di Sergio Pastena
La stagione 2012 dell’ATP si è conclusa di lunedì con una degna finale: al Master di Londra di fronte il numero uno e il numero due, Novak Djokovic e Roger Federer, con il serbo che ha prevalso di misura al termine di due set tiratissimi che hanno visto andare avanti lo svizzero per poi subire la rimonta di RoboNole.
7-6 7-5 il punteggio finale, ma entrambi i contendenti possono essere soddisfatti: Djokovic non è stato inumano come nel 2011 ma, nonostante ciò, ha portato a casa uno Slam, il Master di fine anno e tre Atp 1000. Un bel modo di essere umani, non c’è che dire… e soprattutto una conferma per il serbo che era chiamato alla prova del nove: il suo l’ha fatto, pur perdendo per metà stagione la prima posizione, e alla fine si ritrova ancora in vetta complice anche la pesante assenza di Nadal
In quanto a Federer, dopo qualche mese di comprensibile appannamento è sembrato estremamente brillante, superando in semifinale Murray e difendendo una parte dei 1.500 punti dell’anno scorso. Considerando che il finale di stagione non è stato travolgente come nel 2011, ci sono buone speranze di vedere lo svizzero in ottime condizioni agli Australian Open. E ad ogni modo la stagione è andata oltre le più rosee previsioni.
Anche Murray, stoppato in semifinale, ricorderà a lungo quest’annata: la finale persa a Wimbledon era il bivio cruciale per lui, poteva trasformarlo nella copia di Henman oppure dargli la forza per vincere. Le Olimpiadi e, soprattutto, gli Us Open, sono state la risposta dello scozzese, che l’anno prossimo avrà un solo pensiero: conquistare l’erba londinese.
La parte del quarto incomodo, in teoria, doveva toccare a David Ferrer: lo spagnolo, per nulla pago del suo primo titolo Atp 1000 conquistato a Parigi, ha lottato con orgoglio sconfiggendo Tipsarevic e Del Potro, ma la formula a gironi ha visto l’argentino qualificarsi grazie alla vittoria su Federer, mandando a casa Ferru.
Non pervenuti gli altri: se l’anno scorso le sorprese erano state tante, stavolta i player di seconda fascia (per modo di dire) non hanno combinato granchè. Tipsarevic era praticamente assente, Tsonga le ha perse tutte e Berdych ci ha provato, ma la sconfitta con Murray gli ha subito troncato le gambe.
Resta l’ultima appendice, ovvero la finale di Coppa Davis: alla 02 Arena di Praga si affronteranno Repubblica Ceca e Spagna. Ma di questo parleremo nei prossimi giorni.
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