di Alessandro Nizegorodcew (articolo apparso sull’ultimo numero del mensile “0-15“)
L’Australia non è mai stata terra di conquista per il tennis italiano. Anche il 2009, purtroppo, ha confermato questa tendenza. Ci si aspettava la consacrazione di Flavia Pennetta o il canto del cigno di Francesca Schiavone; la definitiva esplosione di Sara Errani (peraltro positiva con il terzo turno) o il ritorno a grandi livelli di Karin Knapp. Nessuna di queste eventualità si è verificata, ma ci ha pensato Tina a risollevare le sorti dello stivale. Tina sta per Alberta Brianti, protagonista inattesa in quel di Melbourne. La ventottenne azzurra, allieva di Matteo Cecchetti e Laura Golarsa al Tc Milano, ha superato le qualificazioni, raggiungendo il secondo turno del tabellone principale. La sua corsa è stata interrotta da Ana Ivanovic, finalista in Australia nel 2008. “Se qualche mese fa mi avessero detto che avrei giocato sul campo centrale di Melbourne contro la serba, mi sarei fatta una sana risata.” – esordisce Alberta nel raccontarci il suo splendido inizio di stagione. Iniziamo però dal principio. La Brianti ha vissuto il suo momento d’oro tra il 2006 e il 2007, raggiungendo la propria miglior classifica (n. 79); purtroppo in quell’occasione non tutto è andato nella giusta maniera. “Ho avuto un infortunio non grave” – prosegue Tina – “e ho sbagliato la programmazione dei tornei. Il 2008 è stato un anno da dimenticare; mi sono infortunata a due giorni dagli Australian Open e ho perso quasi 6 mesi. Mi sono ripresa a fine stagione, conquistando due importanti finali a livello Itf; in questo modo ho recuperato alcune posizioni in classifica.” Il salto di qualità targato 2009 è frutto di una grande preparazione invernale. “Mi sono allenata benissimo questo inverno, come mai prima d’ora. Non mi sono mai sentita così, sia mentalmente che fisicamente. L’elemento fondamentale è che mi diverto tantissimo in campo ed era tanto tempo che non mi accadeva!” La nuova stagione è cominciata nel migliore dei modi per Alberta, che ha superato le qualificazioni nel torneo Wta di Auckland. Vittime sacrificali della Brianti (14 giochi concessi in 3 incontri) sono state le argentine Jozami e Cravero, oltre all’austriaca Meusburger. Al primo turno del tabellone principale, la corsa di Tina si è fermata contro il muro Wozniacki, da poco entrata, ma di diritto, nel gotha del tennis femminile. Finita l’avventura neozelandese, la Brianti è volata in direzione Melbourne. Obiettivo: qualificazione. Nonostante il caldo asfissiante e il fastidioso vento, Alberta ha superato le quali senza perdere alcun set. Al primo turno Tina ha battuto, senza particolari patemi, la svedese Larsson per 64 60; al secondo turno, di fronte alla tennista azzurra, si è parata la portoghese Larcher de Brito, giovanissima promessa del tennis internazionale. “Ho vinto 62 63, ma devo dire che lei non gioca affatto male. Mi è sembrata ancora immatura tennisticamente, ma ha un enorme potenziale.” Il terzo turno, quello più complesso, ha visto la Brianti superare l’americana King per 63 76, non senza alcune difficoltà, affrontate e superate nel secondo parziale. Il sorteggio del tabellone principale ha sorriso alla tennista italiana, che ha visto uscire dall’urna la belga Yanina Wickmayer, numero 73 delle ultime classifiche Wta. “Ho sempre avuto in mano la partita. Sentivo di avere il controllo della situazione, ma soprattutto una grande voglia di lottare e vincere; è stata un’emozione bellissima.” Ed arriviamo al match contro Ana Ivanovic, perso 63 62, senza peraltro rimanere sommersa dalle accelerazioni della serba. “Anzi, devo dire che non mi ha entusiasmato il suo gioco. Purtroppo non ho controllato a dovere le mille emozioni che ho provato, giocando in un campo così importante e con un così numeroso pubblico. Avrei potuto fare qualcosa di più.”
Non sono soltanto la grande preparazione e la predisposizione mentale ad aver contribuito a questi splendidi risultati di inizio anno. Lo stile di gioco di Alberta, così diverso dalla maggior parte delle tenniste presenti nel circuito, ha creato e crea grandi problematiche alle sue avversarie. “Beh si, io amo variare il gioco, usando spesso il mio ottimo backspin di rovescio. Le altre giocano quasi tutte con lo stampino, grandi botte e via; io invece agisco maggiormente d’istinto, cercando un tennis forse più brillante”. Alberta Brianti si sta avvicinando nuovamente alle top-100 Wta, obiettivo dichiarato della ventottenne azzurra. “Si, la speranza è quella di rientrare tra le migliori del mondo; se continuo così riuscirò nel mio intento.” La sensazione è che si debba ancora migliorare qualcosa, non tanto per entrare tra le prime 100, quanto piuttosto per rimanere ad alto livello. “Si, sono d’accordo. La bravura sta nel rimanere al top per lungo tempo, non affidandosi semplicemente a singoli exploit. Non è facile: ci vuole costanza, una buona programmazione e un’importante dose di fortuna; come ad esempio non subire infortuni di entità significativa. Per quanto riguarda le migliorie tecniche da apportare al mio gioco, direi che il lavoro maggiore va fatto sul servizio; un colpo ormai fondamentale nel tennis moderno.” Alberta Brianti è stata la piacevole sorpresa di questo inizio 2009. Il sogno di Tina non sembra affatto irraggiungibile. Il lavoro, mai come in questo caso, paga davvero.
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