di Sergio Pastena
La certezza matematica è arrivata stanotte alle 5:12, ora in cui Ferrer ha terminato la sua opera di demolizione di Nishikori mettendo a segno l’ultimo punto: Andreas Seppi è nei Top 20.
Intendiamoci, non che prima ci fossero dubbi: la remotissima eventualità di un Seppi al numero 21 a fine Australian Open era legata, oltre che alla vittoria del giapponese sullo spagnolo, all’arrivo in semifinale di Anderson e Chardy che avrebbero dovuto battere rispettivamente Djokovic e Murray nei quarti. Più facile vedere Santiago Ventura sconfiggere Federer a Wimbledon usando una padella.
Ad ogni modo il traguardo è raggiunto (con la sconfitta di Anderson è certo anche il numero 19) e gli aggettivi si sprecano così come i numeri, al punto che il terno del momento potrebbe essere 14, 16 e 21. Per la precisione:
21: gli anni passati dall’ultima volta che un italiano ha raggiunto gli ottavi a Melbourne (Camporese ‘92)
16: quelli trascorsi dall’ultima volta che abbiamo avuto un italiano nei Top 20 (Furlan aprile ’96)
14: quelli passati (ebbene sì) dall’ultima volta che abbiamo avuto un italiano al terzo turno nel singolare maschile degli Australian Open (Pozzi ’99)
L’ultimo dato fa riflettere e rende l’idea di come il continente oceanico non sia mai stato per noi terra di conquista: nel nuovo millennio 59 partecipazioni con 42 eliminazioni al primo turno e 17 al secondo. Debacle totali (2010 e 2005, cinque su cinque eliminati), annate “trionfali”, molto tra virgolette (2006 e 2009, tre italiani al secondo turno) e, molto più spesso, un solo superstite dopo l’esordio (2012, 2011, 2007, 2004, 2003, 2002, 2001, 2000).
E anche Pozzi, va detto, arrivò al terzo turno sull’onda di circostanze fortunate: sorteggiato contro Rios, beneficiò del ritiro del cileno e battè il più abbordabile lucky loser Serrano, per poi vedere Roux ritirarsi contro di lui durante la partita di secondo turno.
Per il resto, come detto, annate mediocri e quest’anno il canovaccio sembrava uguale: tutti fuori subito, un solo rappresentante al secondo turno e Andreas era dietro due set a uno contro Istomin. Scena già vista? Invece no! Rimonta contro l’uzbeko e bis contro Cilic nel turno successivo per agguantare un ottavo di finale insperato e molto invitante contro Chardy.
L’altoatesino, c’è poco da dire, ha mostrato ancora una volta di essere migliorato oltre che tecnicamente sotto il profilo mentale, suo principale vulnus fino a poco tempo fa. Lui stesso ammette senza problemi che certe partite due anni fa le avrebbe perse.
Ora è top 20 e ci sono altri due numeri nel mirino: 22 e 17.
22 sono gli anni trascorsi dall’ultima volta che abbiamo avuto un italiano nei quarti a Melbourne: era il 1991 e Caratti sfiorò una clamorosa semifinale contro Patrick McEnroe.
17 è il ranking mai raggiunto da un tennista italiano “post-Panatta&Barazzutti”. Al numero 18 sono arrivati Gaudenzi e Camporese, al numero 19 Furlan.
Il ranking breakdown
Proviamo ad avventurarci nel “Ranking Breakdown” di questo ragazzone che va per i 29 anni e sogna di arrivare dove nessun italiano è arrivato da tempo immemore.
La prima cosa da dire è che bisognerà fare tutto entro maggio: se per allora Seppi non avrà agguantato il fatidico “numero 17” diventerà molto dura. In due mesi, infatti, Andreas dovrà difendere oltre 700 punti tra Roma, Roland Garros, Belgrado, Eastbourne e Madrid. Al massimo potrà ripetersi, volendo essere ottimisti, ma molto difficile che riesca a guadagnare punti.
Il suo principale rivale sulla strada per l’impresa è Stanislas Wawrinka, attualmente distante 225 punti: lo svizzero, però, fino ad aprile ha da difendere molti più punti di Seppi, avendo in cassaforte i quarti di Monte Carlo e la semifinale di Acapulco, oltre ad un altro paio di risultati negli Atp 1000 e una novantina di punti “spiccioli” a Buenos Aires. Molto meno deve faticare Seppi, che come unica cambiale rilevante ha i 90 punti di Rotterdam il mese prossimo.
Tra Wawrinka e il gruppone che va dalla tredicesima alla sedicesima posizione ci sono altri 200 punti e, tra loro, solo in due difendono punti pesanti nei prossimi mesi: Gilles Simon ha le semifinali a Monte Carlo, i quarti ad Indian Wells e la vittoria di Bucarest, mentre Isner ha la pesantissima finale di Indian Wells che da sola vale 600 punti. Se uno di loro due calasse potrebbe diventare “attaccabile” da Andreas.
Facciamo quindi un riassunto guardando tutti i fattori in gioco nella corsa verso la storia. Piccola nota: il termine “storia” potrebbe far storcere il naso a qualcuno, visto che ho sempre detto di detestare certi toni trionfalistici sull’Italtennis. Tuttavia dobbiamo farcene una ragione: arrivare al numero 17, per un tennista italiano, è storia, e pensare ai tempi di Panatta è fuori luogo, un po’ come se un tifoso della nazionale di calcio ungherese (fuori da ogni competizione internazionale dal 1986) usasse come metro di paragone la nazionale di Puskas degli anni ’50.
Ma torniamo a noi. Innanzi tutto vi proponiamo la tabella dei punti, dalla quale vien fuori un dato: a Seppi basta fare nei prossimi mesi gli stessi punti di uno dei tennisti che gli sono immediatamente davanti (eccetto Cilic). A quel punto diventa agganciabile persino Juan Monaco. Si noti che il totale dei punti in scadenza, come scritto in nota, non è “preciso”, perché sono stati sottratti i punti che entrerebbero in sostituzione in classifica.
Vediamo, in base a queste cifre, quali sono i punti pro e contro la scalata di Andreas.
Pro Seppi
1.Andreas può subito portarsi a un tiro di schioppo da Wawrinka: lui ha Chardy, lo svizzero Djokovic, vincendo sarebbe quasi sicuramente a 45 punti dal traguardo. E non ci spingiamo oltre per un mix di realismo e scaramanzia.
2.Seppi ha molti meno punti da difendere nei prossimi mesi rispetto allo svizzero.
3.Altri giocatori più avanti in classifica potrebbero perdere colpi fornendo più di un’opzione al tennista di Caldaro.
4.L’altoatesino è in forma, carico e tennisticamente (finalmente) maturo.
Contro Seppi
1.Se non vincesse contro Chardy dovrebbe comunque colmare un margine di oltre 200 punti, non facile.
2.Andreas difficilmente potrà accumulare punti nei tornei inferiori, quindi deve migliorare negli Atp 1000 dove ci sono tantissime variabili in gioco.
3.Basterebbe l’ascesa di un solo player dalle retrovie a complicare enormemente il tutto.
Questa è la situazione, ora diteci la vostra: Seppi secondo voi ce la farà?
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