Luca Vanni e Thomas Fabbiano hanno iniziato col botto la stagione 2017 superando le qualificazioni degli Australian Open. Due ragazzi seri, dall’ottimo tennis e dalla grande passione e forza di volontà, che alcune stagioni orsono hanno iniziato un fondamentale percorso di crescita alla Tennis Training di Foligno. A Melbourne ad accompagnarli vi è il bravo Federico Torresi, ma il grande artefice di questi exploit risponde al nome e cognome di coach Fabio Gorietti.
“Luca Vanni sa come si gioca a tennis – racconta Gorietti – e ho sempre creduto potesse giocare a livelli alti nel circuito Atp. Sa interpretare le partite, sa gestire il punteggio, le giornate positive e quelle negative. Le sue prestazioni sono legate alle condizioni fisiche, perché in carriera ha avuto e continua ad avere tanti acciacchi, ma se sta bene vale ampiamente i Top-100 del ranking mondiale. Il finale di 2016, con le vittorie a Brescia e Andria, ha dato a Luca grande fiducia e nuova consapevolezza”.
Uno dei termometri del tennis di Vanni, che è probabilmente il miglior servitore attualmente in Italia, è il diritto. “Si, è vero, a volte Luca va un po’ in crisi con il diritto, ma è tutto sempre legato alla condizione fisica. Abbiamo lavorato molto sul gioco di volo, partecipando anche a qualche torneo di doppio in più rispetto al solito. Adesso riesce a verticalizzare di più ed è molto più sicuro nei pressi della rete. Il tennis attuale prevede l’aggressione e la presa della rete, poiché sfondare da fondo campo è complicato. La preparazione invernale non è stata molto lunga, ma dopo l’Australia faremo un nuovo blocco di lavoro fisico”.
Luca Vanni affronterà al primo turno degli Australian Open il ceco Tomas Berdych in un match all’apparenza proibitivo, mentre Thomas Fabbiano se la vedrà, in una sfida dal pronostico più aperto, contro l’ex enfant prodige statunitense Donald Young.
“Tommy ha disputato una buona annata 2016, che lo ha visto entrare nei 100 e chiudere intorno al numero 120 Atp. A settembre tenevo particolarmente che giocasse in Asia per confrontarsi con l’alto livello del circuito e prendere confidenza con quei tornei. Fabbiano gioca benissimo a tennis, ma a volte è importante eliminare alcune giocate, magari spettacolari, che non servono a molto, privilegiando un’identità tecnico-tattica. Abbiamo lavorato tanto sul servizio, che è il fondamentale meno forte di Tommy, insistendo soprattutto sulla seconda palla. Per migliorare la prima bisogna allenare tanto la seconda. Nel complesso Fabbiano è oggi molto più ordinato in campo e sostiene carichi di lavoro sempre più pesanti”.
Alla Tennis Training di Foligno, giudicata la miglior scuola tennis d’Italia nel 2016, Gorietti lavora per crescere giovani talenti e, allo stesso tempo, allena tanti professionisti. “Federico Torresi, che ho allenato per 8 anni in passato, è un valore aggiunto. Ha vissuto tante esperienze nel circuito come coach, anche con un grande giocatore come Simone Bolelli, ed è oggi un elemento importantissimo dello staff. Ovviamente – prosegue Gorietti – tengo a citare tutto il gruppo di lavoro che vede come allenatori Rebecca Alessi, Chiara Gemma, Nicola Rambotti, Mauro Arcangeli, Simone Codovini, Antonio Scarinci, Roberto Fabbiano (fratello di Thomas; ndr) e il mio vecchio amico Marco Marcelli, oltre ai preparatori Fabrizio Roscini, Diego Silva e Gianfranco Palini. Senza dimenticare il direttore organizzativo Fabrizio Alessi, figura di riferimento per tutti noi, e i ragazzi che lavorano per i CPA e CTP della Federazione come Alessio Torresi e Sebastian Vazquez”.
Altri giocatori professionisti si allenano alla Tennis Training di Foligno come Stefano Travaglia e, da alcuni mesi, il talento lituani Laurynas “Grigio” Grigelis. “Stanno svolgendo entrambi una lunga preparazione – spiega Gorietti – ed è un bene che sul finire del 2016 si siano ritrovati vincendo tante partite. Sono fiducioso per la nuova stagione. Non dimentichiamo anche Riccardo Balzerani, giovane di ottime qualità, oltre che Claudio Fortuna, Giorgio Portaluri e ovviamente Claudia Giovine. Si allenano da noi anche tanti giovani e giovanissimi, che possono confrontarsi con i professionisti, potendo assimilare tanto da chi sta già tentando questa difficilissima carriera. Il vissuto di un giocatore è una grande risorsa nell’insegnamento ai più piccoli. Puntiamo tanto su questo fattore. Il punto focale del nostro lavoro, però, è il seguente: al centro della scuola tennis non c’è il circolo ma il ragazzo. Tutto è finalizzato alla crescita dei nostri giovani. Chi viene a Foligno non cerca solamente un miglioramento tennistico, ma anche e soprattutto personale e umano“.
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