di Sergio Pastena
Un pomeriggio dormivo beatamente, quando all’improvviso udii una voce nel sonno chiamarmi: “Seeeergio! Seeeergio! Seeeergio!”. Quali spiriti turbavano la mia quiete dall’oltretomba? Quali oscuri auspici mi attendevano? Quali fantasmi del passato mi reclamavano?
“Seeeeeeeeeergio!”.
Mi destai di soprassalto. Era la nonna convinta che Astaroth si fosse impossessato del televisore. Aveva messo su AV. Mi rimisi a letto e sentii ancora “Seeeeeergio!”. Mi alzai, armato di chiave inglese da 16 per sopprimere la progenitrice, ma con mio sommo stupore dormiva anche lei. Mi coricai ancora, ancora sentii la voce ed egli apparve.
Laverio lo sommo. Laverio lo conquistator de slammi. Laverio lo spirto vivo, venuto in del futuro per mostrar meco quale sorte attendia li giuocatori de’ giorni nostri.
“Condussemi per cerchie de lo inferno
mostrando meco como fuoco eterno
non risparmiò niuno de atleti
da li mazzolator fino alli esteti.
Vivo tornai da lì e seduta stante
narrovi tutto e non bramo un encomio
chè da quel giorno parlo come Dante
e mamma meco ha chiuso in manicomio.
Se discovrir volete, andate avante”
Canto I – La selva oscura
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la mia palla corta avea smarrita
Ahi quanto a dir com’era è cosa dura
la faccia che incontrai, lo sguardo serio
lo grugno tristo e l’occhio da paura.
Era lo sommo Vate, lo Laverio1
che mai ebbi la ventura di vedere
e d’incontrarlo avea gran desiderio.
“Alzati o vile, tu non puoi sedere-
gridommi il vate con tono feroce-
cammina, che t’attendono le fiere”
La prima belva aveva un viso atroce
e’l labbro era proteso come becco
dicean che era una fera da veloce.
“Fermatevi e onorate me, Radecco2
e terra non si bagni al mio passaggio!”3
Rispondere volea, ma quando ecco
da destra provenire un vero oltraggio
a leggi de’ natura e mondo umano
che al sol guardarlo ci volea coraggio
Laverio disse “Ei fu sudafricano
nomossi Kevin4, sguardo da molosso
ma dentatura da coniglio nano”
A un tratto quello sgorbio grande e grosso
s’avvicinò in tutta la sua magrezza
parea quasi voler saltarci addosso
“Fuggi abominio, fuggi nefandezza!”
gridò Laverio, ma dal terzo rivo
un mostro si levò ad immonda altezza
e gli rispose “Taci, o stolto vivo!
Che a tormentarmi già ci pensa il foco.
Rispetta il mio soffrire, sono Ivo5”
E dopo questa finì il primo giuoco.
ASCOLTA IL CANTO I
Le Note
1 Rod Laver, campione australiano capace di fare due Grandi Slam e vincere quattro volte Wimbledon
2 Radek Stepanek, tennista ceco, capace di provocare attacchi di cuore comparendo all’improvviso dal buio. E’ stato con la Vaidisova, perchè il mondo è ingiusto
3 Simpatico aneddoto tratto da Roma 2008, quando Stepanek esibì tutto il suo campionario di sportività. Prima recuperò un set a Ferrer, impedendo agli addetti di bagnare il campo e facendogli saltare i nervi. Poi vinse al terzo contro Horna perdendo un quarto d’ora a rifare il grip alla racchetta nel momento migliore del peruviano. Quindi osò eliminare Federer per la disperazione dei tifosi. Si ritirò in semifinale contro Djokovic colto da cacarella lancinante: perchè il mondo è ingiusto ma la giustizia divina esiste
4 Kevin Anderson, tennista sudafricano noto per il servizio da autovelox e perché il suo volto simboleggia al meglio l’astrattismo moderno
5 Ivo Karlovic, tennista croato. Difficile descriverlo a chi non lo conoscesse: grosso modo Lurch degli Addams con una racchetta in mano. Le mamme di Zagabria, se i figli non dormono, minacciano “Ti mando Ivo”
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