di Alessandro Nizegorodcew (articolo apparso su Il Tempo del 4 marzo 2014)
Prima semifinale Wta in carriera, esordio in nazionale, best ranking, la top-100 sempre più vicina. Il mese di febbraio potrebbe rappresentare il definitivo salto di qualità per la romana Nastassja Burnett, ventidue anni appena compiuti, che si appresta a vivere un 2014 da grande protagonista. La splendida semifinale conquistata a Rio de Janeiro ha consentito ad «Asia» di raggiungere il numero 122 del mondo, ma la strada per il gotha del tennis è solamente all’inizio.
A Rio de Janeiro hai vissuto la settimana perfetta?
«È stata una settimana bellissima e allo stesso tempo molto dura: Passare dai -20° di Cleveland ai +40° di Rio de Janeiro non è stato semplice. Inoltre arrivavo da tanti mesi giocati su cemento e il primo impatto stagionale con la terra battuta è sempre complicato. Ho raggiunto una splendida semifinale, facendomi un bel regalo per il mio ventiduesimo compleanno».
Hai vinto cinque partite, dalle qualificazioni sino alla semifinale…
«Ho giocato tanti incontri combattuti, giungendo quasi sempre al terzo set. Il secondo turno contro la talentosa belga Alison Van Uytvanck è stato il match più difficile, soprattutto dopo aver perso nettamente il primo parziale 6-0. Non ci capivo nulla, non riuscivo a leggerle il servizio né i colpi da fondo campo. Pian piano però sono entrata in partita ribaltando l’esito della sfida. In semifinale contro la giapponese Nara, che poi ha vinto il torneo, sono arrivata «cotta». All’inizio del terzo set sentivo il caldo che mi schiacciava. A fine match sono rimasta sdraiata sull’erba 15 minuti…».
Pochi giorni prima avevi esordito in Fed Cup, a Cleveland, nella vittoria azzurra sugli Stati Uniti. Che esperienza è stata?
“Ho saputo due settimane prima della sfida con gli Stati Uniti che sarei partita per l’Ohio insieme alla nazionale italiana. È stata un’esperienza bellissima e scendere in campo nel doppio, seppur a risultato acquisito, è stato emozionante e anche divertente. Spero in futuro di poter portare a casa qualche punto «vero» all’Italia e, perché no, vincere la Fed Cup con questo nuovo gruppo composto da Knapp, Giorgi e Matteucci».
Sei tornata a Barcellona, dove la tua carriera è sostanzialmente iniziata. Come procede il progetto «Spagna-bis»?
«Sono tornata dai miei allenatori storici, con cui ho subito ritrovato il feeling di un tempo. Abbiamo lavorato tantissimo nei mesi invernali, soprattutto a livello fisico. Inoltre potermi allenare con giocatrici di alto livello come Muguruza e Suarez-Navarro ha rappresentato un valore aggiunto importante per un piccolo salto di qualità. Nei tornei in queste settimane mi sta seguendo Mikel Gonzalez, coach con il quale mi trovo molto bene».
Obiettivi a breve e lungo termine?
«Sono in partenza per Barcellona, dove mi allenerò duramente due settimane prima di partecipare alle qualificazioni del Wta di Miami. Successivamente disputerò Katowice e tutti i tornei europei sulla terra battuta, con la speranza di ottenere buoni risultati soprattutto a Roma e Parigi. L’obiettivo è dichiarato: entrare il prima possibile tra le prime 100 giocatrici al mondo».
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