di Fabio Colangelo (Foto di Alessandro Nizegorodcew)
Conosco Andrea Arnaboldi dal lontano 1994. Mio padre era preparatore atletico di un piccolo circo nel comasco nel quale nelle “ore di punta” dava una mano al maestro anche in campo, e tra i suoi piccoli allievi c’era anche questo bimbo di 7 anni. Esagererei a dire che si vedeva già allora che avrebbe potuto avere una brillante carriera, ma era indubbio che questo ragazzino mancino amava il tennis come pochi, e già in giovanissima età si dimostrava molto più maturo e motivato di tanti suoi coetanei. Pregio che in questi anni non ha mai perso. Ovviamaente ho sempre seguito con attenzione e simpatia il suo percorso e non mi ha affatto stupito che abbia compiuto scelte radicali e coraggiose già in giovane età. Per chi non lo sapesse Andrea compirà 23 anni a fine Dicembre, ma già da 5 anni si è trasferito nella terra del tennis (a Valencia per la precisione) per inseguire il suo sogno. L’ho rivisto a Monza la scorsa settimana, e tra i vari sfottò calcistici che ci accompagnano da anni, ha risposto molto gentilmente anche a qualche mia domanda più seria se cosi possiamo dire.
ANDREA, SONO 5 ANNI ORAMAI CHE TI SEI TRASFERITO A VALENCIA. RIFARESTI LA SCELTA? SEI PENTITO? TI MANCA L’ITALIA?
“Assolutamente no! Ovviamente casa mi manca, in Spagna si vive benissimo e a Valencia il clima è straordinario, ma non potrò mai sentirmi come a casa mia. A parte questo, però, sono felicissimo della scelta che ho fatto e non mi è mai passato per la testa di tornare indietro.”
A QUESTO PUNTO TI FACCIO LA DOMANDA DELLE DOMANDE: COSA HANNO LORO IN PiU’ DI NOI?
“Bella domanda!! Io mi sono spostato perché personalmente in Italia non avevo trovato le condizioni che a mio avviso erano necessarie per poter crescere e diventare un giocatore vero. Secondo me non è un problema di qualità, perché è pieno di giocatori di gran talento e di tecnici preparati, ma solo ed esclusivamente un problema di mentalità. In Spagna ho trovato un’umiltà e una dedizione straordinari. Testa bassa e giù a lavorare per raggiungere l’obiettivo senza trovare scuse. Questo è quello che mi ha fatto innamorare tennisticamente di questo paese.”
CI SONO ALTRI FATTORI CHE CREDI SIANO RILEVANTI PER FARCI CAPIRE IL PERCHE’ DI QUESTI LORO SUCCESSI?
“Un esempio che posso farti è quello della quasi assoluta mancanza di invidia che c’è tra giocatori e allenatori. Tra i coach c’è un confronto continuo alla ricerca del continuo miglioramento. Non si fanno la guerra e si aiutano appena possibile. Mentre i giocatori sono solo felici se altri giocano bene e vincono. Questo serve da stimolo per tutto l’ambiente, e tutti cercano di migliorarsi ancora di più per raggiungere gli stessi risultati.”
IN QUESTI ANNI HAI AVUTO UNA CRESCITA SEMPRE GRADUALE, SENZA EXPLOIT CLAMOROSI E SENZA SCIVOLONI…SEI SODDISFATTO DI QUESTO PERCORSO?
“Sono molto contento! Col mio coach Jose Luis Aparisi, abbiamo lavorato ogni anno per migliorare qualcosa sotto il profilo tecnico e fisico, e i risultati si sono sempre visti. Spero di continuare su questa strada, perché so che mi porterà dove voglio.”
RICORDO L’ANNO SCORSO QUANDO CI ALLENAVAMO A MURCIA CHE AVEVI MIGLIORATO TANTISSIMO IL BACK DI ROVESCIO E LO USAVI IN MANIERA MOLTO INTELLIGENTE IN CAMPO…SU COSA AVETE LAVORATO IN PARTICOLARE QUESTO INVERNO?
“L’obiettivo è quello di rendere il mio gioco più aggressivo. Non è facile, ma cerco di giocare coi piedi più vicini al campo in modo tale da prendere poter prendere in mano il gioco appena il mio avversario me lo consente, cercando di concludere più spesso il punto a rete. Sto lavorando molto anche sul servizio in modo tale da potermi aprire bene il campo e sfruttare i miei tagli mancini.”
COSA CREDI DI DOVER MIGLIORARE DAL PUNTO DI VISTA MENTALE INVECE?
“Il mio problema è che ogni tanto ho troppa voglia e non riesco a esprimermi bene in campo. Voglio riuscire a dare sempre il 100% in ogni match che gioco senza farmi prendere dalla voglia di strafare anche quando non è necessario. Questa mia “troppa voglia” alle volte mi fa perdere il contatto con la partita, ed è una cosa che non voglio più che accada.”
ANDRE IN CONCLUSIONE, CLASSICA DOMANDA SU PROGRAMMAZIONE E OBIETTIVI.
“Giocherò i due challenger di Roma (nel primo è stato eliminato al primo turno ndr) e poi spero le qualificazioni al foro italico. Non ho ancora ricevuto comunicazioni riguardo una possibile WC, ma spero e credo di riceverla. Per quanto riguarda obiettivi di classifica, vorrei chiudere la stagione nei primi 150 del ranking.”
Ringraziando Andrea per il tempo che ci ha concesso, rileggo le risposte che mi ha dato, e trovo conferma del fatto che sia un ragazzo molto intelligente, che sa quello che vuole. E soprattutto che certe chiavi di lettura sono molto interessanti, considerando anche il fatto che ha solo 22 anni. L’augurio è di vedere Andrea dove sogna di essere, e che possa rimanerci il più a lungo possibile.
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