di Paolo Angella
Alice Balducci, 28 anni, è un’ottima tennista, da molti anni è tra le prime 20 d’Italia, lo scorso maggio è arrivata ad essere numero 361 del mondo. Lei sa vincere, e ha vinto tanto: 269 partite in singolo e 141 partite in doppio, ha conquistato 5 tornei in singolo (con altre 9 finali raggiunte) e ben 17 tornei in doppio (tra cui anche un 50.000$). Tutti sanno che quando inizia un torneo potrebbe poi anche arrivare in fondo. E’ temuta da tutte le altre tenniste ma anche molto rispettata perché Alice, oltre a essere una tennista seria e preparata è anche una persona molto socievole e affabile, sempre con un atteggiamento positivo, fuori e dentro al campo.
La scorsa settimana Alice Balducci ha vinto il torneo Open di Padova, organizzato dal Tennis Team Academy, Centro Sportivo Plebiscito, che assegnava un posto utile per entrare nella fase finale delle Prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia che si terranno al Foro Italico dal 4 al 7 maggio.
Alice, sei entrata nelle prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia, una bella soddisfazione…
In questo periodo avevo una programmazione molto intensa e l’unica settimana libera era proprio quella dal 7 al 12 aprile così mi sono iscritta al torneo di Padova, che è stato organizzato proprio in quel periodo. Era la mia unica chance di tentare di raggiungere il Foro Italico, l’ho sfruttata bene. Ho sempre vinto in due set, pur non giocando benissimo, perché comunque in quella settimana avevo previsto un carico di lavoro atletico che ho fatto regolarmente in previsione degli impegni futuri, comunque nei momenti importanti delle partite sono riuscita a far valere forse la mia maggiore esperienza e per fortuna ho vinto e sono riuscita a qualificarmi per gli Internazionali BNL d’Italia.
Hai già giocato a Roma nel tabellone cadetto nel 2013, dove tra l’altro hai incontrato una allora quasi sconosciuta Simona Halep. Che ricordi hai di quella esperienza?
La Halep ha iniziato a vincere contro di me e poi non si è quasi più fermata, dovrei avere una percentuale sulle sue vincite. A parti gli scherzi, l’esperienza al Foro è molto particolare e densa di emozioni. E’ tutto l’ambiente che è stimolante, puoi vedere i grandi campioni, non solo nelle partite, ma anche quando si allenano, come distribuiscono il tempo e la tensione prima delle partite, si impara tantissimo anche solo guardando quello che fanno.
Lo scorso anno sei arrivata al tuo best ranking (n.361), te lo aspettavi oppure è stata una sorpresa anche per te?
In realtà lo scorso anno ho giocato molto bene, ma solo fino a maggio, poi, con l’eccezione della Serie A, non ho più vinto partite importanti nella seconda parte della stagione, quindi è vero che sono arrivata al best ranking ma si poteva fare decisamente di meglio.
Ci proverai quest’anno…
Certo, anche se per ora non ho iniziato benissimo, ho giocato poco anche per un problema fisico che ho avuto nei mesi scorsi, ho avuto febbre alta che non si sapeva nemmeno da quale malattia fosse causata, ora però ho un programma molto denso, speriamo di risalire la china, io ce la metterò tutta. Sto perdendo punti e posizioni in classifica, ma l’avevo messo in conto, nella seconda parte della stagione però ho molto poco da difendere quindi sarà il momento giusto per riprovare a recuperare posizioni. Del resto non bisogna guardare il ranking ogni settimana altrimenti aumenta solo l’ansia, bisogna cercare di prepararsi al meglio e di giocare bene, poi il ranking migliorerà di conseguenza. La classifica non è altro che lo specchio di quello che tu porti in campo. Se saprò essere continua nei risultati poi arriverà anche la buona classifica. I conti si fanno alla fine dell’anno, a dicembre ti saprò dire se sarà stato un anno buono oppure no. L’unico vantaggio che si ha ad avere un buon ranking è che si entra nei tabelloni dei tornei più importanti, con classifica bassa rischio di restare fuori in alcuni 25.000 che vorrei fare.
Il tuo programma quindi prevede di fare tornei con un alto livello di partecipazione?
Ho iniziato in modo blando anche per i problemi fisici di cui ti ho detto prima, a Solarino sono scesa in campo con 38 e mezzo di febbre, però l’idea è certamente quella di fare più 25.000$ possibile. E’ una strada difficile con il rischio di restare indietro in classifica se si trovano sorteggi sfortunati, ma non sono ossessionata dal ranking, mi piace pensare di poter riuscire a competere con le più brave di questa fascia di giocatrici, almeno vorrei provarci.
Hai sempre detto che il tuo obiettivo era quello di arrivare a entrare nei tabelloni delle qualificazioni di un Grande Slam, lo è ancora?
Sì esattamente, certo non sarà facile e non ho nemmeno tanto tempo per provarci, mi sono data ancora due anni di tempo per tentarci, io farò del mio meglio per riuscire nell’impresa, ma se non ce la farò non sarà un grave problema e inizierò a fare dell’altro. Lo scorso anno ero partita molto bene, ma poi è mancata la seconda parte della stagione, quest’anno spero di riuscire a portare avanti senza intoppi la programmazione che mi sono prefissata considerando anche gli errori dello scorso anno, per arrivare il prossimo anno ad avere la classifica per entrare nelle quali del Roland Garros a maggio 2016.
Nella tua lunga carriera c’è un momento particolare che ricordi con maggiore piacere e gioia?
Sono tanti i momenti felici della mia carriera, davvero tanti per fortuna. Ricordo intanto la serie A, giocata con il Tennis Club Genova, sia la finale persa del 2013, che ovviamente quella vinta dello scorso anno, poi tutte le 5 finali individuali vinte, ma anche le 9 finali perse, perché, a parte l’arrabbiatura del momento, credo che arrivare in finale e poi perderla tante volte mi abbia tanto aiutato a crescere sia tennisticamente che emotivamente. Se sono arrivata lo scorso anno al best ranking è anche grazie alle sconfitte in finale che ho subito, ne sono certa, del resto solo chi arriva in finale può perderle. Poi ho tanti altri bellissimi ricordi anche da piccola, ho giocato le Olimpiadi juniores da under 16, è stato bellissimo vivere assieme a ragazze provenienti da tutto il mondo. Ricordo poi la gioia di vincere un 50.000 dollari in doppio, in un torneo pieno di professioniste. Non ho un singolo momento che ricordo con maggiore piacere rispetto agli altri, è tutta la carriera che è un bel ricordo.
Immagino poi che avrai anche ricordi umani molto importanti nei tuoi viaggi legati al tennis, penso ad esempio alla trasferta australiana che hai fatto lo scorso anno con Valeria Prosperi
E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita. Eravamo da sole, io e Valeria Prosperi, senza allenatori, un mese, abbiamo noleggiato una macchina e girato l’Australia, ci siamo perse, a volte non sapevamo dove saremmo andate a dormire la sera, abbiamo discusso con i poliziotti che ci avevano fermati, ho guidato tantissimo perché non ti rendi conto delle distanze tra una città e l’altra dove dovevamo andare a giocare, sei completamente senza contatti a cui chiedere qualcosa se hai bisogno, è stata davvero una grande esperienza di vita. Per Valeria, che è giovanissima, credo ancora di più, io le ho fatto un po’ da mamma in quel periodo, beh dai, da sorella maggiore, non sono così vecchia.
Consiglieresti quindi alle ragazzine di viaggiare e cercare magari anche tornei non proprio vicino a casa per fare esperienza?
Sicuramente, io in realtà non ho viaggiato tantissimo soprattutto per problemi economici, perché il tennis costa e lo sappiamo bene, però se si ha la possibilità sicuramente sono esperienze importanti sia dal punto di vista tennistico che umano. Consiglierei, almeno ogni tanto, di viaggiare da sole o al limite con una coetanea. Quando sei sola e arriva un problema, lo devi affrontare senza poter chiamare la mamma o l’allenatore, quelli sono momenti di crescita che poi ti aiutano anche nei match point a favore o contro. Non si deve avere paura di nulla, nel tennis e nella vita.
Tra le ragazze più giovani italiane chi consideri un ottimo prospetto per il futuro?
Ad essere sincera non conosco bene le ragazze più giovani, sono troppo grande per allenarmi con loro, spesso ho incrociato Jasmine Paolini, che mi sembra una brava ragazza, molto determinata e che gioca anche molto bene a tennis, lei, se avrà pazienza potrà diventare una campionessa.
E invece tra le top player vedi ancora le solite note (Serena Williams, Sharapova, Halep …) dominare o siamo arrivati al ricambio generazionale?
No, per quest’anno credo proprio che a vincere Slam e tornei importanti saranno le solite, in futuro prima o poi il ricambio ci sarà ma non credo in tempi rapidi. Io spero tanto che la Giorgi possa davvero diventare una top player, lo diventeranno credo anche Muguruza, Pliskova, Keys, Garcia e altre, ma essere nelle prime 20 è un conto, essere tra le prime 5 che si contendono gli Slam è un altro sport, devono ancora fare tanta strada per arrivarci.
Nel futuro ti piacerebbe ancora restare nel mondo del tennis, magari come allenatrice?
Sì è il mio sogno di farne una professione per il resto della vita. Sto già iniziando a fare questo. Durante l’inverno per tre giorni la settimana ho iniziato a lavorare a Urgnano con bambini e bambine che iniziano a giocare a tennis nella scuola tennis di Luca Rovetta che è il mio allenatore e anche il mio fidanzato. L’obiettivo futuro è quella di provare a creare una accademia di tennis. E’ molto ambizioso, serviranno altre collaborazioni, ma ci proveremo, è il mio sogno poter aiutare i futuri campioni e le future campionesse del tennis degli anni che verranno.
Cosa ti senti di consigliare a una ragazzina che magari vedendo una partita alla televisione, decide che vorrebbe iniziare a giocare a tennis?
Consiglierei di fare molta attenzione alle persone con cui si sceglie di iniziare il percorso, se non si è convinti, si può sempre cambiare allenatori e preparatori. Una volta trovato lo staff giusto bisogna affidarsi completamente a loro. Non bisogna avere fretta di arrivare subito a risultati importanti, non bisogna spaventarsi se ci sono altre più brave, se altre hanno iniziato prima, del resto io ho preso la prima racchetta in mano a 10 anni e iniziato a giocare più avanti ancora quindi c’è sempre tempo e possibilità di recuperare e avere successo in questo sport che tanto amo.
Quindi sei nella categoria di quelle che amano il tennis, ci sono alcune tenniste, anche molto brave, che lo odiano…
Io lo amo assolutamente, come dicevo, ne vorrei fare la mia professione per tutta la vita. E’ ovvio che quando perdo partite che magari potevo vincere mi arrabbio molto, ma io, per fortuna credo, ho un carattere, che quando finisce la partita, mi porta a lasciare la rabbia sul campo e quando esco dimentico tutto, mi rilasso pensando ad altro e sono pronta a lavorare subito per il giorno dopo, per il torneo successivo. Del resto, se avessi odiato il tennis non sarei arrivata a 28 anni a mettermi in gioco partita dopo partita. Ho ancora obiettivi importanti per la carriera da giocatrice e poi, quando deciderò di smettere sicuramente mi porrò obiettivi altrettanto importanti per una nuova carriera da allenatrice.
La strada per arrivare al Grande Slam è ancora molto lunga e tortuosa, ma intanto Alice ha fatto oggi il primo piccolo passo battendo al primo turno del torneo ITF di Santa Margherita di Pula la olandese Quirine Lemoine, testa di serie numero 1 del torneo e 289 del ranking mondiale. Auguriamo ad Alice che la vittoria sia la prima di una lunga serie.
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