di Alessandro Stoppani
Trionfando a Sidney, nell’ultima tappa d’avvicinamento agli Open d’Australia, Elena Dementieva ha lanciato un monito a tutte le avversarie che le vorranno lanciare il guanto di sfida. L’inattività invernale non ha affatto bagnato le polveri della russa, che, in quel di Sidney ha guarnito il suo carnet di successi, succedendo a se stessa nell’albo d’oro del torneo australiano. Per lei è il quindicesimo successo a proprio appannaggio in un torneo del circuito maggiore; l’ultimo in ordine temporale risaliva all’agosto scorso, quando la moscovita si annesse il torneo di Toronto, a spese della connazionale Sharapova. Ben 10 dei 15 tornei collocati in bacheca la Dementieva, peraltro, se li è aggiudicati sulla superficie che maggiormente le si addice, il cemento. Superficie sulla quale si è cinta al collo l’oro olimpico a Pechino, in quello che è stato il successo più significativo della sua carriera. Si è imposta meritatamente a Sidney la russa, se si considera che nell’atto conclusivo si è sbarazzata in due set dal simile sviluppo della numero 1 del mondo, Serena Williams, con un perentorio 6-3 6-2.Non solo, la Dementieva, oltre ad aver confezionato lo scalpo della numero 1 del mondo, nei quarti di finale aveva prevalso altrettanto meritoriamente sulla numero 2 della classifica Wta, Dinara Safina. La finale in quanto a risultato non ha avuto storia, poiché la Dementieva, rivelandosi inattaccabile in ogni fase di gioco, l’ha resa a senso unico fin dalle prime battute. La detentrice del torneo, nonché la campionessa olimpica in carica, pertanto, ha difeso il titolo come meglio non avrebbe potuto. Per lei si tratta della quinta affermazione in dodici sfide disputate con la minore delle sorelle Williams. Tra i numerosi precedenti diretti, negli occhi dei più fervidi appassionati c’è tutt’ora impressa la semifinale di Wimbledon 2009, allorchè la russa arrivò ad un solo punto dallo sconfiggere la futura campionessa dei Championships. Serena era già apparsa poco convincente in semifinale, dove aveva rasentato una clamorosa sconfitta in semifinale con la francese di origini iraniane, Aravane Rezai. Alla quale non è bastato un rassicurante vantaggio di 6-3, 5-2 per sottrarsi all’implacabile rimonta della pantera d’ebano.
Reduce dalla finale conseguita ad Auckland, Flavia Pennetta da parte sua ha convinto a metà, non spingendosi oltre i quarti di finale quando già pregustavamo la semifinale con Serena Williams. Eppure i primi due turni avevano lasciato ben sperare, merito delle affermazioni su Samantha Stosur e la cinese Na Lì. Due convincenti performance a cui Flavia però non ha saputo dar seguito. La brindisina, infatti, nei quarti di finale è incappata nella più classica delle “controprestazioni”: ad approfittarne è stata l’esuberante Rezai, che le ha inflitto una severa lezione per 6-3 6-0, frapponendosi tra lei e la semifinale con Serena. Ai nastri di partenza figurava anche Francesca Schiavone, imbattutasi però in un primo turno proibitivo con la Dementieva, già sua avversaria nei quarti di finale dell’ultimo Wimbledon. Anche in questo confronto la leonessa milanese non ha potuto sovvertire il pronostico, finendo per capitolare in modo ineluttabile. A tenere alto l’onore azzurro ad Hobart ci ha pensato l’ammirevole Sara Errani, arresasi soltanto alle soglie della finale, dopo aver fatto fuori una dopo l’altra Melanie Oudin, Katerina Bondarenko e la qualificata belga Flipkens. In un torneo qualitativamente inferiore rispetto a quello di Sidney, ma pur sempre facente parte del circuito maggiore. In semifinale, però, la ventiduenne felsinea è arrivata in debito di energie, poichè svuotata dalle fatiche dei giorni precedenti nei quali si era prodotta nel massimo sforzo. L’israeliana Peer l’ha spietatamente travolta, risvegliandola bruscamente dal sogno e lasciandole non altro che due game: 6-2, 6-0. A incidere il proprio nome sull’albo d’oro,però, è stata l’ucraina Alona Bondarenko, che in finale ha costretto alla resa proprio la Peer, mettendo le mani sul secondo torneo Wta della carriera. Ed ora a Melbourne scocca il momento della prima attesissima prova del grande slam, che preannuncia subito faville in virtù di un secondo turno che potrebbe equivalere ad una finale di uno slam: quello che porrà di fronte Elena Dementieva a Justine Henin. Se queste sono le premesse la stagione ne avrà da proporre di spunti di interesse.
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