocare altre partite e provare nuove situazioni. È anche molto divertente soprattutto se trovi il giusto feeling col tuo partner, anche solo per condividere delle emozioni con qualcuno, visto che si sa che nel tennis siamo sempre da soli e non si può condividere mai nulla… fa bene ed è utile ai fini del singolare.
C’è qualche giocatrice con cui ti trovi particolarmente bene o sei facilmente adattabile?
A dire il vero ci sono talmente tanti tornei che è difficile trovare sempre la stessa, sono più le volte in cui ti devi adattare in base alle iscrizioni di ogni torneo e vedere chi c’è iscritto; con qualcuna in particolare mi sono trovata più di una volta molto bene ma in generale mi adatto velocemente.
Dove ti alleni e chi fa parte del tuo team? Com’è una tua ordinaria giornata di allenamento?
Mi alleno alla Rovereto Academy, i miei maestri sono Andrea e Luca Stoppini, il mio preparatore atletico è Matteo Lazzizzera. La mattina sveglia alle sette, poi alle otto e mezza inizio preparazione fisica che di solito dura un’ora e mezza, poi fino a mezzogiorno tennis, pausa pranzo, infine dalle due e mezza fino alle sei alterno un po’ di atletica all’allenamento.
C’è qualcuno che riesce a seguirti nelle trasferte soprattutto all’estero o ti capita spesso di viaggiare anche da sola?
Ultimamente riescono ad accompagnarmi i miei allenatori che magari si alternano, a volte mi capita di viaggiare da sola, altre volte mi accompagna mia mamma. Diciamo che l’allenamento più importante è il torneo stesso ed è importante avere l’allenatore con te, perché lui ti conosce per come sei in una situazione “normale” di allenamento e può vedere quello che poi fai effettivamente in partita, in modo da migliorare sempre di più.
Una cosa che ti piace della tua vita da tennista e una che non ti piace.
Sicuramente l’opportunità di viaggiare e vedere luoghi diversi, ma anche solo il fatto di prendere gli aerei, avere la possibilità di conoscere nuove lingue, nuove persone, nuove culture è positivo sicuramente. Ovviamente il lato negativo è che passo tanto tempo fuori da casa, lontano dalla mia famiglia, da mia sorella, a volte mi trovo male anche col cibo, qualche mese fa sono stata in Inghilterra e ho mangiato davvero malissimo! Tornare a casa fa bene per ricaricare le batterie.
A proposito di viaggi, quali sono il paese ed il torneo che sono rimasti più impressi nella tua memoria?
Tre anni fa sono stata in Australia con la Federazione per gli Australian Open Juniores, siamo stati lì per tutto il mese di gennai. È stata un’esperienza bellissima e unica, abbiamo avuto la possibilità di allenarci nel centro federale australiano, abbiamo girato tanto lì, sono riuscita a fare un pochino la turista. Ho avuto la fortuna di giocare sia in Australia che a Parigi che a Wimbledon, tre posti completamente diversi ma tutti con un’organizzazione eccezionale, a partire dalla struttura dove tutto era praticamente perfetto e così deve essere, perché è il massimo a cui un giocatore può ambire nella sua carriera. Penso sia incredibilmente formativo andarci da junior, perché sapere che un giorno ci potresti tornare da professionista è un grandissimo stimolo per andare avanti. Sono bellissimi tutti in maniera diversa ma Wimbledon è stato fantastico per l’atmosfera che si respira all’interno, i campi, il pubblico…il migliore in assoluto.
Desideri mai avere una vita “normale”?
A dire il vero no, perché è da quando sono piccola che gioco e che viaggio per tornei, avevo sei anni quando ho cominciato. Sono abituata così e non vedrei un’altra vita possibile e mi vedo così anche proiettata nel futuro, mi piace quello che faccio, ci metto passione e sono fiera del mio… lavoro! Perché dopo che ho finito la scuola questo è diventato un lavoro a tempo pieno.
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti in calendario?
La settimana prossima c’è un altro Open BNL a Rovereto dove mi alleno, anche se sono già qualificata per le prequali avevo in programma di giocarlo comunque visto che sono a casa mia. Poi andrò a fine mese in Grecia per due settimane a giocare due tornei $10.000. Per il dopo Roma non ho ancora fatto il planning, ma sarà una programmazione basata sicuramente sui tornei da $10.000 o da £25.000, se riesco ad entrarci.
Sei ancora giovanissima, hai un sogno nel cassetto?
Diciamo che in generale mi piacerebbe poter competere in tutti e quattro i tornei dello Slam. Non uno in particolare ma il mio sogno, se così si può definirlo, è riuscire a raggiungere un livello tale da poter competere nei grandi tornei.
Grazie mille a Deborah e in bocca al lupo per la tua avventura romana!
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