dal Foro Italico (Roma), Alessandro Nizegorodcew
Corinna Dentoni è stata una delle più grandi promesse azzurre degli ultimi anni. Vincitirce dell’Avenire nel 2005, era stata soprannominata da alcuni «la nuova Hingis» per le straordinarie geometrie che sapeva disegnare in campo. Numero 132 Wta nel 2009, non è riuscita a entrare nelle 100 subendo una involuzione nel gioco e, soprattutto, nella fiducia. Oggi, dopo alcuni mesi lontano dai campi, riparte dal numero 307 all’inseguimento di una nuova carriera tennistica.
Avevi smesso di giocare a tennis. Mancanza di risultati? Motivazioni?
«La mancanza di risultati ha sicuramente contribuito alla mia scelta di lasciare il tennis. Mi ero accorto di giocare a tennis perché ormai mi trovavo in questo ambiente ed era naturale alzarsi la mattina, andare al circolo, giocare partite, partire e ritornare. Non stavo giocando per mia volontà, per essere felice, ma era quasi un’abitudine. Ho deciso di staccare, mollare tutto e pensare ad altro».
Ma dopo un paio di mesi è tornata la voglia di tennis…
«Appena ho smesso con il tennis ho subito cercato lavoro, ma la situazione in Italia è disastrosa e non permette la crescita di noi ragazzi. Non mi ero mai accorta, giocando a tennis, dei disagi che sta vivendo il nostro paese. Una mattina mi sono alzata e mi sono detta: o fai la disoccupata e ti accontenti prima o poi di un lavoro che non ti piace, o cerchi di realizzarti nella cosa che sai fare meglio. E così ho ripreso, più consapevole e più felice di avere davanti a me una strada per provare a realizzarmi».
Sin da piccola sei stata considerata una predestinata. Il fatto di non aver raggiunto la Top-100 può essere stata una delle cause del tuo, seppur breve, allontanamente dal mondo del tennis?
«Ho sempre sentito una certa pressione da parte della Federazione Italiana Tennis, dai genitori e dalle persone che mi circondavano. Ho sempre avuto la sensazione che fossero tutti pronti a criticare e incolpare appena arrivavano le sconfitte. Penso che questo sistema mi abbia in qualche modo influenzata, ma adesso che ho ricominciato sono più determinata che mai. Gioco solo per me stessa e per le persone che mi vogliono bene. Quelle che ritengo nocive le elimino automaticamente. Questo è ciò che mi è mancato negli ultimi anni».
Da dove sei ripartita?
«Ho cambiato coach, casa, fidanzato. In questo ultimo anno c’è stato tanto movimento. Sono contenta delle mie scelte e ritengo che il Tennis Milano, con tutti i suoi allenatori, sia la struttura giusta per me».
Cosa ti servirà per il salto di qualità, per tornare ad attaccare le Top-100?
«Penso di essere pronta a fare il salto, non mi manca proprio nulla adesso. Sono tranquilla sapendo che sto facendo del mio meglio e se questo salto arriverà benissimo, altrimenti ci avrà provato con tutta me stessa e non avrò rimpianti».
Su cosa stai lavorando maggiormente?
«Mi sto allenando tanto fisicamente per diventare più espolosiva in campo e veloce negli spostamenti».
Qual è stato il momento più bello e quello più brutto della tua vita tennistica sino ad oggi?
«Il momento che ricordo con più emozione è certamente la qualificazione ottenuta al Roland Garros, mi sono sentita magica. Quello più brutto non saprei, probabilmente l’ultimo periodo prima di smettere, che è stato veramente triste».
Oggi, quindi, cos’è per te il tennis?
«E’ la strada per un futuro migliore. Ritengo di essere davvero fortunata ad avere questa opportunità».
Obiettivo a breve e lungo termine della tua «nuova» carriera?
«A breve termine direi giocare più match possibili per tornare in forma, per il resto non so. Direi che voglio godermi questo gioco, voglio tornare a godermi il tennis».
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