Il più prestigioso torneo di tennis nazionale che va in scena in Italia, la massima competizione riservata ad agonisti e “quasi professionisti”, il teatro della miglior espressione tennistica rintracciabile entro i confini del nostro Paese. Sono i Campionati Italiani di Seconda Categoria.
Quest’anno la kermesse maschile è stata disputata a Casale Monferrato, comune di quasi 35.000 abitanti in provincia di Alessandria, Piemonte. Una settimana di altissimo livello, tanto pubblico distribuito tra i circoli sede di gara e numeri importanti.
Tuttavia, dispiace doverlo ammettere, non è andato esattamente tutto per il meglio. Soprattutto per i giocatori.
“Lo staff è stato molto gentile, le trasportation erano disponibili e puntuali e i prezzi di pranzi e cene onesti. Anche della palestra potevamo usufruire”. Inizia così il racconto di Giorgio Portaluri, pugliese classe ’90 attuale numero 1563 del mondo (ex #715), arrivato sino in semifinale ai Campionati.
“Ci sono diversi ‘però’. Gioco i Campionati Italiani di Seconda Categoria da tre anni e devo dire che in fatto di organizzazione le cose stiano andando sempre peggio. E ciò mi sorprende. Innanzitutto non condivido la scelta della sede: giocare in Piemonte implica diverse difficoltà per gli atleti del sud nel raggiungere il posto. La scorsa stagione, ad esempio, organizzarli a Roma fu un’ottima decisione. Passando al tabellone, per la prima volta i 2.8, i 2.7 e i 2.6 sono stati separati dagli altri giocatori in una sorta di Qualificazioni, ma questa divisione ha causato solo problemi. Mi spiego”.
“Considerando che il lunedì sarebbe dovuto andare in scena l’ultimo turno di Qualificazioni, il check-in dei 2.5, 2.4, 2.3, 2.2 e 2.1 era previsto entro martedì mattina (perché non chiuderlo lunedì sera rendendo possibile l’uscita del tabellone finale nella stessa serata del lunedì, come avviene nei tornei ATP?), peccato che al termine delle suddette Qualificazioni i giocatori in gara fossero…139! Impossibile, a quel punto, stilare un unico tabellone a 128. Soluzione? Nuovo turno di Qualificazioni tra i qualificati, con tutti gli altri arrivati lunedì sera a fare da spettatori”.
“Il quadro che si andava profilando aveva del grottesco: niente singolare il martedì per tutti gli iscritti da 2.5 a 2.1 che invece venivano costretti ad un doppio turno di doppio. E in tutto ciò, la finale di singolare era tassativamente in programma la domenica. Un massacro all’orizzonte”.
“Dal punto di vista logistico, la competizione, ufficialmente ospitata dall’A.D. Sport Club Nuova Casale, è stata disputata in ben 5 circoli. Premesso che alcuni di essi distano anche 20 km l’uno dall’altro (un grande problema per chi è venuto senza automobile), potete immaginare le differenze tra i terreni di gioco sui quali, alternativamente, siamo scesi in campo”.
“Personalmente, è stato un bene fermarmi al secondo turno di doppio: Antonio Campo, finalista in entrambi i tabelloni, ha giocato prima la finale di doppio in un circolo, poi quella di singolare in un altro. Perché? Proseguendo, affrontiamo il discorso rimborso spese. Come detto, sono arrivato il lunedì, ho iniziato il singolare mercoledì, sono arrivato in semifinale conquistando il rimborso e da quando vengo spesato? Da mercoledì”.
“Io ai Campionati ci tengo e sono convinto di parlare a nome di un centinaio di giocatori: sarà possibile giocare un torneo ‘normale’ con un singolare al giorno (meteo permettendo) in un circolo con almeno 10 campi anziché girovagare per città sperando di arrivare in tempo per affrontare l’avversario di turno”?
“Il livello, complice il montepremi più alto rispetto alle scorse stagioni, è stato più che buono, ma sono certo che una migliore organizzazione spingerebbe ancor più atleti forti a prendere parte alla manifestazione. Costringerci a giocare due-tre partite al giorno in circoli diversi è stata una mancanza di rispetto nei confronti di chi prende un impegno, si allena, mette l’anima in campo e fa questa vita. Non a caso ci sono stati molti ritiri”.
“Dispiace perché nonostante tutto dal punto di vista umano siamo stati trattati bene dallo staff, nei circoli e negli alberghi, tuttavia nel tennis si scende in campo per vincere e farlo tre volte in un giorno con l’idea di giocare, eventualmente, due match il giorno dopo, complica sensibilmente le cose”.
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