Di Lorenzo Andreoli
Raccontare un torneo, in fondo, è come raccontare una storia. C’è una premessa, lo svolgimento dei fatti e una conclusione. Siate sinceri, però. Quante volte si sorvola la prefazione con ingiustificata leggerezza per passare dritti al primo capitolo del racconto? Spesso, vero? Errore! Errore madornale! Per chi lo avesse fatto ancora una volta, allora, ecco come sono andate le cose.
Le qualificazioni agli Internazionali BNL d’Italia si sono svolte sabato 7 e domenica 8 maggio.
Incontri e spettatori, come era facile immaginarsi, sono stati degni del main draw. Se non oltre. Nella splendida cornice del Foro Italico, sui campi di un ground profumato di tradizione e di aghi di pino, sono andate in scena ben 45 partite ricche di conferme e sorprese, psicodrammi e colpi di scena.
In campo maschile, il piatto forte di sabato 7 è stato senza dubbio l’incontro fra Radek Stepanek, vecchio volpone di un circuito sempre più povero di genio e sregolatezza, e Taylor Fritz, teenager americano da poco approdato nei primi 100 giocatori del mondo e con una voglia matta di non fermarsi qui. Il match (che curiosamente riproponeva una sfida andata in scena appena una settimana prima alle qualificazioni del torneo di Madrid) non ha deluso le aspettative, regalando agli appassionati oltre due ore di tennis ad altissimi livelli. Come in terra iberica a spuntarla è stato il ceco, ancora una volta in rimonta (4-6 7-6-6-1).
Numerosissimi gli azzurri presenti in tabellone. Nessuna chance per Arnaboldi, Fabbiano, Vavassori, Giannessi, Vanni e Giustino, fermati dall’esperienza e dalla potenza dei colpi dei più accreditati Pouille, Cervantes, Dzumhur (fresco delle recenti vittorie su Berdych e Nadal), Kudla, Gulbis e Haase. Più lottati i match di Matteo Viola (rimontato da un Ram in stato di grazia), Omar Giacalone (anche lui fermato da Bedene dopo una partenza sprint) e soprattutto Federico Gaio, che dopo l’accesso al main drawn nella scorsa edizione del torneo si è dovuto arrendere al kazako Kukushkin dopo averlo dominato per oltre un’ora di gioco.
Sabato positivo, invece, per Filippo Volandri e Matteo Donati. Facile il compito del livornese (che ha beneficiato del ritiro a partita in corso del tunisino Jaziri), mentre l’allievo di coach Massimo Puci è stato catapultato in campo alle 10 del mattino con appena un’ora di preavviso dal ritiro del tedesco Becker per uno stiramento muscolare. Sontuosa la prestazione del giovane azzurro, che dopo una serrata lotta ha avuto la meglio sul colombiano Giraldo nella riedizione del match di primo turno dell’edizione 2015.
Anche nei sette incontri domenicali, quelli decisivi per l’accesso al tabellone principale, non sono mancate emozioni. Lo statunitense Rajeev Ram, notoriamente poco avvezzo alla terra battuta europea, è andato ad un passo dall’estromettere uno specialista del settore come lo spagnolo Inigo Cervantes. Non sono bastati un campo stranamente più veloce del solito ed un clima solo lontano parente del caldo umido della tarda primavera capitolina a venire incontro al tennista di Denver, ingenuo nello sprecare un break di vantaggio nel terzo set prima di perdere 7-5. Altra battaglia quella fra Dzumhur ed un redivivo Haase (6-4 al terzo in favore del bosniaco). Per un’Italia che piange, ce n’è un’altra che gioisce. Nulla da fare per Donati (troppo Robert per lui), apparso decisamente provato dall’incontro con Giraldo, mentre gloria ed onori ad un maestoso Filippo Volandri (per l’occasione “spostato” sul Campo Centrale), abile a non scomporsi dopo un primo set dominato da Stepanek e ad organizzare la rimonta che gli vale la sua ultima partecipazione agli Internazionali.
Nessun problema per Kukushkin, Gulbis e Bedene (i primi due, fra l’altro, vittoriosi ieri e già proiettati al secondo turno).
E’ nel femminile, invece, che si sono registrate le maggiori certezze (ben cinque delle prime otto teste di serie sono approdate al tabellone principale). Svanisce subito il sogno della nostra veterana Alberta Brianti, in partita con la Hsieh solo per un set. Si ferma sabato anche il sogno delle due “Martine”, Colmegna e Di Giuseppe, per mano di Puig e Arruabarrena. Match clou della prima giornata è stato per distacco quello fra l’azzurra Nastassja Burnett e la britannica Heather Watson, incorniciato dal Pietrangeli delle grandi occasioni. La padrona di casa non è riuscita a sfruttare la situazione di 3-2, 40-0 in suo favore nel terzo set, arrendendosi comunque dopo un’ottima prova. Impresa della colombiana Duque-Marino, che dopo aver estromesso la testa di serie numero 1, la kazaka Yulia Putintseva (7-6-6-7 6-1), ha superato dopo altre due ore di gioco la bielorussa Aliaksandra Sasnovic. Avanzano convincendo anche l’americana Riske (che ha eliminato la russa Elena Vesnina), Julia Georges, Johanna Larsson, Kiki Bertens e Christina McHale (6-1 al terzo su Naomi Broady), che lo scorso anno, contro ogni pronostico, ebbe la meglio sulla nostra Sara Errani.
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