Dal consiglio di Djokovic alla maturità, Jacopo Berrettini: “Al Foro ho imparato tanto”


Chi è stato il giovane protagonista degli Internazionali BNL d’Italia 2017? Non c’è dubbio, Alexander Zverev. Per chi ha vissuto il torneo da vicino, molto da vicino, però, la ribalta se l’è presa un altro “ragazzino”, sempre alto, sempre biondo e sempre dal servizio devastante.
Il talento in questione è Jacopo Berrettini, tennista capitolino classe ’98, fratello minore di quel Matteo che al Foro Italico è sceso in campo sul Centrale per sfidare Fabio Fognini nel primo turno del tabellone principale.
Dopo aver disputato due grandissimi match in Prequalificazioni, Jacopo è rimasto al Foro sino alla finale in veste di sparring partner dei “pro”. Un’esperienza indimenticabile nonché preziosa per il prosieguo della sua carriera.
Ciao Jacopo, a distanza di settimane si parla ancora delle tue performance al Foro Italico. Cosa hai provato ad allenarti dieci giorni con i più forti giocatori del circuito?
“È stata un’esperienza molto, molto positiva che mi ha permesso di imparare tanto a livello tennistico e mentale. Ed è stata anche faticosa: entrare ed uscire dal campo diverse volte nel corso della giornata è pesante, ma ho conosciuto i vari Djokovic, Nadal e gli altri che si sono rivelati estremamente simpatici e disponibili”.
Qualcuno di loro ti ha dato consigli per migliorare il tuo gioco? Sappiamo di un Djokovic molto attento…
“Esatto, sia Djokovic sia Tomic. Nole mi ha consigliato di colpire la palla un pochino più in alto sul servizio, mentre l’australiano si è concentrato sui miei appoggi. Mi ha sorpreso, lo immaginavo più freddo”.
Ti aspettavi che a vincere il titolo sarebbe stato un ragazzo un solo anno più grande di te?
“Sinceramente no. Vedendolo giocare giorno dopo giorno era evidente che il suo livello stesse salendo di volta in volta, ma in finale puntavo su Djokovic. Eppure Zverev è entrato in campo nella sua prima finale Masters 1000 apparentemente senza tensione, ha effettuato il primo break ed è stato perfetto sino alla fine a livello mentale. Per l’età che ha, è un fenomeno”.
La tua esperienza agli Internazionali era iniziata alla grande precedentemente nel tabellone di Prequalificazioni. Credi di aver espresso il tuo miglior tennis davanti alle centinaia di persone accorse per farti il tifo?
“Il primo match, quello contro Salviato, non ho giocato benissimo, ma mi aspettavo ciò essendo il mio esordio al Foro Italico davanti a tantissimi amici e conoscenti. Inoltre il suo gioco mi ha messo in difficoltà; sono stato molto contento di aver portato a casa l’incontro. Il giorno successivo ho giocato davvero bene contro Caruso: il secondo set credo di poterlo definire il migliore della mia stagione. Ero libero mentalmente e senza pressione essendo sfavorito alla vigilia”.
L’obiettivo è tornare l’anno prossimo, magari tra i favoriti per guadagnare l’accesso a Quali o Main Draw?
“È presto per pensarci, ma sì, sarebbe bellissimo giocare nuovamente al Foro. C’è molto tempo per lavorare e raggiungere certi obiettivi, non voglio caricarmi di pressioni e aspettative. Spero di esserci nel 2018”.
Archiviato il Foro Italico, come è ripresa la tua attività?
“Ho giocato il Futures di Frascati e adesso devo fermarmi circa un mese per gli esami di maturità. Ho bisogno di stare a Roma e studiare”.
Cosa prevede la tua programmazione estiva?
“Sicuramente altri Futures, ma non so con precisione quali giocherò dovendo aspettare le date dell’orale della maturità. Intorno alla seconda settimana di luglio riprenderò i tornei”.
Infine ti chiediamo: da tifoso della Fiorentina, sei stato contento della sconfitta della Juventus in finale di Champions?
“No. Sono un po’ un fiorentino atipico: la Juve non mi sta antipatica. Preferisco i bianconeri alla Roma, vivendo tutti i giorni a contatto con i romanisti. La finale è stata una battaglia a casa, con papà che tifava il Real ed io che simpatizzavo Juve. Mi è dispiaciuto soprattutto per Buffon, che senza dubbio avrebbe meritato il trofeo”.

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