Aveva già avuto l’occasione di calcare i campi in terra battuta del Foro italico, Alice Savoretti, già tre volte prima di quest’anno. Ognuna di quelle volte, per la ventitreenne tennista marchigiana, l’esperienza si era rivelata ricca di emozioni, sensazioni, ricordi e, più di tutto, utile per il prosieguo della sua carriera tennistica. Quest’anno la possibilità di giocarsi la propria chance all’ombra delle bellezze della capitale è giunta per Alice grazie alla semifinale ottenuta al torneo BNL di Modena, organizzato dal Club La Meridiana. Non senza alcuni patemi, tuttavia…
“Assolutamente. Il livello dei tornei validi per qualificarsi alle pre-quali di quest’anno è stato altissimo. Sicuramente ciò è dovuto all’alto montepremi in palio, ben superiore a quello che siamo abituate a vedere nel circuito ITF. Sono comunque stata soddisfatta del mio torneo, ho battuto agli ottavi Francesca Bernardi, ai quarti Lucia Bronzetti ed ho perso in semifinale contro Agnese Zucchini. Mi sono qualificata comunque poiché le due finaliste del torneo avevano già ottenuto la qualificazione al Foro.”
Non è la tua prima volta al Foro, ma le emozioni, anche a distanza di anni, restano le stesse. O no?
“È ormai la quarta volta per me a Roma, ma ogni volta che mi ci ritrovo è magia pura. L’atmosfera è diversa rispetto a tutti gli altri tornei e ovunque si respira tennis. L’ultimo anno che giocai al Foro, due anni fa, è stato come un trampolino di lancio che mi ha permesso di ritrovare fiducia, raggiungere i miei migliori risultati ed il best ranking.”
A proposito di best ranking, il tuo miglior piazzamento si ferma ai margini della top 400, mentre ora sei circa cento posizioni più indietro in classifica. Quali sono i tuoi obiettivi? Che programmi hai per il resto dell’anno?
“Sono in una fase un po’ particolare della mia carriera tennistica al momento: l’obiettivo più importante ora è ritrovare la voglia di lottare e soprattutto divertirmi ancora in campo, cosa che in questo ultimo periodo, anche per via dei risultati che faticano ad arrivare, sta svanendo pian piano. Dopo il Foro ricomincerò a giocare qualche 10k per riprendere fiducia, alternando anche alcuni eventi 25k per provare ad alzare il livello di gioco.”
L’inizio di 2016 non è stato infatti dei migliori. Dove pensi ci sia da lavorare per ritrovare competitività e risultati?
“Sono certa che le cose inizieranno presto a girare per il verso giusto, non sono la persona che molla davanti ai primi ostacoli sul cammino. Sono dell’idea che la chiave per migliorare i risultati stia soprattutto nell’aspetto mentale. Purtroppo, in questo momento non mi sento lucida mentalmente ed è in particolar modo per questo motivo che i risultati tardano ad arrivare. Non sono soddisfatta, ma ho fiducia.”
Ti sei così affidata alle esperte parole di Carlos Lobato, tentando un’avventurosa esperienza in Spagna. Cosa pensi della tua scelta? Com’è il tuo rapporto con le tue compagne ed il tuo team?
“L’esperienza all’estero è soprattutto una sfida personale. Volevo crescere da un punto di vista umano e posso dire che allontanarmi da casa, vivere all’estero, mi ha aiutata tantissimo. Ho avuto la fortuna di trovare qui a Barcellona un gruppo per allenarmi molto buono, quattro-cinque ragazze in tutto, ed un ottimo allenatore. Ho conservato ottimi rapporti anche con le altre giocatrici italiane, in particolare quelle che posso considerare vere amiche. La Federazione italiana mi ha sinora supportato abbastanza e mi auguro di tornare ad ottenere presto risultati per riavvicinarci.”
Parlando con molte giocatrici, italiane e non, emerge spesso come la vita del tennista (e della tennista) sia complicata, ricca di sacrifici e spesso poco appagante: cosa pensi al riguardo? Rifaresti le medesime scelte della tua carriera se potessi tornare indietro?
“Il tennis è uno sport durissimo, a differenza di quanto sembra. La gente spesso si limita a vedere le partite trasmesse in televisione, ma la realtà è ben diversa. Attraverso lo schermo tutto pare perfetto ed avvincente ma solo chi vive direttamente a contatto con questo sport capisce i sacrifici da fare per raggiungere certi livelli. Economicamente, poi, è massacrante: si guadagna solo se si arriva per lo meno tra le prime 100 al mondo. Ragazze come me, senza uno sponsor o un aiuto da parte della federazione non possono che andare in negativo giocando a tennis. Purtroppo si tratta di uno sport in cui bisogna ogni giorno dare tanto e non sempre si riceve la meritata ricompensa. Viviamo su una montagna russa e dobbiamo imparare a gestire gli sbalzi al meglio, alla ricerca di una costante. Ma non ho dubbi, rifarei qualunque cosa: ho avuto la possibilità di viaggiare e trovarmi in posti che nella vita non avrei mai visitato senza il tennis, ho imparato altre lingue, conosciuto gente da ogni parte del mondo, ho avuto la fortuna di stringere vere amicizie ed imparare cosa siano il rispetto e l’umiltà. Con il tennis si diventa matti, ma ne vale la pena.”
Una montagna russa di cui ci si innamora e da cui non si vuole più scendere, insomma. E tra una difficoltà e l’altra, c’è sempre un momento che piace ricordare…
“Sicuro. Il mio è la vittoria del torneo 10k a Todi, davanti alla mia famiglia. È stata un’emozione incredibile che da sola ha ripagato tutti i sacrifici fatti sino a quel momento. Come scalando una montagna, il cammino è stato duro e pieno di insidie ma il panorama visto dalla vetta è stato inimitabile e meraviglioso. Spero di poter presto provare nuovamente quelle sensazioni ed emozioni così forti. Vediamo se il Foro mi porterà ancora fortuna…”
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